Due commenti molto diversi tra loro, entrambi molto interessanti secondo me.
Mr. T lamenta il "coprifuoco" alle undici e mezzo di sera e l'assenza di attrattive per la fascia 18-30 anni. Non si può dargli torto, descrive un fatto.
Anche Marco però descrive un fatto: rappresenta quella quota di villeggianti che amano la montagna per quel che è (o dovrebbe essere), non per come la si vorrebbe trasformare. E soprattutto, solleva un tema rilevantissimo (bravo Marco), quello dell'identità di un luogo.
A Mr T. dico che le sue lamentele sono più che legittime, ma anche che un'esigenza come quella che lui sollleva non la si risolve a Piazzatorre, la si affronta a livello di Valle. Quando si dice "fare sistema", si intende anche questo, costruire un modello di accoglienza che offra ricettività ampia e diffusa nel territorio vallare, demandando ai singoli luoghi di proporre eventi diversi, possibilmente non in forte concorrenza tra loro, consentendo al turista di scegliere giorno per giorno dove recarsi pur facendo base in un solo luogo.
L'identità: diciamolo, Piazzatorre l'aveva negli 'anni 60 del secolo scorso, prima di cedere al richiamo del turismo intensivo invernale. Recuperarla non sarà facile, cominciando domani occorreranno comunque anni, ma è uno sforzo che va fatto. Senza una precisa identità (e a un paese di 450 anime non si può chiedere di comportarsi da Cortina d'Ampezzo) si sparisce. Tra l'originale e la brutta copia si sceglie sempre l'originale.
Se di Piazzatorre si vuole fare la brutta copia di Cortina o di Courmayeur, la battaglia è persa prima ancora di cominciare. Ricordatevi che sulle riviste di turismo "colto" (che non significa snob) quando si parla di Valle Brembana, ci finiscono le immagini della Val Taleggio, dei Laghi Gemelli, della strada Priula, non quelle delle palazze in stile assiro-brembano in salsa engadinese.
Nessun commento:
Posta un commento