In compenso, alla Borsa Internazionale del Turismo, c'è stato qualcuno che, a fronte del calo dei turisti (pochi punti percentuali, nulla di impressionante per la verità) nella bergamasca, ha farneticato di "scarsa conoscenza delle Orobie". Il dubbio che, forse, forse eh?, ci si spinga volentieri un po' più in là non delle Orobie ma dell'Italia tutta visti i prezzi nostrani, non ha sfiorato quel signore. Il pensiero che le montagne coltivate a seconde case non siano poi così attraenti non s'è affacciato nella sua testa.
E sì che di spazio là dentro deve essercene parecchio.
Piazzatorre è un paese della Valle Brembana, in provincia di Bergamo. Era una località turistica parecchio in voga. Ora vive forti difficoltà e deve rinascere. Un progetto immobiliare di "rilancio turistico", secondo noi sbagliato, al momento sembra fermo, e non è detto che ciò sia un male, anzi. Per salvare gli impianti sciistici si può, si deve, fare dell'altro. Si può farlo uniti. MAIL: salviamopiazzatorre@gmail.com
domenica 21 febbraio 2010
Conferme
La Rassegna, "il settimanale economico che dà voce alle categorie produttive orobiche", nel n. 5 dell'11 febbraio 2010 (pag. 7) riporta una notiziola non priva d'interesse: in Valle Brembana la perdita di valore delle seconde case, nel 2009, ha superato punte del 10% rispetto all'anno precedente. Ma va?
sabato 13 febbraio 2010
Il Regno delle Due Sicilie non è mai finito
Dunque, la novità dei giorni scorsi è che mamma Regione Lombardia, sempre piuttosto sparagnina con i suoi figli, all'approssimarsi delle elezioni per il rinnovo (pressoché certo salvo catastrofi cosmiche) del mandato a Sua Maestà Roberto "il Celeste" Formigoni, apre i cordoni della borsa per investire nelle Valli Orobiche.
La notizia è pubblicata un po' ovunque, per esempio qui, ed ha suscitato il plauso di molti.
I plaudenti hanno le loro buone ragioni, chi si occupa (e preoccupa) di economia pubblica plaude molto meno, anzi, non plaude affatto.
Al di là della mefitica tradizione borbonica, mai abbandonata in seguito, né sotto i Savoia, né con "Lui", né tanto meno con la Repubblica, e consistente nell'ammansire gli elettori d'ogni latitudine, con cospicui doni post natalizi e pre vacanzieri (tanto poi i conti veri si fanno sempre in autunno), due cose preme qui evidenziare.
La prima: sappiano tutti i cittadini lombardi che, volenti o nolenti, saranno loro a finanziare la ricca torta che i comprensori sciistici, finanziati dall'Ambasciatore di Comunione e Liberazione presso il Padreterno, distribuiranno a pochi fortunati "investitori" (i quali ringraziano sin d'ora ed ingrandiscono il caveau).
La seconda: siamo di fronte all'ennesima riprova che nel nostro Paese il concetto di "Mercato" viene puntualmente declinato nella formula "socializzare le perdite, privatizzare i profitti". Gli accordi di programma promossi agli ultimi respiri d'una legislatura regionale sono nient'altro che la copertura delle perdite, e dei falsi investimenti, ascrivibili ai vari salvatori della patria scesi in campo per tenere in vita dei cadaveri (che fossero impianti sciistici o altro non fa differenza). Certo, nella tradizione ciellina questa attività è contemplata alla voce "cure amorevoli", non a quella "accanimento terapeutico", dunque perfettamente conforme ai loro infallibili dettami socio-etico-economici.
Insomma, un signore che neppure potrebbe ricandidarsi, ha ben pensato di utilizzare i nostri soldi per fare la sua campagna elettorale, conquistarsi un po' d'elettori strappandoli alla Lega Nord, fare in modo che i soldi suddetti finiscano puntualmente nelle tasche degli amici suoi (Compagnia delle Opere e via cantando). Niente male, avanti così.
La notizia è pubblicata un po' ovunque, per esempio qui, ed ha suscitato il plauso di molti.
I plaudenti hanno le loro buone ragioni, chi si occupa (e preoccupa) di economia pubblica plaude molto meno, anzi, non plaude affatto.
Al di là della mefitica tradizione borbonica, mai abbandonata in seguito, né sotto i Savoia, né con "Lui", né tanto meno con la Repubblica, e consistente nell'ammansire gli elettori d'ogni latitudine, con cospicui doni post natalizi e pre vacanzieri (tanto poi i conti veri si fanno sempre in autunno), due cose preme qui evidenziare.
La prima: sappiano tutti i cittadini lombardi che, volenti o nolenti, saranno loro a finanziare la ricca torta che i comprensori sciistici, finanziati dall'Ambasciatore di Comunione e Liberazione presso il Padreterno, distribuiranno a pochi fortunati "investitori" (i quali ringraziano sin d'ora ed ingrandiscono il caveau).
La seconda: siamo di fronte all'ennesima riprova che nel nostro Paese il concetto di "Mercato" viene puntualmente declinato nella formula "socializzare le perdite, privatizzare i profitti". Gli accordi di programma promossi agli ultimi respiri d'una legislatura regionale sono nient'altro che la copertura delle perdite, e dei falsi investimenti, ascrivibili ai vari salvatori della patria scesi in campo per tenere in vita dei cadaveri (che fossero impianti sciistici o altro non fa differenza). Certo, nella tradizione ciellina questa attività è contemplata alla voce "cure amorevoli", non a quella "accanimento terapeutico", dunque perfettamente conforme ai loro infallibili dettami socio-etico-economici.
Insomma, un signore che neppure potrebbe ricandidarsi, ha ben pensato di utilizzare i nostri soldi per fare la sua campagna elettorale, conquistarsi un po' d'elettori strappandoli alla Lega Nord, fare in modo che i soldi suddetti finiscano puntualmente nelle tasche degli amici suoi (Compagnia delle Opere e via cantando). Niente male, avanti così.
martedì 2 febbraio 2010
Negoziamo? Sì, ma vai avanti tu che mi vien da ridere
Un anonimo ha commentato nel post precedente:
"San Pellegrino Piazzatorre il rilancio del turismo brembano prosegue a ritmi serrati.......
A Piazzatorre firmano non firmano, mistero, è sceso un silenzio assordante, in paese non c'è piu' l'entusiasmo di qualche mese fa, anche il forum brembano è in fermento, i villeggianti ormai sono rassegnati all'infinito declino. A San Pellegrino articolo di oggi,(Eco di Bg) altre polemiche in Comune i salvatori della patria (Percassi e c) vorrebbero costruire una dependance nel parco del Grand Hotel, ancor prima di aver ristrutturato lo stesso.
Speriamo si risolva il tutto al meglio se no è proprio la fine" .
"San Pellegrino Piazzatorre il rilancio del turismo brembano prosegue a ritmi serrati.......
A Piazzatorre firmano non firmano, mistero, è sceso un silenzio assordante, in paese non c'è piu' l'entusiasmo di qualche mese fa, anche il forum brembano è in fermento, i villeggianti ormai sono rassegnati all'infinito declino. A San Pellegrino articolo di oggi,(Eco di Bg) altre polemiche in Comune i salvatori della patria (Percassi e c) vorrebbero costruire una dependance nel parco del Grand Hotel, ancor prima di aver ristrutturato lo stesso.
Speriamo si risolva il tutto al meglio se no è proprio la fine" .
E' la "negoziazione", bellezza! Eh già, proprio così, l'urbanistica negoziata, che va tanto di moda in Lombardia, è quella cosa per cui un banale piano di lottizzazione come se n'erano sempre fatti da quarant'anni a questa parte, assurge al pomposo ruolo di PII, e fin qui le cose possono ancora andar bene perché in ballo ci sono quattro miserabili opere di urbanizzazione a carico dei lottizzanti.
Quando il PII è vero, gli squali affilano i denti, perché gli oneri a loro carico dovrebbero essere più consistenti, ma a loro non è che la cosa piaccia poi molto. Sono nati e cresciuti per farli i soldi, non per spenderli. E allora, ogni scusa, ragionevole o meno che sia, è buona per rilanciare. E sia chiaro, quando in gioco ci sono le milionate di euro (fin troppo strombazzate in una Valle Brembana desiderosa di trasformarsi da zucca in carrozza), la parte degli squali non la fanno i Comuni. No, proprio no.
Ora, non dubito della serietà di Percassi & C., il gruppo è troppo forte e troppo noto per permettersi "des petites putainades" proprio a San Pellegrino.
Voglio perfino non dubitare della premiata Alta Quota S.r.l., sebbene ancora attenda fiduciosa che qualche anima pia si decida a pubblicarne i bilanci, visto che la benemerita dovrebbe gestire, in proprio o in affidamento, per dieci anni (bum!) gli impianti unificati (sostanzialmente, un bene pubblico. Per chi ci crede).
Anzi, spezzo una lancia in favore dell'ottimismo, contro il mio stesso interesse se volete. Secondo me firmeranno la convenzione e inizieranno il loro lavoro, dalle ex colonie fino allo scempio della Tagliata. E venderanno un po' d'appartamenti, ma non tutti. E allora cominceranno a picchiare i piedini, a dire che la convenzione è troppo onerosa, che loro non ci possono più stare anche se vorrebbero, che se il Comune non vuole ritrovarsi con gli impianti abbandonati per il fallimento della società deve scendere a più miti consigli, e via di seguito.
Tutto già visto (altrove).
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