Questo post non sarà breve, perciò, mettetevi comodi e rilassatevi.
Per cominciare vorrei esprimere la mia personale sorpresa, mista a soddisfazione, per il fatto che un post fatto solo dal titolo,
La manifestazione, abbia generato così tanti commenti. Evidentemente l'attesa per quella riunione pubblica era tanta.
Ormai non ha senso che scriva oggi quello che non ho potuto scrivere giorni or sono.
Non so neppure se l'invocata assemblea del 2 gennaio si sia svolta, parrebbe di no, anche per i motivi ben espressi in
questo commento sul topic nel forum vallare.
In tutta sincerità, ci avrei giurato. Ma anche se si fosse svolta, devo dire che avrei parecchi dubbi sulla sua utilità.
Stiamo ai fatti, la chiusura degli impianti, almeno per quest'anno non ha desertificato Piazzatorre, anzi. Gente ce n'era, tant'é che quel "nessuno" presente é stato più che sufficiente a intasare i pochi parcheggi disponibili (e torna il tema della capacità del paese di reggere in termini di servizi!).
La situazione é triste, seria, non é detto sia irreversibile. Non é nemmeno detto sia complessa, potrebbe solo essere complicata, magari molto complicata.
Perché le cose volgano al meglio occorrono, tuttavia, innanzi tutto due cose: trasparenza e cambiamento.
Trasparenza nella comunicazione, negli approcci tra le parti in causa, cambiamento negli atteggiamenti (di tutti, turisti compresi).
E allora diciamo subito che no, signor Sindaco,
il suo comunicato del primo gennaio é solo apparentemente trasparente, perché omette un dettaglio importante e omettendolo le consente di fare un'affermazione non corretta e fuorviante.
Quando Lei dice che [il proprietario della stazione di partenza] "non è mai stato disponibile ad un contratto di sei anni, per ragioni che non ha mai esplicitato prima e che – apparse in gran numero soltanto in seguito sui giornali e sul web – non riguardano aspetti di sua competenza ma esclusivamente dell’Amministrazione Pubblica, quali le garanzie sul Gestore degli impianti, l’insostenibilità economica dell’intero progetto, il fallimento della società Valle dell’Olmo, le difficoltà di bilancio del Comune, l’inaffidabilità degli altri interlocutori, ecc.", omette di dire che il signore in questione é il padre di un consigliere comunale di minoranza il quale a sua volta é presumibilmente interessato alla redditività delle attività familiari, in relazione alle quali, é parimenti presumibile, egli discuta, appunto, in famiglia.
Senza voler in alcun modo prendere posizione a favore del soggetto di cui si parla (peraltro, fin troppo crocifisso dagli ultrà pro-ski), dovremmo, forse, pretendere tutti quanti che vi sia una sorta di dissociazione mentale per la quale in veste di privato, il suo consigliere d'opposizione ignori ciò che sa e conosce in relazione al ruolo istituzionale ricoperto? Dovremmo pensare che sarebbe più opportuno che egli agisca in pieno conflitto d'interessi, e pur sapendo che "sotto il vestito niente" (poche balle, non esiste uno straccio di business plan per le Torcole!) ricavi un utile immediato per sé a danno della collettività che verrebbe nuovamente beffata in poco tempo? Forse il suo consigliere ha sentito nominare la Corte dei Conti qualche volta, a Lei questa espressione suggerisce nulla?
Si rende conto, signor Sindaco, che Lei stesso, forse inconsciamente (si rilegga le parole in neretto) sta dicendo che l'idea che ha, in buona fede e buona volontà, perseguito, ha le fondamenta sulla sabbia?
Si é accorto, ancora, che qualcuno le ha chiesto a chi Botta abbia venduto la Piazzatorre Ski Area e che dal Suo comunicato non si evince alcuna risposta in merito? Allora rifaccio la domanda anch'io: a chi appartiene oggi Piazzatorre Ski Area? E mi consenta un'altra domanda: perché mai dovrebbe essere compito del Comune dare garanzie sul Gestore degli impianti? E offrendo cosa? Ciò spetta, semmai al proprietario degli stessi, ovvero a colui che li dà, appunto, in gestione. Ma questi, non é forse Alta Quota? Sarebbe il Comune? Nel caso chiedo venia, mi sono perso qualche puntata, mea culpa.
E veniamo al secondo ingrediente, il cambiamento.
Qui non ci son Santi, o si cambia o si muore. Però si deve cambiare tutti.
Non basta pretendere (dai piazzatorresi) si deve anche dare (come turisti), su questo tasto, tanto spiacente per chi non se ne fa una ragione, continuerò a picchiare. Che a Piazzatorre vi siano problemi di conflittualità, di scarsa professionalità/volontà nello svolgere i servizi al turista, di vaga e incerta cultura dell'accoglienza, lo sappiamo, ce lo diciamo da anni.
Ma sia chiaro, o cambia l'atteggiamento di troppi signorini e signorine abituati a lamentarsi di tutto e a starnazzare lo slogan "pago-pretendo", o non si farà molta strada. Coloro che si fan venire le eruzioni cutanee se non hanno l'uscio di casa con vista sulle piste, beh, se n'andassero pure altrove. Grazie e a non rivederci.
Tanto per cominciare, a chi rivendica che la sua IMU dovrebbe tradursi in servizi occorre ricordare che l'IMU si chiama così perché é un'IMPOSTA, non una TASSA. Le imposte finanziano prima di tutto spese correnti, poi, se avanza qualcosa, contribuiscono a pagare i costi dei servizi. Quindi, no cari miei, scordatevi che con la vostra IMU il Comune possa acquistare gli impianti.
Sintesi: da una parte interrompere la tradizione plurisecolare per cui a Piazzatorre i "foresti" non hanno voce nelle decisioni (leggere "Gente di Piazzatorre" per credere), cambiare atteggiamento nei confronti degli ospiti e piantarla di voler essere più montanari e rustici di quanto non si sia davvero, dall'altra mettere in soffitta approcci di sufficienza, fastidio e supponenza da bauscia.
Bene, resta da chiarire cosa si può fare. Una bazzeccola no? No.
Prima di sparare soluzioni (a leggere il forum vallare sembra di essere a un passo dalla costituzione di una S.p.A. o di una S.C.a R.L. i cui soci dovrebbero essere i volenterosi ed entusiasti proprietari di seconda casa, sì ciao) sarebbe bene stabilire un percorso a tappe verso una meta. Quest'ultima é nota, unificare i due comprensori, e renderli fruibili. I modi per arrivarci possono essere diversi, sicché prima di decidere di buttarsi a capofitto su una strada piuttosto di un'altra (come fu fatto con l'infausta e demenziale operazione PII) é indispensabile costruirsi scenari plausibili degli eventi conseguenti a ogni singola scelta, con pro e contro. Tempi e fasi: non é necessario raggiungere la meta in un anno e neanche in due, magari ne occorreranno cinque o dieci, don't panic! Essenziale decidere le fasi, le tappe, i traguardi intermedi, chiamateli come vi pare. Un passo alla volta si arriva ovunque.
Capire i problemi: la stazione di partenza, intendendo i diritti di proprietà sulla stessa, é un problema reale? Se sì va risolto, per primo. Se no, si dimostrerebbe che sino ad oggi ha prevalso l'irragionevolezza. Se va risolto, cuore in pace e mano al portafogli. E non speriate troppo nell'esproprio forzoso, ammesso che vi siano davvero le ragioni di pubblica utilità per avviarne il procedimento, cosa di cui dubito assai, affogherebbe nei ricorsi giurisdizionali. Vi bastano vent'anni di gradi di giudizio come disincentivo?
Modelli di riferimento: possono servire ma non é il caso di impiccarsi ad essi. Leggo, nel solito forum, la magnificazione di Selvino, una bella località senz'altro, ma avete valutato dove iniziano e finiscono le analogie con Piazzatorre? Sapete, vero, che Selvino ha oltre quattro volte i residenti di Piazzatorre, quasi il doppio di quelli di Piazza Brembana? Che la sua posizione, la sua accessibilità, la sua esposizione, l'orografia del suo territorio sono dannatamente più favorevoli? Per contro, sapete che Aviatico (il posto dove si scia a Selvino) é una cacchina rispetto alle Torcole? Ok, allora piano con i paragoni.
Redditività. E' fondamentale accettare un principio: gli impianti devono stare in piedi da soli, punto. Lo so che in questo strano paese tutti sono liberal/liberisti quando c'è da inculare gli altri (scusate il francesismo) e statalisti/comunitaristi quando bisogna difendere il proprio interesse, però, anche qui, o si cambia o si muore. Chiedere l'intervento pubblico per rilevare gli impianti, o sostenerne la profittabilità, é semplicemente inaccettabile eticamente, e devastante economicamente. Trovo immorale esigere di porre a carico della collettività tutta, compresi quei piazzatorresi che non hanno mai vissuto, non vivono né mai vivranno di turismo ma si alzano dal letto alle quattro per essere a Milano alle sei, i costi di un'attività la cui redditività é incerta. Economicamente i nodi verrebbero comunque al pettine in tempi più brevi di quel che ci si aspetta, e state certi che il Comune finirebbe in dissesto, con tutte le conseguenze del caso.
Ofeleé fa el to mesteé: il Comune faccia il Comune, gli imprenditori facciano gli imprenditori, i palazzinari se ne stiano alla larga!
Le autocandidature all'ipotetico tavolo di lavoro: un coraggioso si é fatto avanti con tanto di mail e numero di cellulare, ha dimenticato il curriculum. Non sono ironico, a fare i consulenti esterni aggratise (nonché i rompicoglioni, secondo francesismo della serata) ci siamo già noi, chi si fa avanti per ruoli operativi deve fornire garanzie su sé stesso, ci pensi. Senza curriculum erano pure i due di Alta Quota.
Se si comprende e accetta tutto questo si é già a buon punto, ci sono davvero le basi per sedersi attorno a quel tavolo che in tanti invocano.
UPDATE del 4 gennaio 2013: sul forum vallare compare questo commento dell'utente "toxy". Giova precisare che la legge regionale n. 10/1998 é stata abrogata dalla successiva legge regionale n. 25/2007 "Interventi regionali in favore della popolazione dei territori montani", nella quale (a me) non risulta vi siano più riferimenti alla pubblica utilità degli impianti sciistici.
Diversa la questione riferita alle "aree sciabili attrezzate" di cui alla legge regionale n. 10/2004:
Art. 36.
Area sciabile, area sciabile attrezzata, piste.
1. Su proposta delle comunità montane, conforme agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, la Giunta regionale delimita le aree sciabili, previo parere del comitato consultivo per le aree sciabili. Costituisce area sciabile la superficie nell’ambito della quale le comunità montane territorialmente competenti possono autorizzare l’apprestamento di una o più piste destinate alla pratica degli sport sulla neve.
2. La porzione di area sciabile sulla quale la comunità montana ha autorizzato l’apprestamento di una o più piste costituisce area sciabile attrezzata. L’area sciabile attrezzata comprende anche gli impianti di risalita e gli impianti d’innevamento, ove presenti.
3. L’autorizzazione all’apprestamento di una pista di cui al comma 2, unitamente alla delimitazione dell’area sciabile di cui al comma 1, costituisce, ai sensi dell’articolo 2 della legge 363/2003, individuazione dell’area sciabile attrezzata e, pertanto, equivale a dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza e rappresenta il presupposto per la costituzione coattiva di servitù connesse alla gestione dell’area, previo pagamento della relativa indennità, quantificata consensualmente dal beneficiario della servitù e dal proprietario del fondo servente, con applicazione di quanto previsto dall’articolo 1032 del codice civile qualora l’accordo non venga raggiunto.
Per come lo leggo io, il comma 3 dovrebbe riguardare solo i NUOVI impianti, non anche quelli già esistenti, ma su questa materia la parola passa agli avvocati.