martedì 28 febbraio 2012

E' davvero un problema?

Sacrilegio! Disastro! Lesa maestà!

Mancano queste fantasmatiche accuse, ma forse BergamoNews é stato parco di iperboli e ha sfumato i toni del vibrato intervento di un ex capogruppo del comune di Castione della Presolana.


Lasciamo perdere la polemica politica spicciola castionese, qui non ci interessa.

Quel che ci riguarda é che Castione potrebbe aver fatto da apripista. Non cascate dal pero, suvvia, lo sapete bene anche voi che il grido di dolore di tanti frequentatori di Piazzatorre suona più o meno come un "vogliamo essere coinvolti in prima persona nelle scelte che riguardano il paese".

Che detta così potrebbe quasi sembrare sensata, se non fosse che il (neanche tanto) retro-pensiero dei lamentanti è, come dire, molto "cumenda style": vengo-compro-pago-pretendo.

Beh, forse stupirò più d'uno, ma io penso che un ipotetico e tutto da costruire "coinvolgimento diretto" sia una sciocchezza. Fermo restando che nessuno ha mai delineato quale meccanismo di rappresentanza avrebbe in mente, né come intenderebbe esercitarlo, ovvero sia attraverso quali modalità tale rappresentanza dovrebbe essere costituita per, poi, operare, mi sembra che le alternative sarebbero solo due:
  1. l'elezione diretta di una sorta di consiglio comunale "a latere", formato dai rappresentanti dei turisti;
  2. la nomina di una commissione consultiva, sempre formata da rappresentanti dei non residenti, da questi scelti tra più candidati.
Nel primo caso (fantagiuridico, evidentemente), posto che fossero utilizzati i medesimi criteri delle elezioni amministrative, Piazzatorre vedrebbe il Consiglio Comunale "vero" affiancato da un organo del tutto analogo ma numericamente soverchiante (ricordate: 450 residenti a fronte di 7.000 turisti da "seconda casa"). Di fatto, l'esproprio, a favore dei turisti, delle decisioni riguardanti il paese e la cancellazione "amministrativa" dei residenti.

Nel secondo caso, giuridicamente plausibile, questa commissione finirebbe per essere espressione non dei turisti, ma degli eletti stessi (che, in pratica, rappresenterebbero sé stessi e qualche amico o parente ma nulla di più).

Invece il "modello" Castione mi piace. Senza peli sulla lingua: la retorica della partecipazione non mi ha mai incantato, spesso nasconde dietro una cappa di ipocrisia la volontà di illudere le persone circa il peso che il loro pensiero può esercitare sui decisori. Da qui una partecipazione fatta soprattutto di riti e procedure e assai poco di ascolto e di mediazione.

Preferisco di gran lunga il metodo monocratico: chi é al vertice dell'amministrazione si sceglie i collaboratori, onori e oneri compresi. Se sceglie bene ne avrà merito, se sbaglia ne avrà la responsabilità e ne pagherà le conseguenze in termini politici (e non solo).
Il punto critico sono i criteri di scelta, che devono essere chiari in relazione agli obiettivi prefissi e trasparenti nelle modalità di selezione: astenersi amici, parenti e amanti, grazie.

La domanda allora diventa: il metodo Castione é un problema? O può essere, invece, un'opportunità?


lunedì 27 febbraio 2012

Analogie

La vicinanza geografica e d'interessi al nord della provincia di Varese mi fa spesso leggere le notizie riguardanti quella zona.
Tiene banco in questi giorni l'appello del Sindaco di Luino perché l'unico impianto di sci da discesa in tutta la provincia, la pista della Forcora, a Veddasca, non debba chiudere.

Subito sono arrivate le proposte e le opinioni a riguardo, da quelle di chi lamenta, in sostanza, la mancanza di un vero "sistema turismo", a quelle (giuro che NON L'HO SCRITTA IO) di chi rifiuta l'idea che la Forcora debba restare aperta a colpi di esborso di denaro pubblico (ohibò, mi ricorda qualcosa!.

Dite la verità: ricorda qualcosa anche a voi, vero?

Problemi comuni, si dirà. Obiettivi confusi, ricette vaghe. 
Analogie perfette.

Ora, Forcora é una località non priva di fascino, piccola, raccolta, raggiungerla é divertente d'estate, faticoso d'inverno. Dalla sua cima si gode un panorama molto bello, specie verso sud, e con un orizzonte ampio: nelle giornate limpide si può vedere distintamente il nuovo grattacielo della Regione, a Milano, 80 e passa chilometri di distanza.

Cosa non va allora? Facile. La sua "vertiginosa" quota: circa 1.200 m s.l.m.

La neve qui è, da anni ormai, una specie di miracolo. Quest'inverno poi, una pena.

E allora la battagia del Sindaco di Luino non sembra avere senso, se si parla di mantenere in vita una sciovia dove la neve non c'é. Può averne se si rivalutano la Forcora e la Val Veddasca in generale per quel che possono dare di bello indipendentemente dalla pratica dello sci.

Non vorremmo che dietro il nobile intento del Sindaco ci fosse, invece, l'ennesima manovretta di basso cabotaggio politico. La "Sciovie Forcora S.r.l." è una società in quota Lega Nord, partito che (attraverso una lista civica) vota con la maggioranza guidata dal Sindaco (ex AN, ora PDL) a capo di un'altra lista civica. 

Votami tu che ti voto anch'io? Speriamo di no.

sabato 18 febbraio 2012

mercoledì 15 febbraio 2012

Senza parole

No dico, ma siamo impazziti o dementi? Lasciar scorrere l'acqua per evitare che congeli? E svuotare l'impianto prima dell'ultima partenza autunnale no? Ma che deficenti.

sabato 11 febbraio 2012

Riflessioni da fare

Parole santissime quelle espresse in questo intervento. Bisogna rifletterci sopra con attenzione.
A me sembra che il cambiamento culturale invocato sia davvero uno spartiacque: la fine della montagna o il suo rilancio. Tertium non datur.

E il rilancio, é bene saperlo, passa anche da queste cose. Che in tanti ignorano.

venerdì 3 febbraio 2012

Come promesso

L'albo comunale online continua a essere spoglio peggio d'un larice a gennaio, quindi, come vi avevo anticipato nell'ultimo post, ecco qua la delibera con il rendiconto dei soldi usciti dalle casse comunali.
Per quanto non necessario, trattandosi a tutti gli effetti di un atto pubblico, ho ritenuto di oscurare i cognomi dei beneficiari quando persone fisiche: di pettegoli e pettegole a Piazzatorre ce n'é comunque, inutile dar loro altra biada da ruminare.






mercoledì 1 febbraio 2012

Se la montagna non va da Maometto...

Il resto della storiella lo conoscete.

Al dunque, a due mesi circa dalle decisioni assunte dal Comune per sostenere l'apertura degli impianti, credo di non sbagliare affermando che, vox populi a parte, molti non conoscano l'esatto contenuto delle decisioni.

Tranquilli, no problem.

Avendo a disposizione l'allegra delibera a suo tempo assunta, zia Mara ha deciso che qualora tale documento si ostini a non comparire sull'albo pretorio online (o a essere ripubblicato, qualora lo fosse stato inizialmente), tra due giorni al massimo sarà pubblicato su questo blog.

Mi sembra il minimo, visto che qua ci pregiamo informare anche surrogando funzioni mai abbastanza esercitate dal sullodato Comune.

Ciò premesso, passiamo ad altre amene osservazioni.

Proprio il giorno dopo a quello in cui persino il Corrierone si è accorto che un cancro di questo sfigato Paese è rappresentato dal forsennato consumo di suolo, ecco che sul forum vallare compare il commento di un illuminato filosofo della Magna Grecia, secondo il quale le disgrazie del paesello sono dovute a disfattisti annidati anche nel Consiglio Comunale, alla "manfrina delle analisi ambientali".

Quando trovo uno che ha capito tutto, ma proprio tutto, resto sempre profondamente ammirata. 

Per "analisi ambientali" leggasi Valutazione Ambientale Strategica, una cosa che forse è una manfrina, anzi, spesso lo é, nel senso che il processo viene adeguatamente addomesticato affinché dica a madama marchesa che tutto va bene. Nonostante ciò, questa "manfrina" é obbligatoria a causa di una fastidiosa legge dello Stato emanata in recepimento di una Direttiva dell'Unione Europea, avete presente no? Quell'inutile e fastidioso organismo sovranazionale che ha più d'una volta portato l'Italia dei filosofi della Magna Grecia davanti alla Corte di Giustizia (tutte toghe rosse, ovvio) che ci ha condannati a multe salate (pagate con le tasse dei cittadini italiani), proprio per violazione di norme ambientali, ovvero sia per quella cosa che il Comune di Piazzatorre si apprestava a fare, escogitando una farlocca "verifica di esclusione", sino a che una serie di osservazioni e, mi permetto, il pressing di questo cazzo di blog, smontarono il giochetto.

E i disfattisti poi! Li vogliamo trascurare? Giammai. Prima però bisognerebbe indicarli per benino, perché da quel che ricordo il PII passò in Consiglio Comunale con ben abbondanti voti favorevoli. Che poi qualcuno abbia realizzato di aver approvato una boiata e abbia innestato una parziale retromarcia, direi che nella norma della democrazia rappresentativa ci sta perfettamente. Ma si sa, certi filosofi hanno studiato quando il massimo della discussione era "Credere, Obbedire, Combattere".