sabato 14 aprile 2012

Auguri

L'ennesima ciclica dichiarazione dell'assessore regionale Daniele Belotti è giunta non inaspettata. Come ben aveva già scritto Mara giorni addietro, siamo ormai alla produzione seriale di dichiarazioni.
Stavolta però abbiamo ampi indizi che la montagna partorirà il solito topolino spelacchiato. Leggiamo, infatti, con attenzione, tra le righe, della chiosa finale di Belotti:
"Con questa iniziativa vogliamo dare degli indirizzi agli enti locali e uno strumento per sensibilizzare cittadini e amministrazioni rispetto al fatto che il turismo non è solo quello delle seconde case. Da parte loro, gli amministratori hanno chiesto di non avere ulteriori complicazioni, ma auspicano una maggiore semplificazione. Non stiamo aggiungendo ulteriori vincoli – ha assicurato Daniele Belotti –. Ci è stato poi chiesto che sia compatibile con i Piani di governo del territorio e anche su questo sono stati rassicurati".

Bene, anzi male, malissimo. Belotti, non sappiamo se di suo o, forse, malamente indottrinato dalla banda di alti dirigenti che fanno e disfano quel che vogliono dell'urbanistica regionale, dice a chiare lettere che il Piano d'Area per le Valli sarà un bel documento di indirizzi, raccomandazioni, belle parole, nobili concetti.

Fuffa.

Fuffa al quadrato. L'urbanistica fatta di "indirizzi", di "orientamenti", serve a nulla, é semplicemente inidonea a essere incisiva sulle trasformazioni del territorio. Quando poi si promette ai Comuni che i loro "fantastici" PGT non verranno toccati dalle blande previsioni del PTA, é ancor più chiaro che non si ha voglia di cambiare per davvero le cose. Se la logica ha ancora cittadinanza in questo paese, sono i piani a scala locale a dovere essere compatbili con quelli a scala vasta, non viceversa.

Belotti farebbe bene a leggersi almeno la sintesi del rapporto redatto dal prof. Boatti (Politecnico di Milano) per verificare l'eccesso di offerta relativa all'edilizia abitativa "libera" nella nostra regione, con punte di sette volte la domanda (provincia di Sondrio), ma con una media di quattro volte la domanda nelle provincie di Bergamo e Brescia. Oltre 168.000 abitazioni più del necessario in Lombardia (dato 2008), con una prospettiva che (al 2018) potrebbe diventare, con i trend attuali, di oltre 367.000! Come dire: la crisi era (é) un boom.

Altro che indirizzi e no a nuovi vincoli. Sveglia assessore!

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