domenica 4 novembre 2012

Ovvietà indigeste

Ci pensa il Corrierone di ieri a ricordarci che non c'è la coda per acquistare case nelle valli, cosa risaputa per chi voglia tenere gli occhi aperti sulla crisi e sull'evidenza che una seconda casa rischia di essere per sempre come un diamante, ma senza la stessa aura di romanticismo.

Il surplus edilizio esistente dovrebbe costituire elemento più che sufficiente a evitare nuove espansioni e "completamenti" (nel senso che completano l'inadeguatezza funzionale di una struttura urbana già precaria, ammazzandola definitivamente), per puntare a recupero e riqualificazione dell'esistente, ma tant'é, i Comuni pensano ancora a far cassa con gli oneri e l'IMU (che adesso, per inciso, farà fuggire chi ha abbastanza gambe per correre).

L'offerta edilizia va tutt'ora per la maggiore, i commercials delle varie società che propongono tramite bionda d'ordinanza "la tua casa nel verde delle valli bergamasche, a partire da 59.000 €" sono trasmessi un giorno sì e l'altro pure su varie reti (é bastata una settimana a Milano per farsi una cultura televisiva in materia); l'offerta turistica vera, quella che si basa sui servizi al turista, langue e sembra affidarsi più alla buona volontà di qualche pro loco o di qualche comitato, i professionisti del settore non paiono mostrare troppo interesse. Tempo di farsi delle domande? Forse sì.

Intanto, la neve sulle Orobie é arrivata, Foppolo apre e Valtorta pure, almeno così pare. Da Piazzatorre nessuna segnalazione pervenuta. Frammentazioni proprietarie e assenza di bacino idrico artificiale pesano ancora parecchio sul futuro degli impianti, forse la buona volontà e la competenza di chi é subentrato ad Alta Quota nella gestione della Gremei reggeranno un'apertura a metà anche per questo inverno, ma é evidente che parliamo di prospettive a breve termine.

Checché ne dicano i cementificatori seriali, non é a nuove case che occorre rivolgersi con lo sguardo speranzoso. Anche sciogliendo i nodi delle proprietà degli impianti (auspicabilmente senza impiego di soldi pubblici!) o si costruiscono un'offerta turistica e, parallelamente, una lavorativa (nei servizi all year long per turisti) o non si andrà comunque molto lontano.

2 commenti:

  1. Lei parla di mercato edilizio saturo ed è vero però i soldi investiti sono dei privati i quali devono essere liberi di lanciarsi o meno in attività imprenditoriali.

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    1. C'é del vero in quel che dice, coi propri soldi un imprenditore può investire in quel che gli pare. Questo concetto trascura però un'altra cosa altrettanto vera e indiscutibile: un investimento immobiliare/edilizio sbagliato non é un danno solo per chi ci ha messo dei soldi, é un danno anche pe rla comunità che vede sprecato (male utilizzato) irrimediabilmente il territorio in cui vive e lavora. E' per questo che con l'urbanistica non si può scherzare. Le conseguenze degli errori ricadono su di tutti, soprattutto sugli incolpevoli.

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