domenica 21 febbraio 2010

Conferme

La Rassegna, "il settimanale economico che dà voce alle categorie produttive orobiche", nel n. 5 dell'11 febbraio 2010 (pag. 7) riporta una notiziola non priva d'interesse: in Valle Brembana la perdita di valore delle seconde case, nel 2009, ha superato punte del 10% rispetto all'anno precedente. Ma va?

In compenso, alla Borsa Internazionale del Turismo, c'è stato qualcuno che, a fronte del calo dei turisti (pochi punti percentuali, nulla di impressionante per la verità) nella bergamasca, ha farneticato di "scarsa conoscenza delle Orobie". Il dubbio che, forse, forse eh?, ci si spinga volentieri un po' più in là non delle Orobie ma dell'Italia tutta visti i prezzi nostrani, non ha sfiorato quel signore. Il pensiero che le montagne coltivate a seconde case non siano poi così attraenti non s'è affacciato nella sua testa.

E sì che di spazio là dentro deve essercene parecchio.

4 commenti:

  1. State tranquilli che se non si sciasse più a Piazzatorre (ed è quello che avverrà se salta l'accordo con Altaquota) il prezzo delle case a Piazzatorre scenderà ulteriormente e significativamente. Se il progetto andrà avanti i prezzi saliranno

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  2. Teoria non esente da errori la sua. Il prezzo degli immobili è la somma di una serie di fattori, destinazione, qualità, posizione, ecc.
    Pensare che la scomparsa degli impianti farebbe scendere i prezzi non è illogico ma svela una visione parziale.
    Anche un eccesso d'offerta potrebbe (e dovrebbe, se la legge fondamentale dell'economia ha un senso) far scendere i prezzi, non fosse altro per l'innesco di un meccanismo competitivo. In realtà il mercato immobiliare, soprattutto in Italia, non risponde sempre a logiche di mercato "puro", essendo influenzato da fattori quali la sempreverde voglia di "beni rifugio" e l'illusione di fare un "investimento" (che tale non è se non si compra nella prospettiva di rivendere entro pochi anni). Fino ad oggi l'esperienza italiana ci ha insegnato che i prezzi degli immobili sono tenuti artificiosamente rigidi. I costruttori possono ancora permetterselo. Ma non è detto che la festa continui.

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  3. Pochi figli. E l'alta Valle Brembana continua a spopolarsi. Lo dicono i dati demografici degli ultimi anni, in particolare quelli del 2009. Il bilancio è ancora negativo: al 31 dicembre scorso la popolazione dei venti comuni a Nord di Piazza Brembana era di 7.325 residenti, contro i 7.363 di un anno prima.
    Una discesa lenta ma costante, visto che l'alta valle, nel 1961 contava 10.468 abitanti, scesi progressivamente agli 8.282 del 1981 e ai 7.716 del 1999. E lo scorso anno il trend non è cambiato.
    Ma a spopolare i piccoli comuni non sembrano essere tanto le emigrazioni quando le poche nascite. Nel 2009, infatti, il bilancio tra chi se ne è andato e chi è arrivato ad abitare è sostanzialmente in parità (188 immigrati, ma con una incidenza minima di stranieri, e 185 emigrati); sono, invece, i lutti (88) a doppiare quasi le nascite (48).
    Con Foppolo e Cassiglio, per esempio, che lo scorso anno non hanno fatto registrare alcuna nascita. Tra i comuni più in difficoltà dell'alta Valle anche Mezzoldo, unico paese dove lo scorso anno non si sono registrati immigrati. Unica eccezione tra i venti comuni, con andamento demografico controcorrente, resta Piazza Brembana, capoluogo dell'alta valle, dove si concentrano servizi pubblici e commerciali. Rispetto a dieci anni fa ha guadagnato 68 residenti.
    E' si la Valle ha bisogno di nuovi appartamenti....... non di beni e servizi, scuole, uffici, negozi, sanità.... per quelli si va a Bergamo. L'importante è che i Comuni svendano il territorio e facciano debiti.Consultate il sito Ministero degli Interni finanza locale. In dieci anni i Comuni si sono spopolati i debiti sono aumentati e i servizi sono stati tagliati.......
    Scommettiamo che fra 10 anni i residenti caleranno ancora di un buon 25%? O saranno le seggiovie nuove che ci salveranno?

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  4. Anonimo (2), lei denuncia una realtà che viene scandalosamente ignorata, quando non addirittura nascosta. Così i PGT continuano ad essere gonfiati ed i PII a prosperare. Alla faccia del territorio e di una legge regionale che (solo nei principi purtroppo) dichiara che non si deve consumare suolo libero.

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