Piazzatorre è un paese della Valle Brembana, in provincia di Bergamo. Era una località turistica parecchio in voga. Ora vive forti difficoltà e deve rinascere. Un progetto immobiliare di "rilancio turistico", secondo noi sbagliato, al momento sembra fermo, e non è detto che ciò sia un male, anzi. Per salvare gli impianti sciistici si può, si deve, fare dell'altro. Si può farlo uniti. MAIL: salviamopiazzatorre@gmail.com
domenica 22 febbraio 2009
Comunicazione di servizio
lunedì 16 febbraio 2009
Evidenze incontestabili
Il quadro non è esaltante, anzi, la somma di effetti negativi e positivi non è affatto neutra, il bilancio ambientale che ne deriva è in deficit.
Il primo punto fermo e incontestato è che "i due comparti del PII in esame rappresentano a tutti gli effetti la principale trasformazione urbanistica dell'abitato". Altrettanto "risulta evidente la dicotomia tra gli effetti negativi sulle componenti ambientali derivanti dall'edificazione di un determinato contesto territoriale rispetto alle opere di miglioramento ambientale e paesaggistico previste, costituite essenzialmente da nuovi spazi verdi e alberature in alcuni settori della rete viaria di servizio ai nuovi lotti".
Assai rivelante la tabella (matrice di valutazione) della sostenibilità delle azioni previste dal PII, rappresentata nell'immagine sottostante:
Tra rossi (effetti negativi) e gialli (effetti potenzialmente negativi), è una fiera di disastri.
Le cose non vanno granché meglio quando si tratta di valutare la coerenza "esterna" (rispetto al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ed al PGT), addirittura rispetto al PTCP il rapporto ambientale conclude affermando una contraddizione evidente: "l'intervento risulta pienamente coerente con le previsioni del PTCP, anche se le scelte progettuali adottate, non sempre sono pienamente rispettose di tutti gli obiettivi in campo ambientale che il PTCP si prefigge di conseguire in quanto non pienamente valutati in fase di progettazione" (a me sembra un po' quella vecchia battuta per gli studenti del primo anno di Medicina "l'operazione è perfettamente riuscita. Il paziente però è morto."
Un po' meglio sul fronte della coerenza "interna" (rispetto a sé stesso) del PII, e meno male, vien da dire, anche se, purtroppo, in questo caso il "meno male" corrisponde ad un male annunciato.
Anche la sintesi finale delle valutazioni di impatto (tabelle da pagina 105 a pagina 109) non è certo delle migliori: troppo numerosi gli "elevato" riferiti a impatti di varia natura, tant'è che neppure la stima fin troppo ottimistica della reversibilità di alcuni di essi riesce a tranquillizzare.
Insomma, ciò che per noi era evidente sin dagli albori di questa sventurata idea di PII, diventa ineludibile proprio grazie al rapporto ambientale: il programma integrato "ex Colonie" è un disastro sotto molti, troppi, aspetti, incluso quello economico, sul quale il rapporto è totalmente silente (si potrebbe obiettare che non spetta alla VAS disquisire sulla sostenibilità economica di un piano, io ritengo, al contrario, che la valutazione possa e debba uscire un po' dallo stretto tema ambientale, per sforzarsi di diventare una valutazione "integrata" degli aspetti ambientali - sociali - economici).
L'autorità competente per la VAS dovrebbe fare ciò che l'amministrazione comunale non ha avuto il coraggio di fare: buttare dalla finestra il PII con i suoi annessi e connessi. Ma non andrà così, possiamo scommettere che il decreto finale riporterà un po' di prescrizioni, di raccomandazioni, di suggerimenti, ma alla fine darà il via libera al disastro.
sabato 14 febbraio 2009
E daje!
Ma ci credereste? A Piazza Brembana varano un bel PII. Massì, una nuova ed entusiasmante politica urbanistica, di quelle che in valle Brembana non s'erano ancora viste.
O no?
Va bene, confesso, ho voglia di sorridere un po'.
Piazza Brembana arriva buona ultima nella classifica dei negoziatori della pianificazione: prima ci sono Piazzatorre, Foppolo, Gerosa, Oltre il Colle, Madone, e poi, certo, la madre di tutte le negoziazioni brembane, San Pellegrino Terme.
E pensare che c'è ancora qualche ingenuo che si domanda che fine hanno fatto i Piani di Governo del Territorio, quegli splendidi ed innovativi strumenti urbanistici che dovevano sostituire i PRG.
Beh, languono, immalinconiscono, avanzano più lenti dei lavori sulla Salerno-Reggio Calabria.
Comprensibile, chi glielo fa fare ai Sindaci di investire nella pianificazione generale, quando a colpi di "negoziazione" possono inventarsi esigenze, o avallarle, avendone in cambio denaro per le esauste casse comunali.
A domani o lunedì, un nuovo post di Paolo sulla VAS del PII di Piazzatorre, credo ne leggeremo di brutte.
p.s.: i commenti al post di Valbrembanaweb sul PII di Piazza Brembana dicono tutto, non serve aggiungere altro.
domenica 8 febbraio 2009
Piccole soddisfazioni
Avevamo inizialmente indicato che il rapporto ambientale risulta depositato esclusivamente presso gli uffici comunali, in quanto a causa delle sue dimensioni non era stato possibile pubblicarlo su Internet.
Finalmente abbiamo trovato una soluzione tecnica, seppur parziale, a questo problema e quindi, nonostante non sia obbligatorio farlo, procediamo alla pubblicazione dell''intero documento suddiviso in vari files. (I titoli indicano esclusivamente il numero di pagine e non il riferimento ad eventuali capitoli).
Essere scocciatori, a volte serve. Grazie dottoressa Arioli, per averci dato retta.
avviso
domenica 1 febbraio 2009
VAS: Vogliamo Ancora Sfangarla. Seconda puntata.
Io vorrei entrare un po’ nel merito delle considerazioni lette nella “sintesi non tecnica”, non prima di far presente ai suoi autori che, prima di pubblicare un file, è buona regola controllarne le “proprietà”, evitando di mostrare che per Piazzatorre si è usata una base costruita per una VAS svolta su un piano di Madone.
La sintesi del Rapporto ambientale pubblicata sul sito del Comune ha di sicuro un valore, evidentissimo: sancisce senza tanti dubbi che il documento a suo tempo preparato per escludere dalla VAS il programma integrato era un assieme di fantasie, ad essere generosi.
Non è che la sintesi non tecnica del Rapporto ambientale consenta di affermare che si voglia incidere pesantemente sul PII per come lo conosciamo sino ad ora, però qualche timido tentativo almeno lo si vede.
Intanto si ammette quello che era palese per noi, ovvero che il PII ha una forte incidenza ambientale, su ambiti naturali (bosco della Tagliata), su emissioni in atmosfera (inquinamento acustico e da gas di scarico, dovuti al traffico indotto), sulla produzione di rifiuti, sulle risorse idriche (messe a dura prova durante i periodi di maggiore affluenza turistica).
Più in dettaglio:
a) si parla, finalmente senza censure, di “significative condizioni di criticità a livello locale”, che tradotto dal burocratese all’italiano significa che gli interventi previsti dal PII creeranno grossi problemi in alcune zone del paese;
b) si dà atto che a Piazzatorre le seconde case non sono un mito ma una solidissima realtà che, numeri alla mano, è seconda solo ai paesi di Zogno, San Pellegrino Terme, San Giovanni Bianco, e scusate se è poco, visto che stiamo parlando di tre centri che hanno ben altra capacità di assorbire le pressioni insediative;
c) si segnala la tendenza alla saturazione di tutti gli spazi liberi all’interno del fondovalle e la mancanza di connettivo verde tra i diversi settori dell’abitato;
d) vengono evidenziati i problemi “storici” conseguenti all’inadeguatezza della rete stradale.
Citiamo testualmente alcuni passaggi fondamentali della sintesi non tecnica:
Risulta evidente (per come sono stati strutturati i due Comparti del PII) la dicotomia tra gli effetti negativi sulle componenti ambientali derivanti dall’edificazione (realizzazione di edifici, viabilità di servizio, spazi per la sosta, pertinenze, ecc.) di un determinato contesto territoriale rispetto alle opere di miglioramento ambientale e paesaggistico previste, costituite essenzialmente da nuovi spazi verdi e alberature in alcuni settori della rete viaria di servizio ai nuovi lotti.
Il Comparto A […] (si parla del bosco della “Tagliata”, ndr), presenta essenzialmente una triplice vocazione: a) rappresenta una minima fascia ecologica che lega i due versanti della Valle di Piazzatorre; b) separa l’abitato di Piazzatorre in due distinti nuclei; c) risulta l’unico ambito a “verde fruibile” di una certa consistenza in termini di superficie presente all’interno del tessuto edificato, avente i caratteri di area forestale.
La delicatezza dell’ambito lascia quindi intendere la necessità che esso non venga ad essere completamente sacrificato per l’attuazione delle previsioni di PII.
Rispetto al redigendo PGT si evince che l’azione risulta sostanzialmente coerente, eccezione fatta per due obiettivi quali: 1) la tutela e valorizzazione delle risorse forestali; 2) la tutela dei valori ambientali e paesaggistici che, almeno per quanto attiene al Comparto A [località “Tagliata”, ndr] non sono pienamente rispettate.
È in ogni caso assolutamente indispensabile che venga riconfigurata (almeno parzialmente) la disposizione planivolumetrica degli edifici residenziali del Comparto A prevedendo idonee fasce verdi (almeno un paio) a bosco ad andamento “trasversale” in grado di fungere da corridoio ecologico tra i due versanti della valle. Inoltre va garantita al confine nord di detto Comparto A una fascia boscata a raccordo con il confinante territorio di versante inedificato.
Fin qui le “luci”.
Il documento però contiene anche “ombre”, alcune particolarmente pesanti:
sostenere che “la proposta di PII risulta coerente con l’impostazione del redigendo PGT e, nonostante alla scala locale (segnatamente il Comparto A) vi possano essere delle problematicità legate al tema delle risorse forestali, del paesaggio (e per diretta conseguenza quindi anche sull’ecologia dell’area), lo sguardo alla scala comunale permette di confermare una impostazione urbanistica strategica che comporta la completa salvaguardia da trasformazioni del territorio rurale esterno all’abitato”, è un’affermazione che, urbanisticamente, è priva di senso. Quel PII “è” il PGT, non potrebbe essere altrimenti, considerando che la sua potenzialità insediativa è così abnorme (100% della popolazione effettivamente residente) che nessun PGT farebbe di più. Di fatto, stiamo assistendo ad un (l’ultimo? O, Dio non voglia, ce ne potrebbero essere altri?) “assalto alla diligenza” che, a mia memoria, non ha paragoni con nessuno strumento urbanistico né generale né puntuale, almeno in Lombardia.
Ammettere che la trasformazione del bosco della Tagliata è una devastazione e poi proporre come rimedio “la conservazione di fasce boscate filtro verso i confini nord del Comparto A a raccordo con le aree esterne al comparto stesso” e “la previsione di almeno due corridoi ecologici trasversali di ampiezza minima di almeno 10 m da prevedersi all'interno del Comparto A”, è qualcosa di pericolosamente prossimo al ridicolo: un corridoio ecologico degno di questo nome deve avere una profondità non inferiore a 30 m (e son già pochi, molto pochi), due striscie di verde (ma che verde?! non certo l'alto fusto) di dieci metri l’una, sono delle aiuole, perfettamente inutili a mantenere una pur minima funzionalità ecologica.
Sostenere che “Saranno preferibilmente da evitare interventi comportanti alterazioni geomorfologiche nell'ambito della classe di fattibilità 4”, è una raccomandazione che suona un po’ tipo “è preferibile non spararsi alla tempia”: in classe 4 non-si-co-stru-i-sce-nul-la-punto, perché lì il terreno non ha caratteristiche geologiche idonee, e cavarsela con prescrizioni non serve a nulla, se non a farsi coinvolgere nei contenziosi futuri, quando un versante scivola a valle o una casa si riempie di crepe strutturali.
Per quanto ci riguarda, la sostenibilità ambientale del PII di Piazzatorre non c’è e non ci sarà, la riduzione delle criticità ambientali ed urbanistiche potrebbe passare per un suo forte ridimensionamento: totale salvaguardia del bosco della “Tagliata”, bosco d’alto fusto, lo ricordiamo, riduzione quindi delle volumetrie del Comparto A, al più qualche concessione maggiore sul Comparto B (un piano in più all’ex Colonia Bergamasca), che in questa situazione, sarebbe il male minore, una riduzione degli oneri a carico dell’Alta Quota Srl (meno anni di gestione degli impianti di risalita), che si vedrebbe così ridotti i motivi per accampare presunti diritti.
Cari architetti Trussardi e Lorenzi, cara dottoressa Arioli, con il territorio non si gioca, mai.