sabato 9 novembre 2013

In ritardo sulla storia

Le Torcole vedranno gli impianti in funzione questo inverno, é pressoché certo, solo qualche colpo di testa o l'arroccamento su posizioni intransigenti potrebbe far saltare quella che sembra essere ormai diventata la nuova venuta del Messia.

Ben venga la riapertura, se non altro perché almeno si taciteranno coloro che in questi anni hanno attribuito alla chiusura degli impianti tutte le sventure possibili e immaginabili.

Se l'accordo perseguito dal Comune sarà la fine del bosco della Tagliata lo si vedrà e ognuno sarà chiamato alle proprie responsabilità.

Si sappia che, comunque vada, il sole é sempre più basso sull'orizzonte dello sci, e non é solo per questioni climatiche, le cui bizzarrie sono note (a proposito, sappiate che in Europa siete in trepida attesa "dell'inverno più freddo degli ultimi cento anni", auguri. Qua oggi ci sono circa 35 gradi, umidità sensibilmente alta, al solito). 

Vi basti riflettere per qualche secondo sulle bugie, coperte per decenni, relativa alla lunghezza delle piste (vedasi immagine sottostante)


e solo recentemente riportate alla ribalta della cronaca (anche se le misurazioni sono state eseguite alla fine dello scorso decennio e rese note nel 2011! due anni di censura), o, ancora, all'evoluzione dell'offerta invernale fatta da chi problemi a far sciare i propri turisti non ne avrebbe comunque. 

Riaprano dunque gli impianti, ma nessuno s'illuda, senza rivedere l'intero modello turistico le dimissioni del paziente son di là da venire.

16 commenti:

  1. Come può pensare una stazione sciistica,un paese, che si è sviluppato (certamente non nel modo corretto) grazie alla costruzione dei primi impianti di risalita,con una storia sciistica di 60 anni alle spalle, con un demanio sciabile gradevolissimo e a portata di mano,con un patrimonio di impianti di risalita ancora funzionanti per almeno i prossimi 20/30 anni...come si può pensare che debba cambiare strada...proprio ora che gli esperti del settore sottolineano come le piccole località,con costi di gestione relativamente bassi, vicine alle città e con una politica di prezzi low cost, sono quelle che potranno meglio affrontare il futuro data la situazione economica generale che stà frantumando i bilanci dei blasonati e megacostosi caroselli sciistici italiani?
    No cara Mara, oggi più che mai Piazzatorre ci deve credere,stabilizzare la propria situazione che l'ha cosi penalizzata in questi anni e pensare a crearsi una nicchia di mercato offrendo quanto di ottimo ha; contesto ambientale molto gradevole,poche ma belle piste adatte alla famiglia,un pò di organizzazione, cibo buono e prezzi bassi graze ad un oculata gestione e razionalizzazione del sistema impiantistico.
    Questo unitamente allo sviluppo del fuori stagione,ad una maggior cura estetica del paese e ad una buona organizzazione turistica estiva possono essere gli ingredienti che salveranno sicuramente Piazzatorre,senza nuove costruzioni e senza disboscare!

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    1. Fondamentalmente non la penso in modo diverso, almeno sulla necessità di evitare il disboscamento e il proliferare di nuove costruzioni (mentre recuperare le ex colonie é indispensabile!). Resto dell'opinione che la monocoltura dello sci abbia chiuso il suo ciclo storico. Sugli impianti condivido il pensiero di Paolo: finché ci sono, é bene farli funzionare.

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  2. Chi è padrone delle sue colonie ora?Ancora enti benefici o privati?

    Hanno firmato tutti per gli impianti?

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    1. In teoria (secondo diritto) sono ancora del Comune, dato che la convenzione del famigerato PII non é mai stata firmata e le cessioni avvengono alla firma delle convenzioni.

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  3. Secondo l'Eco di Bergamo ormai è fatta anche il padrone del terreno alla partenza ha firmato.

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  4. Comunque vada sarà per l'ennesima volta un fallimento per le casse comunali, adesso attendiamo con trepidazione chi sarà il nuovo gestore della stazione, male che vada pagherà ancora il Comune. L'unico che puo' essere soddisfatto è il proprietario della partenza che si porta a casa 7000euro all'anno fino a scadenza tecnica, quindi apra o no la stazione lui incassa, complimenti, quando si tratta di soldi pubblici non si bada mai a spese! L'amministrazione esce a "testa alta" da questa operazione, gli impianti sono salvi il turismo è salvo, il paese sarà rilanciato gli emigranti torneranno perchè dopo questo accordo ci saranno nuovi posti di lavoro....e ci voleva tanto? Quando capiranno che lo sci in Valle Brembana e non solo non ha piu futuro? Forse quando non ci saranno piu soldi pubblici,be allora manca poco!

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    1. Avessimo scritto noi queste cose, sai gli insulti!
      Facciamo chiarezza, un rischio che le cose vadano COMUNQUE male non é affatto escluso, SE non si riuscirà a costruire un'offerta turistica "four seasons". Con il solo sci non si va lontano.

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  5. Finchè ci saranno i disfattisti come @anonimo delle 13.21 a cui non gli è mai fregato un tubo della sopravvivenza (perché è di questo che stiamo parlando) di un paese e di una Valle non si andrà mai da nessuna parte. Per fortuna non la pensano tutti così, certo i problemi ci sono e non pochi ma rimanere con il dubbio di non avere tentato l'ultima carta forse sarebbe peggio no?????????? contare fino a 10 prima di sparare cazzate a sproposito sarebbe preferibile.

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    1. Sig.ra Sig.na Costanza mi permetta, Lei investirebbe i suoi risparmi nella stazione di Ski? Come mai quando un po di anni fa l'allora Sindaco Sig.ra Arioli propose e lancio' l'azionariato popolare (cosa piu che giusta) non ebbe successo? Forse erano tutti disfattisti? Facile parlare quando non si rischia nulla, tutti imprenditori, tutti bravi.... Quante ultime carte sono state giocate? Quanti annunci a caratteri cubitali sui vari forum e giornali locali sono stati fatti in questi anni? Non è questione di disfattismo, legga un po di giornali specializzati o forum che parlano di stazioni ski e impianti, poi si renderà conto di chi spara cazzate!

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    2. Se la pensa così allora lasciamo andare tutto allo sfascio smontiamo gli impianti mettiamo una bella sbarra a fondo valle e non se ne parli di questi "maledetti inpianti di Piazatorre" riposino in pace amen!!!!!!

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    3. Pero' non mi ha risposto...., non c'è bisogno di sbarre è una "selezione naturale"!

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    4. "Selezione naturale"????????????????? ma di cosa sta parlando??????? x fortuna Hitler e le SS sono sono storia altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi, e qui mi fermo vedo che nn si può continuare un discorso lineare e pacifico arrivederci a tutti.

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  6. L'azionariato popolare non funzionò perchè non fù gestito nella maniera giusta a causa della completa incapacità dell'allora sindaco e alle caratteristiche peculiari della maggior parte dei villeggianti di Piazzatorre e cioè "morti di fame".

    In molti altri posti ha funzionato, quindi il vostro sproloquio non regge!

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    1. Mi scusi ma come doveva essere gestito? Si è sempre in tempo a proporre...Se a Piazzatorre ci sono i morti di fame come turisti vuol dire che l'offerta è tale....

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  7. Molti quanti? Io ne ho presenti un paio, in Italia, non di più. Comunque, caro amico, a Roma le risponderebbero che "morto de fame ce sarai te e l'amichi tua". I villeggianti tutti saranno lieti di sapere che sono considerati all'incirca come dei barboni, una nuova forma di marketing per trattenerli?

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