domenica 30 agosto 2009

La nostra risposta

Caro sig. G.A., apprezziamo i toni della sua garbata lettera, ma non condividiamo il merito della stessa.

In primo luogo, ci permetta, non abbiamo armi da deporre. Non ci siamo mai sentiti in guerra con alcuno, in questa vicenda non abbiamo mai pensato di indicare nemici. Si può pensarla in modo opposto su qualsiasi tema, senza per questo doversi necessariamente accoppare, sia pure metaforicamente.

Lei ha ragione su un punto: i piccoli Comuni ed i loro amministratori sono pressoché abbandonati a sé stessi nel gestire il territorio e nel cercare di rendere la vita un po' meno grama ai loro cittadini. I Sindaci sono in trincea e le retrovie o sono vuote o molto, molto, lontane, distratte da altro.

Questa però non può essere la giustificazione per mettere pezze peggiori del buco.
Del PII abbiamo scritto e riscritto che, così come concepito, si dimostrerà una jattura, non è una convinzione o una sensazione, ma la trasposizione al caso piazzatorrese di numerosi esempi, magari definiti con altre sigle, già iscritti nella storia urbanistica di tanti paesi e paesini delle Alpi.

Di Federica Arioli abbiamo riconosciuto la buona volontà e la buona fede, la mala fede stava (e sta) altrove, ma non possiamo dimenticare che è stata lei a cambiare rotta senza essere obbligata a farlo: se non si condivide un'idea ci si dimette, se non lo si fa allora significa che quell'idea è condivisa.

Quanto alla capacità del PII di tradurre in sé la speranza di rinascita, ci consenta una domanda: quale speranza si può riporre in un qualcosa che non è ancora, a più di un anno di distanza, stata compresa sino in fondo? Non più tardi di ier l'altro, parlandone nel parcheggio di fronte a "L'Oca d'Oro", è emerso, chiaro come il sole, che alcune persone non hanno coscienza del fatto che anche dietro al palazzo comunale sorgeranno nuovi condomini di tre-quattro piani. Se questo è l'esito dell'informazione fornita, non possiamo che concludere che essa non è stata adeguata, oppure che, al contrario, ha perfettamente raggiunto lo scopo: confondere.

Secondo noi è stata operata una scelta netta, puntando esclusivamente sull'afflusso agli impianti di risalita, una scelta tesa a fare di Piazzatorre una specie di San Simone, non un borgo vivo ma una località per utilizzatori temporanei, che si trasforma in paese fantasma non appena la neve se ne va. Scelta legittima, beninteso, ma sciagurata e costosissima in termini ambientali, ed il tempo, sempre galantuomo, lo dimostrerà.

Come sempre abbiamo detto, però, ci auguriamo di sbagliare.

martedì 25 agosto 2009

Capisco, ma non condivido

In questo post pubblico una lettera che è arrivata al nostro indirizzo di posta elettronica mailto:salviamopiazzatorre@gmail.com.

E' una lettera firmata, con tanto di nome e cognome. Per rispetto della privacy riporterò solo le iniziali del mittente.

Premetto che, pur rispettando i suoi contenuti, non li condivido, ma una risposta non intendo fornirla subito, se non altro per dare prima spazio ad eventuali commenti.

"Seguo da diversi mesi il vostro blog, che ritengo un mezzo di informazione adeguato rispetto agli argomenti che trattate. Vorrei esprimere il mio pensiero sulla questione del PII argomentando in modo compiuto, per questo ho scritto questa lettera anziché commentare uno degli articoli sul blog. Io credo che Piazzatorre si trovi in una situazione oggettivamente difficile da gestire, non invidio la posizione del sindaco di un piccolo comune, soprattutto se di montagna: pochi fondi, competenze che si estendono a troppi fronti, inadeguatezza delle strutture, tutti elementi che scoraggerebbero molti.Ma cosa può fare un sindaco in situazioni così critiche, se non appellarsi a chi è in gradi di fornire un sostentamento economico ad un'iniziativa che, sia pure discutibile e discussa, è spesso priva di alternative. Voi avete assunto una posizione molto critica, a me sembra anche ideologica, nei confronti del PII e dell'amministrazione che lo ha varato, quella del sindaco Federica Arioli. Forse saranno anche stati commessi degli errori, delle imprecisioni, ma scrivere adombrando la mala fede, come vi è capitato di fare, a me pare fuori luogo. Il PII non sarà perfetto, ma rappresenta una speranza per molte persone di Piazzatorre, non come voi sembrate dire, solo per gli sciatori. Dite di amare Piazzatorre ma non sembrate avere molto affetto per i suoi abitanti! Riconosco che avete anche accennato a strade diverse per sostenere il sistema economico e turistico di Piazzatorre e che, in fin dei conti, vi premono le sorti del bosco alla Tagliata, che in effetti è un bel bosco, che anch'io non mi sentirei di liquidare puntando sul fatto che tanto di boschi ce n'è tanti. Però non avete avuto certo la mano leggera e probabilmente qualche malumore l'avete creato, persino disorientando alcuni tra quelli che sosteneveno e sostengono il programma. Se il PII va avanti è perché alla fine la determinazione ha prevalso, assieme alla consapevolezza che indietro non si poteva più tornare. Io vi invito a deporre le armi e a collaborare in prima persona alla migliore attuazione del programma, certo che l'esito potrà un giorno essere apprezzato anche da voi. Distinti saluti."
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G. A.

sabato 22 agosto 2009

Il casino che sarà...

... quando i lavori alla Tagliata cominceranno, sarà qualcosa di simile, o di peggio (molto peggio), a quello descritto qui, in relazione a quanto sta accadendo presso l'Alpe di Siusi (BZ).

Le reazioni di turisti e residenti, dettate dal vedere coi propri occhi cosa significhi trasformare una località in un cantiere, sono ben descritte. Ma molto interessanti sono anche i commenti, in particolare il primo, che vi invito a leggere e che qualche riflessione dovrebbe innescarla.

mercoledì 19 agosto 2009

Eccezionali!

Beh, questa è fantastica. Visto che le voci più fantasiose si spargono per il borgo, che fa il Comune? Provvede con sprezzo del ridicolo a mettere sul proprio sito il seguente annuncio:

"Gentili visitatori del portale del Comune di Piazzatorre,

si è voluta da parte dell' Amministrazione Comunale la presenza di una voce ufficiale direttamente online per aggiornare residenti, turisti e villeggianti sulla situazione attuale e le prospettive future legate al piano di rilancio turistico che interessa ed interesserà nei prossimi anni il territorio di Piazzatorre.

Dare un informazione corretta e corrispondente alla pura realtà dei fatti per tutti coloro che desiderano essere informati su tutto ciò che il Comune di Piazzatorre e la società Alta Quota stanno facendo,questo è il nostro obbiettivo.

Invitiamo pertanto chi fosse interessato a contattarci tramite il seguente indirizzo e-mail: info@piazzatorre.eu".


Capito? Non è che le informazioni le mettono sul sito, immediatamente accessibili a tutti, no, troppo facile. Per sapere di che morte morirà Piazzatorre bisogna scrivere e fare apposita richiesta, all'Ufficio Turistico(!). Piazzatorre.eu è, infatti, il dominio web registrato a nome dell'UTP.

Dunque informazioni di interesse generale debbono essere acquisite come se fossero coperte da chissà quale riservatezza e, in più, non scrivendo al Sindaco ma ad un'ufficio che con il procedimento del PII nulla ha a che fare. Eccezionali.

giovedì 13 agosto 2009

Good News

Grazie al Cielo, non tutti gli amministratori comunali guardano il territorio e provano a tradurlo in Euro.

Valle Brembana News riporta una notizia importante, riguardante la piccola comunità di Roncobello. La riporto integralmente:

Adottato il Piano del territorio: tolti 28 mila metri cubi, via ai recuperi in centro. Roncobello – Mantenere gli edifici esistenti, favorire gli interventi di riqualificazione dell’edilizia rurale e stop alle nuove costruzioni e alla realizzazione di impianti di risalita. Questi alcuni dei punti centrali del nuovo Piano di governo del territorio adottato dal Comune di Roncobello. Si è trattato di un lavoro iniziato nel settembre del 2006, che ha portato a incontri di studio e alla presentazione al gruppo di minoranza, alla popolazione e alle associazioni locali. Il Pgt ha permesso di ordinare e aggiornare il vecchio piano regolatore del 1982, giungendo, attraverso la definizione di alcuni criteri fondamentali, alla stesura definitiva. Fra gli obiettivi, particolare importanza ha rivestito la tutela e la valorizzazione ambientale dell’ambito montano.
«Abbiamo ritenuto fondamentale – spiega il sindaco Antonio Gervasoni (Uniti per Roncobello) – la scelta di sviluppare e mantenere quanto già esistente dal punto di vista dell’edilizia, incentivando il centro storico. Non riteniamo opportuno che in paese si debba costruire ancora ed escludiamo anche la previsione di ambiti di espansione produttiva, favorendo però l’insediamento di attività del settore terziario». Rispetto al precedente Prg, sono stati stralciati i 28 mila metri cubi di volumetria in località Grumello ed è stata esclusa la previsione di impianti di risalita per lo sci alpino. «Sempre nel rispetto dell’ambito montano – continua Gervasoni – intendiamo invece realizzare un rifugio a Mezzeno e la strada di collegamento intervallivo con la valle Seriana».
Nel Pgt è inserita la possibilità di riconversione dell’edilizia rurale per trasformarla in residenziale e viene posta una particolare attenzione alla valorizzazione della zona archeologica del Castello, del Mulino di Baresi e del Parco delle Orobie. Il lavoro eseguito per la stesura del Pgt ha permesso al Comune di dotarsi di una ricca documentazione. Attraverso il volo aereo si sono potute realizzare carte dettagliate del territorio, riportate anche su sistema digitale. Sono inoltre state mappate le infrastrutture presenti, quali acquedotti, idranti, fognature e rete del gas metano. Per quanto riguarda il centro storico è stato approntato un fascicolo a schede con fotografie e con la descrizione dettagliata di ogni costruzione e il suo stato di conservazione. È stato inoltre approntato un inventario fotografico delle santelle e degli affreschi presenti sugli edifici. «È stato uno studio lungo e laborioso – conclude il sindaco – che permetterà nei prossimi anni di avere un quadro chiaro, preciso e funzionale del paese».
La votazione per l’adozione del Pgt ha visto l’astensione dei due consiglieri di minoranza presenti in aula. «È stato stravolto il precedente Prg – dice Luciano Gervasoni (Nuovi orizzonti) – con l’eliminazione degli impianti di risalita e dell’edificabilità. Condividiamo i criteri di tutela e di salvaguardia del territorio, ma crediamo che il Comune si sia chiuso rispetto a possibili vie di sviluppo, scegliendo una strada più conservativa. Di fatto questa scelta della maggioranza elimina per il futuro la prospettiva di sviluppo turistico».
L’approvazione finale del Pgt è prevista per il prossimo autunno.

Che dire? Speriamo che il sindaco Antonio Gervasoni non resti il solo a comportarsi così. Bravo, Sindaco, in bocca al lupo.

venerdì 7 agosto 2009

Comunisti!

Che altro potrebbero essere! Sovversivi! Terroristi!

Solo gentaglia simile può scrivere cose del genere! E solo quella banda di bolscevichi di Bergamo News può pubblicarle.

O no? No, perché si dà il caso che il sottoscritto e la Mara (Claudio un po' meno, ma nessuno è perfetto) siano grandi fans del nostro attuale Presidente del Consiglio, insomma due soggetti non proprio left embedded. Che ci volete fare, è un mondo difficile, pieno di contraddizioni, c'è chi odia l'America ma beve Coca Cola e chi ha cuore e portafogli a destra ma non disdegna temi spesso cari alla sinistra. Sarà che butterei volentieri a mare quattro quinti dell'ex Forza Italia, tutti i ciellini inclusi, mah!

Comunque, per tornare ai temi che ci interessano, che ci dice l'articolo di BN? Questo:

Seconde case osservate speciali: è questo il tema dell'annuale rapporto di Carovana delle Alpi, campagna di Legambiente organizzata con il contributo del Ministero dell'Ambiente, del Territorio e del Mare, che si concentra sulla qualità turistica delle località alpine guardandola dal particolare punto di osservazione della quantità di seconde case, chiamate anche 'letti freddi', per il fatto di essere alloggi chiusi e inutilizzati per gran parte dell'anno. Il rapporto, per la prima volta, assembla ed interpreta i dati disponibili sulle principali località turistiche montane. In Lombardia i comuni turistici montani esaminati dal rapporto sono 35, ed hanno numeri rispettabili per quanto riguarda il turismo, con oltre 31.000 posti letto di cui 24.000 alberghieri. A questi però andrebbero aggiunti i cosiddetti 'letti freddi', quelli delle seconde case appunto, che benchè chiuse e 'fredde' per buona parte dell'anno, sono presenti in queste località in numero impressionante: ben 68.000 seconde case , un valore che corrisponde al 70% delle abitazioni presenti. La Lombardia è prima in classifica, tra tutte le regioni alpine, quanto a numero di seconde case montane. «Il problema delle seconde case è presente in tutto l'Arco Alpino – spiega in una nota Legambiente - ma mentre nei Paesi tedeschi si cerca di arginarlo con misure urbanistiche e fiscali, da noi la speculazione d'alta quota pare inarrestabile, ed è assecondata dai condoni e dall'attuale 'piano casa» . I numeri delle principali località turistiche montane della Lombardia evidenziano la concentrazione alberghiera che caratterizza l' Alta Valtellina , che con 11.700 posti letto alberghieri copre ben il 49% dell'offerta, facendone il comprensorio trainante dell'intero turismo montano della regione. All'interno del comprensorio spicca fortemente il ruolo della località di Livigno , 'star' turistica delle Alpi lombarde con 4982 letti alberghieri e 2674 extralberghieri, mentre i due terzi delle quasi 10.000 seconde case sono concentrate nell'agglomerato Bormio-Valdisotto-Valdidentro. Rilevanti, secondo il parametro della ricettività alberghiera, anche il comprensorio dell'alta Valcamonica (Ponte di Legno e Temù) con 1891 letti alberghieri, quello di Aprica (che comprende la camuna Corteno Golgi), con 1737 letti, dell'Alta Valchiavenna (Campodolcino e Madesimo) con 1416 letti e della Valmalenco (Chiesa, Lanzada e Caspoggio) con 1374 letti. Purtroppo però a livello regionale la ricettività offerta dalle seconde case surclassa abbondantemente quella delle attività turistiche vere e proprie: per ogni letto alberghiero ed extralberghiero ci sono infatti ben 1,63 'case fredde' . Complessivamente povero di ricettività alberghiera è il territorio orobico , dove si concentra maggiormente la 'piaga' delle seconde case, presenti dovunque, anche al di fuori delle località di notorietà turistica, con una forte concentrazione nelle valli bergamasche (le località turistiche della Val Seriana con Valbondione, Castione, Clusone, Fino del Monte, Gromo, che contano 11.700 seconde case; quelle della Val Brembana con Piazzatorre e Foppolo con 3400 case, Schilpario in Val di Scalve ed infine alcune località turistiche molto prossime alla città di Bergamo, come Selvino, Serina, Roncola, con altri 6.400 alloggi): complessivamente le 11 località turistiche bergamasche comprendono un terzo delle seconde case dell'intero campione lombardo! Rilevanti concentrazioni di seconde case si rinvengono anche nei comprensori dell'Alta Val Camonica (6400 seconde case tra Pontedilegno e Temù), dell'Aprica (7660 seconde case tra Aprica e Corteno), della Valmalenco (5600) e dell'Alta Valchiavenna (5400), oltre che in località caratterizzate da turismo consuetudinario e familiare (Borno, Barzio, Collio e Bagolino). Nello scenario lombardo si evidenziano alcuni esempi particolarmente negativi e sbilanciati: le stazioni sciistiche di Madesimo, Piazzatorre e Foppolo , con una dotazione di seconde case pari o superiore al 90% dell'intero patrimonio abitativo, il gigantesco agglomerato di seconde case di Castione della Presolana , ma anche quelli di Pontedilegno , dell' Aprica e della Valmalenco , territori che devono meglio valorizzare il loro straordinario patrimonio ambientale evitando di continuare sulla strada della specializzazione sciistica e della connessa speculazione edilizia. Gli esempi virtuosi sono poco numerosi, in una regione che non ha mai sviluppato una vera politica per il proprio turismo montano, ma proprio per questi da segnalare. In primo luogo quello di Valmasino, piccolo centro che sta finalmente trovando una propria caratterizzazione turistica in grado di valorizzare il suo eccezionale scenario paesaggistico e ambientale senza farsi tentare dalle lusinghe del cemento. Livigno è la capitale indiscussa del turismo d'alta quota, con una presenza di seconde case tutto sommato contenuta, in un contesto che punta molto sulla destagionalizzazione e diversificazione dell'offerta turistica. Valfurva deve probabilmente al Parco dello Stelvio il fatto di aver conservato una buona struttura dell'accoglienza turistica, anche se le gravi ferite speculative inferte dai grandi eventi sportivi del 1985 e del 2005 hanno segnato l'avvio di una deriva che richiede una rapida e consapevole inversione di rotta.

Insomma, un bel disastro. Nel quale Piazzatorre si distingue. Rullo di tamburi, signore e signori! Nel campionato alpino italiano di cemento diffuso a profusione, Piazzatorre si piazza (in termini percentuali "seconde case / case totali") al decimo posto, stracciando località blasonate come Valtournanche, Courmayeur, Bardonecchia, Limone Piemonte, Macugnaga, Ponte di Legno.

Ma è sul risultato regionale che l'orgoglio brembano può sbrodolarsi addosso: Piazzatorre guadagna il bronzo, con un bel 89,55% di seconde case, dietro a Madesimo (92,79%) ed all'inarrivabile Foppolo (93,75%), prima assoluta anche nella classifica generale.

Accidenti, ora mi è tutto chiaro: Piazzatorre vuole il primo posto in classifica generale! Ecco la ragione del PII! Vai Piazza, sei tutti noi!!!!


Stupidità et similia

Riporto con piacere il commento al post "I dubbiosi parlino (che è ora)" perché lo considero una specie di medaglia.

A chi lo ha scritto rispondo, con il rispetto che non merita, che evidentemente lui considera stupido ciò che è "fastidioso" in quanto critico.

Avesse almeno il coraggio di dirci "sono il sig. Pinco Pallo, ho questi interessi da difendere, dall'operazione penso di guadagnare X". No, si limita a consigliarci, con fare da mafiosetto di quart'ordine, di occuparci degli affari nostri, di casa nostra, che la Valle Brembana, così par di capire, è "cosa sua".

Beh, si metta il cuore in pace, non gliela daremo questa soddisfazione. E per sfotterlo come merita, pubblicheremo tutti i suoi eventuali ulteriori commenti (a meno che non contengano volgarità indecenti).

Dopodiché, giusto per prenderci almeno un merito, anzi, due, gli ricordo che se il Comune di Piazzatorre non ha commesso l'ennesimo abuso in occasione della VAS del Programma Integrato, ed ha pubblicato sul proprio sito tutti i documenti, lo si deve all'ostinazione di Mara, che ha pressato l'ex Sindaco, Federica Arioli. E quanto al presunto bla-bla e basta, gli ricordiamo, anche, che in questo post suggerivamo qualche ideuzza non piovuta da Marte, ma assemblata in base a cose già viste e che hanno funzionato.

giovedì 6 agosto 2009

Sarà il caso di preoccuparsi un po'?

"Corrierone" di stamane, 6 agosto 2009, pubblico il link, senza commenti.
La notizia mi sembra già sufficientemente allarmante di per sé, senza bisogno di calcare la mano.

Ovviamente non ci aspettiamo che in pieno agosto chi (amministratori pubblici) dovrebbe agitarsi un po' e chiedersi se sta facendo il bene o il male del territorio, abbia voglia di farsi domande, però, chissà, magari a settembre (come i rimandati della scuola d'un tempo che fu).

martedì 4 agosto 2009

I vacanzieri dell'apocalisse

Riporto un articolo di Giorgio Todde, pubblicato sul quotidiano "La Nuova Sardegna" di oggi, martedì 4 agosto 2009.

Il legame con gli argomenti qui trattati è il solito: l'imbecillità cementificatoria e l'illusione di creare ricchezza per tutti attraverso la rendita fondiaria (che la ricchezza la crea per pochi, pochissimi). In val Brembana le seconde case, in Sardegna gli alberghi. Cambia l'oggetto ma non la sostanza.

"Chi ama il paesaggio viene talvolta liquidato come estremista, pasdaran, massimalista, komeinista, fanatico, oppure apostrofato con formule vuote come “basta con le ideologie”, “siete quelli del no”. Ma vediamo.

Chiamano vacanze gli sbarchi apocalittici in Gallura, le migliaia di auto arroventate, l’isola scossa di colpo da un turismo anfetaminico, una regione di un milione e mezzo di abitanti che brulica per un mese di altre centinaia di migliaia di persone piene di esigenze spirituali e corporali, i fuoristrada sulle dune di Piscinas, le spiagge trasformate in rosticcerie, i fiumi di alcol, le cale alla nafta, i ginepri amputati. Ma neppure davanti a tutto ciò si riflette sulla necessità di governare questo fenomeno distruttivo, questo uso sfrenato della nostra unica risorsa. No. Si accetta qualsiasi cosa. La stagione è corta, dicono, e allora allunghiamo gli alberghi.

C’è stato un indicativo convegno promosso dagli albergatori e dai rappresentanti dell’onesto partito detto dei Riformatori che vuole riformare anche gli alberghi i quali non devono lavorare solo due mesi l’anno e dovrebbero procurare lavoro per dodici mesi anziché dispensare uno stipendio che appare a luglio e agosto, poi scompare e riappare, forse, un anno dopo.

Ma neppure gli integerrimi Riformatori hanno resistito alla mania irragionevole del cosiddetto “premio di cubatura” che non si rifiuta a nessuno. Così abbiamo saputo che a 300 metri dal mare si possono costruire palestre, centri benessere e centri congressi. Tra i 300 metri e i 2 chilometri, per ottenere il 20% di letti in più si aumenta la volumetria del 50%. Nel manuale del perfetto cementificatore non è mancato il tocco di verde dei campi da golf che devono essere fatti subito sennò i filantropi investitori vanno da altre parti. Un pasdaran albergatore ha deplorato che in questa lotteria dei premi di cubatura ci si è dimenticati degli sfortunati alberghi a 300 metri e ha chiesto come rimedio alla crudele ingiustizia il 10% di metri cubi in più per chi è là da 5 anni, il 20% per chi è lì da 10 anni e il 30% se l’albergo è là da 20 anni o più. Un’usucapione alberghiera. Così, hanno detto, si sta “al passo coi tempi”.

Comunque vada ti premiano con un allargamento o un allungamento. Questo sì, ci pare un modo ideologico di concepire regole fondate su diritti inesistenti che, oltretutto, ignorano diritti fondamentali. Perfino i pacati Riformatori prevedono regali a chi, come gli albergatori isolani, ha fallito, lavora un mese l’anno ma pretende una ricompensa per la propria incapacità. Come se per rimediare al tracollo di una fabbrica si proponesse di allungarla con un bel premio in metri cubi.

C’è nell’aria un massimalismo del metro cubo, un estremismo edilizio, un fanatismo sviluppista. La stagione è corta e allora si prolungano gli alberghi. Nessun tentativo di governare gli avvenimenti, solo la volontà di inseguirli affannando, chiusi in un’asfissiante visione edificatoria del mondo.

Lo stesso atteggiamento “ideologico” di chi, sgombro dalla prudenza del dubbio, vide nella chimica l’unico possibile futuro dell’Isola, creò posti di lavoro di cartapesta e molto dolore.

Basterebbe in questi giorni un’occhiata ai moli infernali di Olbia per comprendere che non servono metri cubi ma regole. Fra trenta giorni tutti se ne andranno e ricomincerà il lamento dell’inoperoso albergatore sardo.

Quando la costa sarà una costruzione continua, esauriti i perniciosi premi di metri cubi, privi dell’unico patrimonio che possediamo, il Paesaggio, poveri senza rimedio, prenderemo di colpo coscienza, come è accaduto per la chimica, della scelta rovinosa che abbiamo fatto. Non abbiamo saputo governare la nostra terra e non avremo più nulla di nostro, né un’ideale di paesaggio, né di territorio, né di patria".

I dubbiosi parlino (che è ora)

Beh, ora davvero nessuno può più dire che siamo solo noi ad avere dubbi sull'equazione "più seconde case = più turismo". Pare che anche dalle parti di Foppolo il fronte dei lietopensanti abbia qualche incrinatura. Gli ultimissimi commenti (3 agosto 2009) al post sul PII del piazzale alberghi di Foppolo sembrano andare proprio in questa direzione.

Resisteranno, quei commenti, ai possibili mal di pancia dei moderatori di quel forum?