domenica 13 gennaio 2013

Reset

Ora che il fungo atomico dell'indignazione si é alquanto sgonfiato lasciando posto al profluvio di ricette su come far partire gli impianti, alle quali seguirà con buona probabilità uno sbadiglio, può essere opportuno puntare l'attenzione ai ruoli esercitabili nel fragile contesto socio-economico di Piazzatorre e dell'intera alta valle.

Paolo ha già sin troppo bene delineato la strada per il cambiamento dei comportamenti privati di residenti e turisti, io vorrei proporre qualche riflessione sulle azioni che gli amministratori locali possono compiere nelle loro giusta veste, che é quella di rappresentanti di istituzioni deputate a guidare e promuovere lo sviluppo economico delle comunità da loro amministrate, SENZA, e sottolineo SENZA, che ciò debba tradursi in utilizzo improprio del denaro pubblico a sostegno di attività economicamente non autosostenibili e che, con tutto il rispetto per le leggi vigenti, solo un legislatore non già vittima delle lobbies ma composto esso stesso dai lobbisti (Daniela Santanché in testa, quale firmataria, con altri, della legge del 2003) poteva definire "di pubblico interesse" ponendo gli impianti sciistici stanno sullo stesso piano delle case di cura o di quelle attività che, effettivamente, sono volte a soddisfare esigenze individuali così massivamente diffuse da poter essere considerate esigenze collettive.

Se la chiusura degli impianti in questa stagione 2012-2013 ha avuto aspetti traumatici, ciò potrebbe non essere del tutto negativo: l'occasione é propizia per scoprire le carte e stanare i vari soggetti teoricamente coinvolti. Serve realismo, Piazzatorre da sola non va da nessuna parte, al massimo in pasto ad altri avventurieri dal mattone facile. Occorrono alleanze, comuni intenti, obiettivi condivisi.

Se, come alcuni sostengono, i mali di Piazzatorre comportano riflessi per l'intera Valle dell'Olmo e forse più, occorre provare creare un fronte coeso nell'ambito del quale tutte i Comuni interessati abbiano ruolo attivo, sopportino oneri, ricavino onori.

Io non ho piena cognizione di quale sia il bacino geografico delle attività economiche che, dal mantenimento e dallo sviluppo del comprensorio delle Torcole, potrebbero trarre benefici, ma se guardo una mappa dell'alta valle, di primo acchito mi viene da pensare che potrebbe essere più ampio di quanto si dica. Provo a stilare un elenco dei comuni (ordine alfabetico): Averara, Cusio, Lenna, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Olmo al Brembo, Piazza Brembana, Piazzolo, Santa Brigida, Valnegra. Questo senza allargare oltre per evitare di includere quelli, almeno apparentemente, più ricadenti nell'orbita di Valtorta o di Foppolo.

Undici, compresa Piazzatorre, un discreto gruppetto. Ora, non appartengo al novero di quelli che da da due ronzini pretendono di tirar fuori un cavallo, del resto qui non servono cavalli (intesi come purosangue) ma asini pazienti che sappiano fare squadra.

Ho letto nel forum vallare i commenti di chi favoleggia riguardo nuovi impianti tra Madonna delle Nevi e San Simone. Certo, il momento economico é decisamente propizio se lo analizziamo sotto l'effetto di qualche potente oppiaceo, e comunque basta pensarlo intensamente e un nuovo comprensorio si materializzerà tra fulgore di Arcangeli e cori di Cherubini.

Chi preferisca evitare di schiantarsi contro la realtà potrebbe, invece, convenire sulla possibilità che gli amministratori di Piazzatorre, se lo vogliono, predispongano un programma chiaro, soprattutto negli obiettivi e nella temporizzazione degli stessi, per iniziare almeno a salvare il salvabile superando i problemi sinora riscontrati e, in prospettiva, per rilanciare seriamente e stabilmente il ruolo del comprensorio "Torcole". Facciano da soli, senza consulenti che infarcirebbero le solite duecento pagine di bei concetti triti e ritriti! Con in mano tale programma, e in faccia tanta d'umiltà, dopo aver saggiato la disponibilità degli altri comuni, lo presentino ai loro amministratori, singolarmente, ne illustrino i possibili risvolti positivi per le loro comunità, ascoltino le loro esigenze e richieste, i loro entusiasmi, i loro timori, le loro diffidenze. Troveranno favorevoli e riottosi, si tengano subito stretti i primi e si sforzino di convincere i secondi, non cedano al primo tentativo.

Il tutto senza infingimenti, tranelli, inganni, senza il "dire senza dire", nella massima trasparenza e apertura.

Servirà, non servirà? Non lo so. Credo che tentare valga la pena, sarebbe un RESET, un azzerare la situazione, un cancellare tutto ciò che é stato per concentrarsi su ciò che potrebbe essere. Se un progetto sensato e fondato vedrà la luce, gli investitori seri non tarderanno a farsi vivi, la crisi non durerà in eterno, bisogna prepararsi a cogliere il momento favorevole che ne seguirà.

Piazzatorre può muoversi ora o vegetare per sempre, ma la decisione e l'azione spettano a lei, non c'é Comunità Montana o Provincia o Regione che tengano. Il tempo delle elemosine o delle compravendite elettorali é finito.



2 commenti:

  1. La grande presa di posizione e protesta,seguita poi dalle innumerevoli proposte e buone intenzioni dei villegianti Piazzatorresi si è rivelata già una cosa molto passeggera...certamente come scrivono sul forum vallare è molto piu semplice boicottare,peccato che il risultato di ciò non sarà sicuramente niente di positivo;
    Avanti cosi,complimenti a tutti (ciarlatani e professori tipicamente all'italiana)

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  2. Speriamo che i ciarlatani e professoroni si facciano da parte.
    Come ha detto, più o meno,Stave Jobs " bisogna che i giovani si facciano avanti"

    Anna

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