Sacrilegio! Disastro! Lesa maestà!
Mancano queste fantasmatiche accuse, ma forse BergamoNews é stato parco di iperboli e ha sfumato i toni del vibrato intervento di un ex capogruppo del comune di Castione della Presolana.
Che succede di tanto grave lassù? Che il Sindaco ha pensato di affidarsi a dei "foresti" (milanesi, orrore!) per promuovere politiche per il turismo, leva economica di quell'area.
Lasciamo perdere la polemica politica spicciola castionese, qui non ci interessa.
Quel che ci riguarda é che Castione potrebbe aver fatto da apripista. Non cascate dal pero, suvvia, lo sapete bene anche voi che il grido di dolore di tanti frequentatori di Piazzatorre suona più o meno come un "vogliamo essere coinvolti in prima persona nelle scelte che riguardano il paese".
Che detta così potrebbe quasi sembrare sensata, se non fosse che il (neanche tanto) retro-pensiero dei lamentanti è, come dire, molto "cumenda style": vengo-compro-pago-pretendo.
Beh, forse stupirò più d'uno, ma io penso che un ipotetico e tutto da costruire "coinvolgimento diretto" sia una sciocchezza. Fermo restando che nessuno ha mai delineato quale meccanismo di rappresentanza avrebbe in mente, né come intenderebbe esercitarlo, ovvero sia attraverso quali modalità tale rappresentanza dovrebbe essere costituita per, poi, operare, mi sembra che le alternative sarebbero solo due:
- l'elezione diretta di una sorta di consiglio comunale "a latere", formato dai rappresentanti dei turisti;
- la nomina di una commissione consultiva, sempre formata da rappresentanti dei non residenti, da questi scelti tra più candidati.
Nel primo caso (fantagiuridico, evidentemente), posto che fossero utilizzati i medesimi criteri delle elezioni amministrative, Piazzatorre vedrebbe il Consiglio Comunale "vero" affiancato da un organo del tutto analogo ma numericamente soverchiante (ricordate: 450 residenti a fronte di 7.000 turisti da "seconda casa"). Di fatto, l'esproprio, a favore dei turisti, delle decisioni riguardanti il paese e la cancellazione "amministrativa" dei residenti.
Nel secondo caso, giuridicamente plausibile, questa commissione finirebbe per essere espressione non dei turisti, ma degli eletti stessi (che, in pratica, rappresenterebbero sé stessi e qualche amico o parente ma nulla di più).
Invece il "modello" Castione mi piace. Senza peli sulla lingua: la retorica della partecipazione non mi ha mai incantato, spesso nasconde dietro una cappa di ipocrisia la volontà di illudere le persone circa il peso che il loro pensiero può esercitare sui decisori. Da qui una partecipazione fatta soprattutto di riti e procedure e assai poco di ascolto e di mediazione.
Preferisco di gran lunga il metodo monocratico: chi é al vertice dell'amministrazione si sceglie i collaboratori, onori e oneri compresi. Se sceglie bene ne avrà merito, se sbaglia ne avrà la responsabilità e ne pagherà le conseguenze in termini politici (e non solo).
Il punto critico sono i criteri di scelta, che devono essere chiari in relazione agli obiettivi prefissi e trasparenti nelle modalità di selezione: astenersi amici, parenti e amanti, grazie.
La domanda allora diventa: il metodo Castione é un problema? O può essere, invece, un'opportunità?