giovedì 29 gennaio 2015

Si fa presto a demolire e a dire "pro"

Nel post precedente due commenti, questo e questo, mi hanno spinto a qualche riflessione.
Parto dal primo, premettendo che non replicherò alla stupidaggine sui turisti "strapelenti", convinto che ci penserà qualcun altro.
Interessante invece la prima parte del commento, quella dove si invoca la demolizione di tutte le seconde case "con dentro i proprietari". Facciamo uscire i proprietari, o gli affittuari, liberiamoci dalla scemitudine e concentriamoci sulla proposta demolitoria.

Tutte quelle case no, ma certo buona parte meriterebbe di essere demolita, trattandosi di prodotti edilizi ormai vetusti e inadeguati agli standards di qualità attuali.

Chiaro che così com'é la proposta é irricevibile: intanto perché solo chi é proprietario può demolire, il che significa che un ipotetico operatore dovrebbe farsi carico dell'acquisto di interi condomini, più facile a dirsi che a farsi.
Ma c'é un altro problema, persino peggiore, composto da due aspetti: 1) nella testa dei proprietari di casa é saldamente fissato il concetto (sbagliato) che la casa é un "investimento"; 2) in Italia la durata di una casa non si misura in anni ma in generazioni (la casa del padre passa al figlio e, se possibile, al figlio del figlio). 

Spiegare che un edificio residenziale ordinario, normale, dopo 40 anni ha detto e dato tutto quel che poteva dire e dare, e che quindi é giunto a "fine vita", é come bestemmiare in chiesa. Amen. Praticamente, proposta irrealizzabile, salvo eccezioni.

Però, però, un'idea dovrebbe venire: in quale libro sacro é scritto che una "seconda casa per villeggiatura" debba essere costruita per durare più, addirittura, solo 20 anni? In nessuno, giusto? Giusto, in nessuno. E forse che in qualche altro libro sacro sta scritto che la suddetta seconda casa debba per forza essere acquistata anziché affittata con contratti di 1, 5, 10, 20 anni, al termine dei quali tutti fuori e avanzino le ruspe? No, non c'é scritto neanche questo.

Come si fa a realizzare edifici di questo tipo? Due parole: modularità e prefabbricazione (non quella "pesante" da falansterio sovietico anni '50, beninteso). Case di vacanza, spartane, esteticamente accettabili, comunque abitabili tutto l'anno, a basso costo di realizzazione (400, max 500 €/mq, ottimizzando il processo di realizzazione e utilizzando tecnologie non tradizionali) e manutenzione, fatte per durare il tanto che basta a recuperare i costi e incamerare profitti adeguati. Contratti che per un bilocale da 40 mq potrebbero andare da 6.000 €/anno per una sola annualità, fino a 1.500 €/anno per 20 annualità.

Non dico che sia facilissimo, ma pensandoci un po', studiando modalità adeguate e coinvolgendo il Comune, si può fare.

Quale era l'altro punto? Ah sì, i "pro" di Piazzatorre. Difficile a definirsi, non perché non ci siano, ovviamente. Me se dico che un "pro" é l'ambiente naturale, siamo tutti d'accordo? Uhm, mi sa di no, basta che ripensi a commenti del passato per ricordare facilmente quelli che "di alberi ce n'é fin troppi" o che "chissenefrega di un boschetto".

Vediamone un altro: la sentieristica, tutt'altro che disprezzabile. No, non va bene "io vengo per sciare, non per camminare".

Cosa voglio dire? Che trovare aspetti negativi é semplice: la strada é dissestata, ok, facile, si vede, é un fatto oggettivo. Definire un aspetto positivo é semplice solo in relazione a quanto "vogliamo" vederlo come tale.

Forse é più facile definire le cose buone se guardiamo al "sistema" alta valle, e allora possiamo dire che le Orobie in sé sono montagne piuttosto belle, che l'accessibilità é, tutto sommato, accettabile (se non pretendiamo di andare da Piazza Cordusio e Cà San Marco in un'ora), che cose da vedere ce n'é e da fare pure, e che, volendo, ci si può anche solo rilassare senza infilarsi in un "percorso olistico di wellness tantrico". Allargando lo sguardo emergono le potenzialità della montagna, insomma.


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