sabato 26 novembre 2011

Impermeabili, inossidabili, indecenti

Tre parole nel titolo per dire quel che penso dei nostri (in)degni rappresentanti che siedono ai piani alti di Piazza Città di Lombardia, 1 - Milano.

I sedicenti liberali di cui sopra, gli alfieri della sussidiarietà, della libertà d'iniziativa e d'impresa, i paladini del mercato nelle loro auliche dichiarazioni ai giornalisti, spente le telecamere e riposti i taccuini, agiscono secondo le più consolidate tradizioni stataliste del paese, nell'alveo di quella miriade di provvedimenti clientelari "romani" che hanno portato l'Italia non sull'orlo "della" ma dentro "la" bancarotta.

Impermeabili alla crisi economica, inossidabili di fronte all'impietoso giudizio dei mercati, indecenti nei loro privilegi foraggiati col denaro dei contribuenti, eccoli erogare l'obolo che sosterrà l'economia delle valli per i decenni a venire.

I soldi di tutti usati non nell'interesse di tutti, ma per quello dei pochi. Ricordatevene quando il ticket per i vostri esami sanitari costerà un po' più dell'anno prima, quando l'abbonamento per il pullmann che porta vostro figlio a scuola raddoppierà dopo l'ulteriore sforbiciata (si mormora di 400 mln di €) che colpirà il trasporto pubblico locale nel 2012, quando il treno pendolari che trascina al lavoro sarà ancora un po' più sporco e un po' meno puntuale.

E ricordateve anche voi, a Roncobello, quando quei 15 milioni saranno passati sotto il vostro naso senza manco lasciarvi il tempo di sentire il loro odore.

Ricordatevene, visto che una nuova glaciazione sembra piuttosto in là da venire, quando i nuovi sfavillanti impianti di risalita vi consentiranno di ammirare piste d'erba:






(le tre immagini soprastanti non riguardano registrazioni svolte in Valle Brembana. Ne ho cercate ma non ne ho trovata neppure una. Riportano dati del Centro Geofisico Prealpino di Varese - Campo dei Fiori, e di una zona centrale di Milano. Rispetto alle Orobie cambiano i valori, non le tendenze, essendo queste ultime comuni a gran parte dell'Europa Centro - Mediterranea).

mercoledì 23 novembre 2011

I puntini sulle "i"

L'ultimo post di Mara ha scatenato una ridda di commenti piuttosto accesi. Io vorrei raffreddare un po' il clima, credo sia opportuno.

Vorrei soprattutto mettere, come dico nel titolo, i puntini sulle "i", ossia evidenziare una serie di fattori, personali e no.

Il primo punto è questo: sono personalmente contento che a Piazzatorre la vicenda "impianti" abbia preso la piega che le cronache più recenti ci hanno descritto. E sono sicuro che anche la mia socia è contenta. Lo scrivo senza ironie, senza fronzoli, senza voler dire una cosa intendendone un'altra.
Credo che la riapertura degli impianti, assicurata almeno per questa stagione, sia positiva comunque vada la stagione, non fosse altro perché l'aria di Piazzatorre era ormai sin troppo avvelenata, e la nuova bella notizia è un aliseo benefico.

L'altra buona notizia é che l'accordo per la riapertura vede protagonista della gestione una società già avvezza alla conduzione di strutture di questo tipo, non degli avventurieri. Le credenziali di tale società sembrano ottime, e questa è un'altrettanto ottima premessa di successo per la stagione invernale che si avvicina.

Fin qui le luci.

Siccome, però, al ruolo di scassamaroni non vengo meno, non posso dimenticare che le ombre non se ne sono andate del tutto.

Dalle dichiarazioni del sindaco Arioli riportate dalla stampa (e ancora una volta brilla per assenza la comunicazione ufficiale e istituzionale, non sostituibile da un'intervista) sembrerebbe che il futuro acquisto degli impianti da parte del Comune (ahi, ahi, politica interventista dello Stato di Pantalone!) dovrà essere finanziato attraverso interventi edilizi nell'alveo del PII che noi detestiamo.

Lo ribadisco: se tali interventi riguarderanno le ex Colonie, saranno solo benvenuti. Se fosse riproposto anche il folle scempio della Tagliata saremo ancora in prima linea, elmetto in testa, a sparare a zero su chiunque appoggerà questa sesquipedale stupidaggine.

Ci auguriamo, inoltre, che il passo compiuto dall'amministrazione comunale sia solo il primo di un cammino, possibilmente celere, che riguardi il ruolo di Piazzatorre da aprile a novembre, perché va bene l'entusiasmo di queste ore, ma poi le ore, i giorni, le settimane passano, e senza politiche per il "sopra zero gradi", quelle per il "sotto zero gradi", da sole di strada ne fanno poca. Detto in altri termini, occhio ai fuochi di paglia.

Ulteriore richiamo ai naviganti: gli accordi che vedono partecipare un ente locale, sono tali solo se formali, redatti in forma scritta, approvati dall'organo competente. Caro Sindaco, Lei è avvisato: niente pastrocchi all'italiana, niente volemose bene, vada in Consiglio, riferisca il dovuto e porti la convenzione tra Comune-Alta Quota-SESP. E poi, per favore, una volta nella vita, si decida a dare asilo alla trasparenza e alla comunicazione e pubblichi tutto quanto sul sito comunale, non sull'ECO, sul forum vallare o sul sito dell'ufficio turistico, no, proprio sul sito del Comune. Grazie.

giovedì 17 novembre 2011

Le virtù teologali

Fede, speranza, carità. Sono le tre virtù teologali. Doti indispensabili a chi si concede il lusso di voler bene a Piazzatorre.

Aggiungiamo, per non farci mancare proprio nulla, una quartà virtù: la pazienza, secondo la definizione che ne dà Sant'Agostino: "la pazienza retta, degna di lode e del nome di virtù, è quella per la quale con animo equo tolleriamo i mali, per non abbandonare con animo iniquo quei beni, per mezzo dei quali possiamo raggiungere beni migliori. Pertanto chi non ha la pazienza, mentre si rifiuta di sopportare i mali, non ottiene d’essere esentato dal male ma finisce col soffrire mali maggiori. I pazienti preferiscono sopportare il male per non commetterlo piuttosto che commetterlo per non sopportarlo; così facendo rendono più leggeri i mali che soffrono con pazienza ed evitano mali peggiori in cui cadrebbero con l’impazienza".

Cari amici (stavo per scrivere cari fratelli e sorelle, visto il titolo del post) abbiate fede, abbiate speranza, siate caritatevoli, e soprattutto fate scorta di pazienza.

Vedrete che prima o poi il Comune si deciderà a sfruttare quel povero sito web che possiede, per fornire tutte le informazioni del caso.

Che dite, é demoralizzante o no aprire un sito istituzionale "aggiornato" a due anni fa?  Non fa specie che l'informazione debba essere elemosinata su portali e su forum?

Quanto a questi ultimi, qui non ce l'abbiamo con il forum vallare, semmai con le licenze che si concedono alcuni suoi amministratori, e per i motivi che avevo spiegato qui.

Checché ne dicano, un forum é un posto dove la discussione DEVE essere libera, e anche le idee non gradite devono trovare spazio, venendo criticate se si hanno gli argomenti per farlo, oppure lasciandole decantare se non si ha la capacità di ribattere con argomentazioni decenti.

Restiamo convintissimi dell'utilità del forum vallare, anche perché é gestito a livello locale, a differenza, é solo un esempio, di questo blog, che viene scritto da me e Paolo quando e dove capita, e non può avere il livello di aggiornamento che solo chi vive in valle é in grado di garantire.

Lunga vita dunque al forum di valbrembanaweb, ma sia chiaro, qua non solo non ci sentiamo inferiori a loro, se non per numero di lettori (anche perché qui si tratta un solo thread, non diverse decine). Paradossalmente in questo che é un blog personale, dove pertanto siamo perfettamente autorizzati a scrivere quel che ci pare (nei limiti del codice penale) e a censurare i commenti non graditi, non essendo questo un luogo di discussione ma di proposizione della nostra posizione per-so-na-le, qui dicevo NON E' MAI STATO CENSURATO UN SOLO COMMENTO E LA DISCUSSIONE E' PIU' LIBERA. TOTALMENTE LIBERA.

Alla faccia di chi si autodefinisce credibile e difende la propria supposta credibilità a colpi di censura.





lunedì 14 novembre 2011

Mi spezzo ma non comunico

Giusto per non smentire la tradizione piazzatorrese secondo la quale, nella comunicazione, la trasparenza è una malattia e l'ufficialità è una malattia grave, ecco che puntuale arriva un'anticipazione dei soliti bene informati.

Vigliacca la miseria se il Comune si decide a cambiare registro e a informare su quel che fa giorno per giorno e non solo dopo l'esito delle sue azioni.

Cos'é? Se tutto va bene si stappa lo champagne, se tutto va male almeno non si sa di chi é la colpa? E' questa la consegna?

Nota a margine: con i suoi commenti, il nostro (ex?) lettore Azeglio ottiene una nuova gran bella figura (si fa per dire).



domenica 13 novembre 2011

Fare la "O" col bicchiere

Riprendo il tema avviato dal commento di una anonima lettrice, che poneva la più classica delle domande: cosa fare?

Mi scuso anzitempo se, per quanto cercherò di evitarlo, userò termini inglesi entrati nell’uso corrente del linguaggio aziendale.

Quello che vi descriverò da qui in poi non è una ricetta miracolistica, né l’uovo di Colombo, ma una sintesi di cose piuttosto ovvie, tanto che alla fine molti di voi diranno “lo sapevo anch’io”.

Comincerei col dire che chiedersi cosa “fare” dovrebbe essere l’ultimo dei nostri pensieri, l’ultimo passo di un processo che parte da chi/cosa vogliamo “essere”, ovvero quale futuro auspichiamo (in questo caso per Piazzatorre). La partenza é costruire la vision.

Chi sono gli attori di questa costruzione? In una comunità così piccola viene da dire “tutti”, o almeno una quota qualificata della popolazione effettivamente residente, perché se è vero che il Comune ha il compito istituzionale di esercitare (anche) le funzioni che riguardano lo sviluppo economico, è altrettanto vero che in una realtà di 400 anime interpellare e ascoltare chi ha qualcosa da dire non è un’impresa improba e, soprattutto, è fondamentale per giungere ad una vision condivisa, senza la quale è perfettamente inutile iniziare a fare qualsiasi cosa.

Decidere cosa si vuol essere (una località per solo turismo invernale? una per solo turismo estivo? una località “quattro stagioni”? altro?) significa compiere una scelta indicandone i motivi a supporto. Se la scelta fondamentale non è condivisa, al primo cambiamento di vento crolla tutto quanto.

Alla determinazione della vision consegue la fissazione degli obiettivi, che devono essere chiari, raggiungibili, misurabili. Dire “vogliamo rilanciare Vattelapesca” non è un obiettivo, è una dichiarazione d’intenti, bella finché si vuole, ma tutt’altro che concreta. Obiettivi sono, per esempio, fissare il numero di visitatori che si intende avere in determinati periodi dell’anno, stabilire quali servizi si intendono erogare e con quali standard, quali requisiti di attrattività devono essere conseguiti e in quali tempi, ecc.

Anche per gli obiettivi è essenziale la condivisione. Stabilirli sulla base di una volontà politica legata alla maggioranza di turno è sbagliato: vale quanto sopra, se per qualsiasi motivo i numeri vengono meno, il rischio dello scatafascio è altissimo.

Ma allora a che serve un’amministrazione comunale se deve condividere tutto? Sbagliato! Non tutto, solo vision e obiettivi, cioè le variabili non negoziabili, stabilite le quali spetta alla maggioranza decidere il “come” raggiungere gli obiettivi ed il risultato connesso allo vision.

Il “come” è fatto di una sequenza precisa: politiche, strategie, attività.

L’inglese ci viene in aiuto, perché in quella lingua l’italiano “politiche” viene tradotto con policies quando si parla di linee di condotta e con politics quando ci si riferisce alle attività proprie della politica. Qui si parla di policies.

“Politica dell’accoglienza”, giusto per fare un esempio diretto, non è ancora una strategia, né un’espressione di cose di fare, è, piuttosto, un tassello del puzzle che compone un modello di sviluppo turistico. “Politica per la residenzialità” è un altro. “Politica per l’attrattività”, “politica per le attività e l’indotto”, ecc…, sono tutte linee di condotta che un’amministrazione, un consorzio, una società, scelgono di seguire sulla base di motivazioni, che sono tenute ad esplicitare.

Le strategie sono gli “strumenti”, gli “attrezzi” che si intendono usare per sviluppare le politiche. La pubblicità, suggerita da Macky in più interventi, è una strategia; l’ispirazione ad un modello presunto più efficiente è una strategia; l’avvalersi della negoziazione con altri soggetti è una strategia; proporre pacchetti vacanze è una strategia; scegliere la ricettività alberghiera è una strategia (opposta alla strategia che punta alla residenza in seconda casa).

Le attività sono la traduzione nel “pratico” delle strategie, ovvero sia quel “cosa” che si chiedeva all’inizio. Un “cosa” che, per essere fatto, esige di essere definito anche nel “come” (esempio pubblicità: rivolta a quale pubblico; con quali mezzi; a quali costi; entro quali tempi), nonché nel “chi” (i soggetti che dovranno occuparsene).

Avete già capito quindi che per poter decidere se “cosa” fare affinché una località turistica si riprenda dallo sfacelo, serve stabilire una serie di altre “cose”.

Trait d’union di tutto questo ambaradan è la comunicazione, che deve essere costante, precisa, il più possibile trasparente, e ufficiale. Comunicazione non solo verso l’esterno (i possibili utenti), ma anche all’interno dell’organizzazione o del gruppo che sta seguendo il “progetto”.

Adesso ditemi voi a quali dei punti che vi ho esposto rispondeva il PII, ditemi se per Piazzatorre, al di là della mera dichiarazione d’intenti inerente il “rilancio”, sono mai stati definiti una vision, degli obiettivi, delle politiche. Ci si è affidati ad una sola strategia (la programmazione negoziata, e con un soggetto non avvezzo a “produrre” turismo), che riproponeva attività note e stranote, lasciando la comunicazione alle voci da bar. Poteva avere successo un progetto così gestito? Certo che sì. Bastava avere un culo pazzesco.

venerdì 11 novembre 2011

E dimettersi no?

Secondo Alberto Mazzoleni, Presidente della Comunità Montana Valle Brembana, la montagna ha troppi vincoli.

Vediamo un po', analizziamo i fatti e non le opinioni.

Troppi vincoli rispetto a cosa? Qual è il parametro di riferimento?

I boschi, per esempio, sono vincolati ope legis, però questo vincolo vale indifferentemente su tutto il territorio nazionale, quindi no, la pietra dello scandalo non possono essere i boschi.

La fasce fluviali e lacustri sono vincolate anch'esse, ma vale quanto sopra. Ancora una volta non sono questi elementi a fare la differenza.

I territori compresi nei parchi regionali allora, ecco, questa potrebbe essere una penalizzazione, però se penso, per esempio, che la città di Gallarate (Gallarate!) é interamente compresa nel Parco del Ticino, e che l'area urbana di Piazzatorre é esterna al Parco delle Orobie Bergamasche, ancora una volta mi dico che l'elemento penalizzante deve stare per forza altrove.

I territori alpini oltre quota 1.600 m e quelli appenninici oltre quota 1.200 m sono vincolati, effettivamente questo fa una certa differenza, soprattutto per chi vuol costruirsi un'abitazione o un'azienda oltre quelle altezze. Abbiamo trovato un possibile colpevole della penalizzazione a carico della montagna: l'altezza!

I circhi glaciali sono vincolati, ma é un problema minore direi.

I vulcani sono vincolati, ma escluderei la presenza di vulcani in Valle Brembana, i giornali ne avrebbero parlato. I vulcani non penalizzano le Orobie.

Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Interesse Comunitario (SIC) sono una bella palla al piede, ammettiamolo. Però, accidenti, anche questi sono sparsi ovunque lungo lo Stivale, e a tutte le quote, e in più, aprite bene le orecchie, non vengono individuati perché un oscuro funzionario di Bruxelles si sveglia una mattina, prende un volo Ryan Air, atterra ad Orio, sequestra un furgone di cottimisti e lo dirotta su per le valli apponendo vincoli a destra e a manca. No, non funziona così. Funziona che qualche amministratore locale o provinciale o regionale valuta che una determinata area abbia i requisiti per essere protetta, fa una proposta in tal senso, e dopo un iter che spesso dura anche due-tre anni, se tutti i soggetti interpellati convengono che quell'area sia effettivamente delicata, allora la si classifica come ZPS o SIC.

Nemmeno ZPS e SIC possono quindi essere classificati come killer della montagna.

Ho come la sensazione che ci sia in giro un altro genere di killer: quelli che non sanno presentare i progetti.

martedì 8 novembre 2011

Dear Macky...

...veniamo a noi.

Dunque, vediamo un po', se per Lei va bene partirei a raccontare un po' di Piazzatorre, che da qui indicherò PZT, per far prima.

PZT fu una di quelle località che per un buon quindicennio dopo la fine della SGM (la prendo un po' lunga, abbia pazienza), sonnecchiava tranquilla nella sua valle, viveva di quel poco che l'economia di una zona manifestamente depressa le concedeva, vedeva pochi (ma probabilmente buoni) turisti, piuttosto sciuri, oltre ai ragazzi che dalla città venivano deportati (ops, pardon) entusiasticamente accompagnati nelle colonie estive. Nulla di più o di meno di molte altre località montane sparse per la Penisola.

Facciamo un salto di altri quindici anni. Primi anni '70 del secolo scorso. PZT scopre una "vocazione" più spiccata per il turismo invernale, arriva un po' in ritardo rispetto ad altre località più rinomate ma arriva. E qui faccio il primo appunto: in realtà, non è PZT a scoprire il turismo, é l'esatto contrario, e perché? Perché sono gli anni in cui lo sci comincia a uscire dall'aura elitaria che lo contraddistingue, e la voglia di mettere gli sci ai piedi comincia a diffondersi presso un pubblico più vasto, quello che non può permettersi Cortina, ma che ha abbastanza denari per fare qualcosa in più della gitarella fuori porta la domenica.

Qualche anno ancora e lo sci, complice la "Valanga Azzurra" diventa "popolare" quasi come il calcio. Ricordo come fosse oggi che i bambini che non potevano venire in montagna a sciare, provavano qualcosa di analogo ai loro coetanei odierni ai quali i genitori non regalano l'iPhone.

Quegli anni sono quelli in cui il boom edilizio ha iniziato a modificare massicciamente l'aspetto di PZT. E' stata un'onda lunga, durata fino a tutti gli '80 direi, se la memoria non mi tradisce.

Comunque, PZT era a quel punto effettivamente una località, se non rinomata, senz'altro piacevole, e vivace direi, almeno per gli standard dell'epoca.

Cosa è accaduto da lì in avanti? Due cose, fondamentalmente, anzi, tre. Una a livello "Alpi", ovvero un calo dell'interesse verso gli sport invernali, dapprima meno sensibile poi sempre più marcato.
Due a livello locale: a) non si è fiutato il vento che cambiava, non si sono cambiate strategie e proposte per consolidare il ruolo turistico del paese. Tutto o quasi restava ancorato al mito della "seconda casa"; b) i dissapori tra famiglie e tra gruppi d'interessi locali hanno avuto il sopravvento sull'interesse generale.

A fine anni '90 il patatrac era ormai prossimo, e puntualmente si è verificato dopo qualche anno. Nel 2002, forse 2003, PZT era ben avviata su un binario morto, complice se vuole un ricambio generazionale che NON ha visto il subentro a diverse attività presenti in paese, le quali conseguentemente hanno chiuso una dopo l'altra. Intendiamoci, il ricambio non c'é stato anche perché la redditività di quelle attività era via via divenuta sempre più marginale.

Ho quasi finito eh, resista Macky.

Nel 2006, credo, fu eletta sindaco Federica Arioli, una donna giovane, preparata, sulla quale io stessa avevo posto molte speranze. Federica era partita molto bene secondo me, aveva portato una ventata di rinnovamento. Non è stata seguita. E' stata osteggiata, ha dovuto scendere a patti con una parte della minoranza consiliare, digerire un "ribaltino" indegno, e infine, forse esausta anch'essa, ha ceduto al "richiamo della foresta", cioè alla proposta di curare il malato (PZT) con la medicina che, alla fine dei conti, l'aveva steso definitivamente: ulteriore indiscriminata crescita edilizia.

Qui contestiamo ferocemente lo strumento utilizzato per dare il "la" a tale crescita, un Programma Integrato di Intervento che oltre a cose accettabilissime e sensate (la riqualificazione dei due rottami rappresentati dalle ex Colonie) prevede una demenziale villettopoli sull'area dove ora sorge il bosco urbano della "Tagliata".

Io non lo so se questo blog ha contribuito a rompere quel "bel" giocattolo di cui in tanti si erano subito innamorati (il PII), so che per aver osato criticarlo e combatterlo ci siamo presi dei crociati, degli integralisti, dei talebani, degli oscurantisti, ecc. ecc.

Le nostre proposte, diceva? Il blog le riporta. L'ultima è piuttosto recente, l'ha formulata Paolo, prendendosi ovviamente un sacco di pernacchie. Altre le troverà in post più vecchi, a partire dal 2009 credo, forse anche da prima.

Tutte regolarmente ignorate, ma nessuno, ripeto nessuno, ha sinora presentato proposte d'altro tipo.

Sostanzialmente ci si sta impiccando allo sci come elemento salvifico, ignorando ostinatamente numeri e documenti che danno ampia dimostrazione circa il fatto che gli sport invernali devono essere ormai visti come un complemento ad un'offerta turistica più strutturata ed estesa all'intero anno, o almeno a sua larga parte (si veda i tag "Sport invernali e turismo").

Cosa vorrei? Quello che tutti (credo) vogliono: una Piazzatorre più bella, più accogliente, più ordinata, più viva IN PRIMO LUOGO PER CHI CI ABITA, perché, checché qualcuno ne pensi, io credo che chi decide di vivere in montagna meriti più rispetto di quello che noi turisti mediamente concediamo con sufficienza, trattando questi luoghi con la stessa filosofia "usa, consuma e getta" che utilizziamo per una qualsiasi forma di divertimento. Disprezzo chi dichiara senza vergogna "ho comprato la casa per usarla due settimane l'anno, e va bene così, di tutto il resto non mi frega nulla".

Lo so bene che è più facile a dirsi che a farsi, ma levarsi la cazzuola dalla testa è un passo fondamentale per cominciare a fare qualcosa di buono. Molti villeggianti (non sto nemmeno parlando di me, pensi) hanno chiesto non so quante volte di essere maggiormente ascoltati, non si pretendeva il voto amministrativo, ma almeno una considerazione maggiore. Si è preferito dar loro in pasto lo "zuccherino" dell'unificazione degli impianti (pur benedetta sia chiaro) per nascondere l'assenza di qualsivoglia altra progettualità che non fosse quella legata alla speculazione edilizia.

Salvare gli attuali impianti di risalita vale qualsiasi prezzo ambientale? Per noi no.

Macky, creda, lo so che costruire un programma turistico è tutt'altro che facile, anni fa sono stata advisor per un Consorzio italiano, a partecipazione mista pubblico-privata, che gestiva un'area turistica, estiva e invernale, grande penso quanto mezza provincia di Bergamo, ricordo ancora l'imbarazzo che dovevo nascondere rispetto alla pochezza e alla vacuità delle proposte contenute nel loro Piano di Sviluppo, c'era da chiedersi se davvero quell'enorme contesto avesse una vocazione turistica o se la si stesse inventando di sana pianta. Si figuri se non comprendo le difficoltà di PZT, ma comprendere non significa dover giustificare la mancanza di strategie, di politiche, di linee d'azione che non siano quelle utilizzate negli ultimi trent'anni del secolo scorso.

lunedì 7 novembre 2011

Aiuto! C'é un blog in libertà!

Un insidioso essere alieno s'aggira per la Valle Brembana seminando zizzania tra i suoi abitanti, incutendo timore in molti di loro, minacciando la quiete della valle.

Lo strano essere è imperscrutabile, infido, si mimetizza, assume sembianze umane per avvicinare malcapitati valligiani, ghermirli e, infine, divorarli.

Le autorità invitano alla calma e assicurano che la situazione è sotto controllo, ma nessuno si fida più, la gente rincasa presto la sera, spranga porte e finestre e si raccoglie davanti al pc sperando in una sola, rassicurante notizia: salviAMO Piazzatorre è stato ucciso dai guardaccia!

Usti, siamo proprio più pericolosi dell'orco Shrek, eh sì,occhio che vi tritiamo le ossa e ci facciamo il sapone.

Bah, che dire, nell'Italia di oggi essere considerati inutili e fastidiosi é motivo d'orgoglio, visto che in tali categorie vengono quotidianamente fatti rientrare tutti i "rompicoglioni" che costringono il prossimo a sfruttare i neuroni che il buon Dio ha avuto la generosità di assegnargli.

Quindi no, no cari infastiditi, il blog non lo chiudo, se non altro perché non avete nemmeno fatto lo sforzo (per par condicio) di chiedere la chiusura di quest'altro ormai anch'esso (per i vostri angusti parametri) inutile e fastidioso thread sul forum vallare.

In realtà, però, non lo chiudo perché sono convinta che ogni luogo di discussione abbia un senso, anche ove non scaturiscano folgoranti idee, non si postino commenti degni del Nobel per la letteratura, non si trovi la soluzione alle sfighe del mondo. Tra mille cazzate una mezza roba buona prima o poi salta comunque fuori.

Non lo chiudo perché, checché si ritenga, il PII non è sepolto, é (forse) accantonato, e per quanto io sia stracerta che giuridicamente non possa più essere convenzionato, in quanto decaduto, sono altrettanto stracerta che Regione e Provincia mai e poi mai prenderanno carta e penna per mettere nero su bianco tale dettaglio al Comune. Sono, altresì, ragionevolmente convinta che il redigendo PGT rischi di riproporre la medesima pirlata tale e quale (senza, quindi, quelle modifiche che noi fastidiosi auspichiamo da sempre).

Su una cosa devo convenire col nostro affezionato commentatore Azeglio: la mediocrità del "bar sport" è, purtroppo, così diffusa (e non da ieri) nel nostro maleamato Paese, relativamente a qualsiasi argomento, che anche qua, sia detto senza offesa per nessuno, la si riscontra in qualche intervento.

Rivendico, tuttavia, l'ostinata convinzione che sia giusto pubblicare ogni contributo che qui arriva, se i suoi contenuti rispettano i limiti dettati dall'educazione, dalla decenza, dalla consapevolezza che l'illazione pesante, la diffamazione, la calunnia non sono giustificabili dietro l'anonimato che Blogger garantisce. Se mi accorgo che un'affermazione non comprovata o comprovabile, o offensiva, rischia di essere inequivocabilmente riconducibile ad una persona fisica o ad altro soggetto, la blocco. Se non dovessi accorgermene, siete cortesemente pregati di segnalarmelo e nel giro di ventiquattr'ore la cancello.

Tutto ciò premesso, ribadisco, non siamo qui solo per contestare. Avete, se gradite, ampia possibilità di PRO-POR-RE la vostra personale ricetta per far sì che Piazzatorre risalga la china lungo la quale sta scendendo. Enjoy the fligth.

sabato 5 novembre 2011

Da oggi cambiamo un po'

Il cambiamento è un atto fondamentale per chiunque e per qualunque attività, sempre.
Senza cambiamento non c'è evoluzione, non c'è miglioramento, si può tirare avanti, non crescere.

I vostri commenti sono stati l'occasione per compiere una piccola svolta per questo blog.

Da oggi non ci sarà più solo la contestazione di un'idea che (per noi) resta sbagliata, né solo la proposta di ciò che (sempre noi) riteniamo migliore e possibile (AVVISO AI NAVIGANTI: chi sostiene che qui proposte non ne sono mai state fatte, è in errore, quindi, togliete pure la puntina da quel disco).

Il blog diventa anche una cassetta postale: depositateci le VOSTRE proposte alternative a quello "splendido" PII che, a Dio piacendo, non avrà prosecuzione (almeno non nella forma attuale si spera).

Da qui in avanti avete l'occasione di lanciarvi nelle idee, anche le più strampalate, in una sorta di brainstorming via web.

Buttatevi, tanto male non vi farete, nessuno è qui a dare voti, tutti teniamo a che Piazzatorre diventi una località più bella e attraente di quanto lo sia ora.

Solo una cosa: siate INNOVATIVI, non fossilizzatevi sull'unico modello di sviluppo che è stato portato avanti per trent'anni. I suoi esiti li conoscete già.

Se volete potete scrivere anche al nostro indirizzo di posta elettronica mailto:salviamopiazzatorre@gmail.com, le vostre lettere le pubblico poi io.

Buon divertimento, e speriamo ne esca qualcosa di utile.

venerdì 4 novembre 2011

Il problema di Piazzatorre? E' il nostro nome (!)


Il "pobblema" di Palemmo era il "ciaffico". Qual' è quello di Piazzatorre?

IL NOME DI QUESTO BLOG

Ora, Ennio Flaiano vorrà perdonarmi se lo cito: "la situazione è drammatica, ma non seria".

Se si arriva a sostenere che il problema di cui Piazzatorre soffre è il nome di un blog o, comunque, la cattiva pubblicità che quel (questo) blog farebbe al paese, allora temo che nell'Alta Valle Brembana la confusione regni sovrana (fa anche rima).

A fare cattiva pubblicità sarebbe il mio blogghino da cinquanta lettori in media la giorno? Salviamo Piazzatorre come spauracchio per i potenziali turisti? Cari amici e nemici, abbiate pazienza, ci state sopravvalutando.

Adesso vi dico io alcune cosette che di sicuro fanno cattiva pubblicità a Piazzatorre: 
  • le fazioni in cui è divisa,
  • l'assenza di strategie amministrative degne di questo nome,
  • l'improvvisazione e l'estemporaneità delle scelte (l'anfiteatro incompiuto resta un emblema, degno di un paese sito in qualche regione italiana posta qualche parallelo più a sud),
  • la pervicacia nel somministrare al malato le stesse medicine che l'hanno portato al coma,
  • la fideistica venerazione verso le taumaturgiche proprietà dello sci di rappresentare quel "vento in poppa" che dovrebbe gonfiare le vele del paese,
  • l'incapacità di scrollarsi di dosso le reminiscenze di un passato che, in quanto tale, non può rappresentare il futuro (guardatevi pure le foto di un giovane Pippo Baudo che fa finta di salire sulla bidonvia stando ben attento a non gualcire il vestitino stirato. Trattenete le lacrime di commozione se potete),
  • l'incuria verso ciò che c'é (primum manutenere deinde costruire),
  • l'indifferenza per il disastro urbanistico attuale,
  • la scarsa lungimiranza che fa considerare i foresti più o meno alla stregua di un bancomat (per contro, non mi stancherò di denunciare l'odiosità di quei foresti che prendono Piazzatorre per il loro parco giochi privato),
  • l'arretratezza culturale di alcuni (quelli a cui l'espressione ambiente naturale fa venire gli sfoghi sulla pelle, per curare i quali occorre un unguento a base di malta cementizia).
Direi che ce n'é abbastanza per dichiarare l'assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste, di questo blog dall'accusa di cattiva pubblicità nei confronti di Piazzatorre.

Ciò premesso, venendo alle numerose richieste di cambiamento del nome: per quel che ho appurato cambiare nome comporta il cambiamento dell'indirizzo web, e questo sarebbe il meno, ma soprattutto, la perdita dell'indicizzazione di tutto quello scritto da tre anni a questa parte.

Spiacente, non me la sento. Non me la sento, e vorrei essere creduta, per rispetto soprattutto a chi ebbe per primo l'idea di questo blog, vi contribuì, e per primo lo abbandonò per causa di forza maggiore.

Prometto però che qualche cambiamento, se non nel titolo almeno nell'introduzione, lo apporterò a breve. Anche perché i vostri commenti mi fanno ben sperare che possa esserci una svolta nella funzione di questo blog, nella direzione di una più ampia apertura alla raccolta di idee per aiutare Piazzatorre.



martedì 1 novembre 2011

PFUI!

Eccheduecuggh....., direbbe Cetto Laqualunque.

Francamente ha raggiunto livelli ridicoli l'astio di taluni verso questo blog. Un blogghino che fa in media cinquanta contatti al giorno accusato di essere il Grande Vecchio del complotto contro Piazzatorre e il suo fantasmatico piano di rilancio.

No ragazzi, non ci siamo. Giusto per rinfrescarvi la memoria, vi ricordo che non è stato questo blog ad affossare il PII. Altrettanto non è stato il ricorso di Legambiente (ricordate? E' stato respinto).

Il PII s'è affossato da solo, per merito dei suoi stessi promotori. Alta Quota se l'é suonata e cantata. Tutto da sola.

Nulla peraltro impedisce che quel demenziale programma risorga dalle sue ceneri, come la mitica Araba Fenice. Basta trovare qualche immobiliarista un pochino più scafato e il gioco è fatto, a pagare i conti saranno i polli, pardon, gli "investitori" tutti orgogliosi della loro "casa in mezzo al verde della Val Brembana, a partire da soli 59.000 euro".

Poi un giorno potranno sempre lamentare che il Comune non gli spazza la neve davanti a casa se non a pagamento, ma del resto, si sa, nella città dove abitano il Comune è talmente generoso che la neve gliela spazza via anche dal cortile.