Questo post doveva essere dedicato solo a far conoscere un bell'esempio di come all'estero, precisamente in Austria, regione di Salisburgo, si riesca a conciliare turismo invernale ed estivo, attività economiche e rispetto della natura e del paesaggio.
Ho scoperto il luogo grazie alla segnalazione di una collega. Ne é nato un piacevole soggiorno breve, infrasettimanale, con le rispettive famiglie.
Potete farvi un'idea guardando
qui (lascio il solo link in tedesco perché purtroppo quello in inglese non sembra funzionare altrettanto bene).
In quella località si scia, eccome. Ma lo sci non é un totem, é una parte di un'offerta turistica estesa all'intero arco dell'anno e che si rivolge a tutte le fasce d'età, seppur con uno sbilanciamento verso le famiglie con bambini e, più d'estate, anche verso gli anziani (la fascia 20-40, anche lì é più orientata al turismo invernale legato alle attività sulla neve).
Altro punto di forza, la qualità dell'offerta ricettiva, inarrivabile rispetto agli standards cui siamo abituati a sud delle Alpi: servizio impeccabile, pulizia, organizzazione, disponibilità, orientamento al cliente, cucina sempre pronta ad adattarsi alle richieste (nei limiti di una tradizione culinaria assai diversa da quella lombarda o piemontese, o mediterranea, ovviamente), rapporto qualità/prezzo degli alberghi e dei ristoranti, anni luce davanti a noi.
Veniamo al paesaggio. Non parlo di quello naturale, diverso dalle Orobie, può piacere di più o di meno secondo i gusti personali. Parlo di quello che gli urbanisti definiscono "antropico", ovvero del paesaggio costruito. Qui il confronto é impietoso. Le zweitwohnungen, seconde case, esistono anche qua, in percentuale però drasticamente inferiore rispetto alle nostre valli. A stima "spannometrica" direi che siamo intorno al trenta per cento dell'edificato residenziale complessivo. Sulla qualità architettonica, anche qua c'é da arrossire: la cultura e l'attenzione di progettisti e imprese ci surclassa senza pietà, non aggiungo altro.
Insomma, senza bisogno di reinventarsi e riprodurre le porcherie urbanistico-edilizie con cui ci siamo avvelenati per quarant'anni, basterebbe copiare quello che da sempre l'Austria fa senza clamore, per avere un sistema turistico alpino rinnovato per qualità e attrattività.
Il disegno é fin troppo chiaro: un pesante intervento di tipo statalista. Ricordatevelo quando sentirete nei prossimi giorni i candidati del rinnovato asse pidiellino-leghista farneticare di meritocrazia, di libertà d'impresa, di riduzione delle tasse, di restituzione dell'IMU e compagnia cantando.
La loro anima é tal quale a quella degli avversari cui rinfacciano di essere nipotini di Stalin.
Se non siete duri di comprendonio e avete ancora un barlume di attività neuronale (lo so, é difficile di questi tempi, storditi come siamo dalle massicce dosi di narcotico pre-elettorale che ci viene somministrato quotidianamente) avete già capito dove porta la strada delineata da monsieur Sertorì: ad un nuovo gigantesco poltronificio per trombati e no, ad una tentacolare gestione partitica del turismo alpino lombardo.
Ricordatevene quando vi indignerete per i "costi della politica", per le tasse che non si riducono, per l'asfissiante presenza di personaggi indegni da omaggiare per ottenere il permesso di organizzare una manifestazione turistica.
Prosit.