domenica 27 marzo 2011

La casa: il miglior investimento della tua vita (se sei il costruttore)

Parto da questo articolo del Corriere, nel quale le cifre esposte fanno effettivamente impressione.

Se diciotto anni della tua vita se ne vanno per acquistare un bene che ha sì una vita media di circa ottant'anni, ma che ogni 10-15 ti drenerà non poche risorse in manutenzioni sempre più rilevanti, qualcosa non va.

Certo, si può sempre obiettare che un'autovettura (nuova) senza pretese (vita media 6 anni) a volte ti costa due anni di stipendio e con le spese che comporta mantenerla la proporzione diventa senz'altro favorevole alla casa, ma il dato di fondo non cambia: l'abitazione in Italia non è un investimento, è un suicidio finanziario. Troppo ridotto ormai il potere d'acquisto del denaro, rispetto a prezzi di vendita che hanno perso ogni relazione con i costi di costruzione (al lordo di spese tecniche, oneri e quant'altro).

La verità è che la casa è un affare solo per chi la costruisce, e ancor più per chi ne finanzia la costruzione. I cespiti immobiliari finiscono nei bilanci aziendali e li consolidano, le banche lo sanno bene (e fan finta di nulla), imprese di costruzione e immobiliaristi pure, e giocano al rialzo: per ottenere un prestito di 100 dichiarano valori di 200, ecco perché, non c'è crisi che tenga, i prezzi di vendita non scendono o scendono di un'inezia. La bolla immobiliare italiana non è mai scoppiata veramente e forse non scoppierà, ma i precedenti non sono incoraggianti: Spagna, Irlanda, ora il Portogallo, son tutti lì a far da monito. Economie massacrate dallo sviluppo abnorme del settore edilizio, incoraggiato dagli idioti del "se l'edilizia va, tutto va". Sì, certo, ma si va anche a fare in culo qualche volta, e non è detto che lo stellone ci assisterà per sempre.

Peraltro, a dispetto della "edilizia che va", la crescita economica italiana è stagnante da un buon decennio, caso unico tra i Paesi dell'UE.

Ma più la situazione incancrenisce, e più ci si abitua a conviverci, meno si sarà preparati allo scoppio del bubbone. Allora saranno c.... Amarissimi.

sabato 19 marzo 2011

Vocabolari monchi

A Piazzatorre, negli uffici del comune, devono avere in dotazione un vocabolario della lingua italiana privo di alcuni lemmi d'uso corrente.

Di certo manca "trasparenza", e anche tra "chiaretto" e "chiaria" c'è un posto vuoto. Chissà, magari quel vocabolario l'han comprato su una bancarella dell'usato.

Insomma, mentre una bella banda di amiconi si diverte a posare per mostrare com'è che si amministra la cosa pubblica, nel nostro amato paesello tornano in auge le domande di sempre: 'sto (presunto) rilancio del paese (e non solo delle piste!) parte o no?

Oddio, tenendo conto che dovrebbe partire a suon di nuovi appartamenti forse è meglio che non parta affatto, visto che più che di rilancio si dovrebbe parlare di lancio e basta. Nel vuoto. E senza paracadute.

Però, insomma, caro Comune, caro Sindaco, fate uno strappo alla regola (del silenzio), fate uno sforzo erculeo una volta tanto, oltre ad informare il mondo circa la prossima gara per la gestione del centro sportivo più sottoutilizzato dell'Europa continentale, decidetevi una buona volta ad aggiornare la pagina web del (famigerato) programma integrato d'intervento, ferma ormai al lontano marzo 2009.

Visto che tutte le opposizioni sono state sbaragliate, che il comprensorio unificato fa la felicità orgasmatica dei vostri diciotto beniamini habitués del forum vallare, dite anche a noi infamoni: 'sta cazz'e convenzione coll'Alta Quota l'avite firmata o no?

E se sì (come c'è da temere) vorrebbero le Signorie Vostre Illustrissime, graziosamente, aggiornarci sul programma delle opere?

Se non volete farlo per i Vostri concittadini, dovreste proprio farlo per noi foresti, visto che saremo i soli vostri finanziatori, stante l'epocale riforma federalista delle mie chiappe messa in campo da quei geni di vaga ed incerta genìa celtica.

Ossequiosamente, salutamm'a Vossia.

sabato 12 marzo 2011

Coccodrilli

La Celeste Regione vuole rivedere la legge che governa i Parchi (Ticino, Orobie, Adda, e via dicendo). In effetti quella vigente è una legge vecchiotta, già da tempo oggetto di modifiche parziali per effetto di altre disposizioni, anche in recepimento di direttive comunitarie.

Oggi però si vorrebbe incidere sulla gestione stessa dei Parchi, riducendone di fatto l'autonomia.

Sarà per questo che dai presidenti dei Parchi già si levano alti lai? La mia risposta è: sì.

E' vero, l'autonomia dei Parchi viene imbrigliata, e dunque chi presiede quei Consorzi, ora destinati a trasformarsi in Enti ha ragione a lagnarsi. Però...

Però la sincerità del pianto non convince, da qui il titolo del post.

E non convince perché qualche presidente in carica dovrebbe, previo serio esame di coscienza, rispondere ad una semplice domanda: "Ho amministrato bene?".

In quell' "amministrato" c'è non tanto, e non solo, la gestione finanziaria del Parco, ma soprattutto la consapevolezza della missione affidata al parco medesimo: un mix di tutela, di salvaguardia, di promozione, di sostegno all'economia agro-forestale e turistica. C'è un indicatore perfetto per capire se quella missione è stata svolta, ed è rappresentato dalla soddisfazione dei cittadini e delle imprese residenti nel territorio dei Parchi, quanto più è elevata tanto più si ha dimostrazione che il Parco ha costituito un'opportunità; quanto più è bassa tanto più si deve ammettere che un'occasione è stata sprecata.

Ora, i presidenti in carica (e i loro predecessori) hanno le carte in regola per potersi lamentare? Chi ha amministrato un Consorzio fantasma, giungendo in più di un'occasione a manifestare intollerabili identità di vedute con i più acerrimi nemici dei parchi, come può oggi permettersi di muovere anche solo una parvenza di critica alla nuova proposta di legge?

sabato 5 marzo 2011

La casina dalle tasse d'oro, ovvero "taxation without representation"

Grandi notizie per i possessori, presenti e futuri, di seconda casa ovunque essa sia nello Stivale. Grazie all'ennesima fregatura spacciata per riforma epocale, il cosiddetto federalismo fiscale, non appena l'IMU entrerà a regime verremo spennati un po' più di adesso.

Più tasse per tutti (o quasi tutti, qualcuno indenne sono certa ci sarà), evviva!

Grazie Lega, grazie Bossi, e grazie a papi Silvio che ha barattato questa bella cazzata di pseudoriforma in salsa verde, per l'appoggio alle quattro norme che a lui interessano davvero (non sto a citarle, sono argomenti che ormai san di muffa).

I sindaci alla Arioli possono festeggiare, introiti assicurati da spendere alla gran cazzo, tanto i versatori non votano nel loro comune.

Noi, e in questo noi ci siete anche voi proprietari / futuri acquirenti di seconda casa che leggete questo blog, non avremo manco la consolazione di poter lenire il bruciore con la vaselina, ormai ci vorrebbe un culo nuovo.