Il suo commento al post precedente merita una risposta dedicata.
Lei, rispetto alle sensazioni ed ai convincimenti che il PII si farà, parla di ottimismo, io credo piuttosto di essere realista: costruire palazzine e palazzette fa troppa gola.
Fa gola agli immobiliaristi e ai costruttori, ovvio, loro vivono di quello. Ma fa gola anche ai Comuni in genere, soffocati dalla mancanza di finanziamenti statali e regionali, e che lustrano gli occhi al pensiero di oneri d'urbanizzione e ICI (visto che saranno tutte seconde case). Infine, fa gola anche a chi è già pronto a comprare due o tre appartamenti da aggiungere a quelli che già possiede, per affittarli e continuare a campare di rendite.
Un ricorso si può anche vincere (forse) ma non basta a fermare le cose insensate, al più, indurrà a riproporle in forma un po' diversa e, magari, rispettando le procedure. Come abbiamo detto fino allo sfinimento, il problema non è giuridico ma culturale: o si cambia zucca o avremo sempre una porcata ad attenderci dietro l'angolo.
Il caso Foppolo: francamente me ne infischio, secondo me Foppolo fa schifo adesso e lo farà anche dopo, anzi peggio, quando riposti gli sci nell'armadio, i duecento nuovi appartamenti se ne staranno chiusi come i tremila vecchi e le cinquecento camere d'albergo non potranno neppure consolarsi con coppie d'amanti in cerca di qualche ora d'intimità.
Qui non siamo mai stati contro lo sci o l'unificazione delle piste, lo abbiamo anche scritto. Siamo contro il metodo per arrivarci, in primo luogo perché ambientalmente folle ed economicamente tutt'altro che a favore del Comune (forse nel breve termine sì, ma sul medio-lungo termine certamente no), in secondo luogo perché affermare che "non c'è altra strada" è tutt'altro che vero (e abbiamo già ampiamente scritto anche in tal senso), è solo comodo.