mercoledì 9 dicembre 2009

E adesso vogliamo una laurea honoris causa

Eh sì, perché una notizia come questa ci fa dire "l'avevamo detto prima noi".

Si scherza un po', ovviamente, ma che una tesi di laurea (complimenti alla neo-dottoressa, Francesca Centurioni) confermi quello che diciamo sin dagli inizi di questo blog, inorgoglisce alquanto.

Certo, non serve a granché sapere di avere ragione, però rinfranca lo spirito.

Di seguito un estratto della notizia, pubblicata da L'Eco di Bergamo a firma di Giovanni Ghisalberti.

"Valle Brembana, troppe case e operatori divisi"

Valle Brembana – Troppe seconde case e pochi alberghi, campanilismi e scarsa unità d’intenti tra operatori turistici e amministratori, assenza di un coordinamento e, quindi, poca conoscenza del territorio. E delle lingue straniere. Tutto questo accanto, comunque, a un territorio, quello della Valle Brembana, dalle buone potenzialità turistiche, garantite soprattutto da risorse naturali e storico-culturali, dal permanere delle tradizioni, dalle fonti termali, dai comprensori sciistici e dalla vicinanza con le città metropolitane. Ma, per far decollare il turismo, c’è ancora tanto da fare. La tesi di laurea è quella di Francesca Centurioni, 26 anni, di Isola di Fondra, discussa alla facoltà di sociologia dell’università Bicocca di Milano, e illustrata recentemente in un’assemblea pubblica a San Pellegrino. Partiamo dai dati di seconde case e alberghi.

Record di abitazioni per vacanze
La Valle Brembana dispone di 18.500 abitazioni per vacanze con una stima di posti letto di circa 74 mila unità: case che rappresentano il 39% di tutte quelle presenti, una percentuale che è la più alta tra tutte le valli bergamasche (in Valle Seriana superiore, per esempio, le seconde case sono il 14% di tutte le abitazioni). Al contrario gli alberghi sono sempre meno: dal 1997 al 2007 sono passati da 77 a 57. «Le seconde case rimangono vuote per la maggior parte dell’anno – dice Centurioni –. Negozi e attività chiudono perché lavorano pochi mesi, il turista non trova i servizi che cerca e le presenze dei villeggianti calano. Alla fine gli alberghi hanno poca clientela e non riescono a rinnovarsi qualitativamente. Un circolo vizioso non facile da spezzare». Si può, però, cercare di sfruttare meglio proprio le seconde case, copiando il cosiddetto «Gites de France»: «È una gestione utilizzata in Francia, a livello nazionale – dice Centurioni – che da noi potrebbe essere quanto meno impiegata a livello vallare: serve una gestione unitaria di tutte le seconde case, con una classificazione delle stesse, una promozione e vendita online tramite un centro unico di prenotazioni e la possibilità di affittarle per pochi giorni».

Altro elemento critico: la mancanza di un coordinamento tra operatori turistici ma anche con gli amministratori. «Esiste, di fatto, un Consorzio degli operatori turistici – dice Francesca Centurioni – ma, da quel che mi risulta, è ormai poco operativo. E, comunque, prevalgono ancora i campanilismi, si sente la carenza di un elemento coordinatore e di strategie unitarie, così come sono ancora insufficienti la cultura dell'accoglienza e la conoscenza del territorio da parte degli operatori».

«Si conosce poco il territorio»
Due esempi: «A oggi manca ancora un logo che identifichi la Valle Brembana turistica e richiami subito alla mente il nostro territorio: potrebbe essere qualcosa che si rifà alle quattro stagioni o un prodotto tipico della valle, da Arlecchino ai formaggi. E non è disponibile, per esempio, una guida turistica cartacea aggiornata e reperibile in tutta la valle». E la scarsa conoscenza del territorio e delle lingue straniere sono aspetti emersi anche tra il pubblico, in occasione proprio dell’incontro con la studentessa (poi premiata dall’assessore alla Cultura di San Pellegrino Michele Pesenti). «Due turisti americani erano a San Pellegrino quest’estate – ha raccontato una coppia presente in sala – e la cameriera del locale non è stata in grado, alle loro domande, di rispondere adeguatamente: diceva semplicemente che era tutto chiuso, senza nessun’altra informazione».

Questa non è certo cultura dell’accoglienza». «Ci sono troppe divisioni e manca unità d’intenti – ha aggiunto un altro – e le offerte sono ancora carenti: i musei della valle sono quasi sempre chiusi». E l’ufficio turistico della valle, che dal 2010 andrà a Sedrina? «Scelta infelice – conclude Centurioni –. La sede non è in un punto di passaggio: il turista dovrebbe fermarsi solo per entrare nell’ufficio, dopodiché si troverebbe in un paese che di turistico ha ben poco. Mentre la maggior parte degli uffici informazione si trovano al centro dei paesi turistici».

Ribadiamo, per l'ennesima volta: nuove (seconde) case non servono al turismo; servono a chi le costruisce e a chi le vende.


lunedì 7 dicembre 2009

Parole sante

Sono quelle espresse dall'utente "formica" nel post "Progetto Rilancio Piazzatorre", sul forum di Val Brembana News.
Qui il link.

A scanso di cancellazioni improvvise (chi vuol intendere intenda) riportiamo per intero l'intervento:
"Ho letto con attenzione i vari articoli di giornale e i post su questo forum sviluppatisi in questo periodo.
Ho letto anche delle giuste rivendicazioni degli abitanti di Piazzatorre nel desiderare uno svilupo del proprio paese.
So che in questi anni Piazzatorre é stato un "problema" che molti hanno voluto sfuggire, vista la complessità della situazione. Mi rendo conto che le parole e le belle idee non risolvono la situazione.

Ritengo però, con grande rispetto per chi (Comune e imprenditori) ha affrontato e cercato di risolvere la situazione, che la soluzione individuata non porterà allo sviluppo del Comune e del suo territorio. Certo la ristrutturazione di due obsoleti edifici é un fatto positivo ma la creazione di nuovi appartamenti serve solo a creare nuove illusioni nei nuovi acquirenti magari ingolositi da appetibili azioni promozionali. Il vero problema sono i 2.500 appartamenti e il loro scarso utilizzo. Il nodo del problema é qui.

Pensiamo solo sche se si riuscisse a predisporre un programma serio di rotazione breve di almeno 300 di questi locali per una media di 20 settimane avremmo dai 18.000 ai 24.000 arrivi per almeno 130.000 presenze. Immaginiamoci quale ricaduta sull'economia e sulla occupazione (pulizie, servizi, gestione, manutenzione ecc.). Per far questo non serve la bacchetta magica ma programmazione e lavoro, serve una strategia collaborativa fra le forze del territorio che pianifichi l'accoglienza,
l'animazione e la promozione.

Purtroppo non basta aumentare la disponibilità di posti letto, bisogna creare le condizioni che questi si riempiano anche senza la presenza della neve.
Questa riflessione é fatta su Piazzatorre ma potrebbe essere fatta anche per altri paesi della Valle e della Bergamasca, infatti anche altre esperienze simili sono state realizzate o si stanno realizzando utilizzando il miraggio degli impianti di sci. Questi sono senza dubbio un fattore importante ma da soli non bastano più. Le ultime tendenze portano ad una riduzione ulteriore degli appassionati dello sci e chi lo sceglie, i giovani, cerca località alla moda e di richiamo.
Siamo in grado di rincorrere questo target? E proprio necessario o si può pensare anche ad un diverso obiettivo per i nostri territori?
Io non ho risposte definitive e forse nessuno le ha ma con serietà e dedizione si possono cercare insieme"
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martedì 1 dicembre 2009

Senza vergogna

Riprendo dal nostro precedente post del 7 novembre 2009, "La cacca", un commento che, penso, si riferisca ad una dichiarazione odierna del Sindaco di Piazzatorre, Michele Arioli.

Testo del commento:
"Oggi il Sindaco di Piazzatorre ha detto: cosa volete che siano 500 abeti, in un paese dove ce ne sono milioni.....".

Ecco, secondo me, dato per scontato che il dott. Arioli, laureato in giurisprudenza, libero professionista operante in campo notarile, non sia un bru-bru col quoziente intellettivo di un lemure impazzito, dichiarazioni di questo tenore (se sono vere) mostrano la totale mancanza di vergogna per le proprie scelte, anche quando si sa fin troppo bene che queste sono indecenti. Per non parlare della (evidentemente) vaga concezione del termine ambiente, che alberga nella testa del signor Sindaco.