Torno a scribacchiare dopo una pausa di relax e scaricamento di tensioni varie, torno con un post breve che parla di montagna. L'ispirazione me l'ha data quest'altro post di un blogger, che normalmente leggo per altre ragioni.
Ci sono montagne che non sono tali, sono "una squallida periferia di città fatta a forma di montagne". Quanto é vero!
Parla delle Dolomiti. "Sulle Dolomiti
tutto è accuratamente predisposto e organizzato perché chi ama le periferie
possa trovarsi a proprio agio anche in montagna: alberghi kitsch, parcheggi ad
alta quota, sentieri asfaltati, rifugi come mense aziendali e soprattutto tante,
tantissime funivie. Ci sono quasi più tralicci che alberi e, contrariamente a
quello che si pensa, tutto questo non serve a portare comodamente la gente in
cima alle montagne, ma a rendere le montagne squallide come una periferia. Si
dice che i Tirolesi, i Ladini e altri popoli più o meno immaginari tengano
molto alle loro montagne, ma a giudicare da come le hanno ridotte direi che
tengono molto di più al loro conto in banca".
E parla delle Dolomiti, delle tanto mitizzate (un po' anche da noi, é vero) Dolomiti. Chissà cosa penserebbe vedendo altri luoghi lungo le Alpi.
Forse inorridirebbe, o forse no. Ci si abitua a tutto, persino all'orrore, si potrebbe non abituarsi al trash, amarlo perfino?
In fondo, che c'é da perdere se tutti guadagnano, chi in soldi, chi in divertimento, che nella convinzione di divertirsi?
Eppure c'é eccome qualcosa da perdere, probabilmente l'abbiamo già persa: la montagna é un'illustre sconosciuta per quasi tutti. Ci illudiamo di conoscerla, di sapere cosa é, come é fatta, come si é formata, quale fauna trova lì il suo ambiente, ma é, appunto, illusione, inganno, disinteresse.
La montagna per quel che é non esiste nemmeno più. Esistono una serie di cose chiamate montagna, cose che servono a qualcosa o a qualcuno, che sia un'istituzione, una lobby, una categoria. Chi ci fa una legge, chi un parco a tema, chi ne ruba una parte e chi vieta ad altri di fare quel che i loro avi hanno fatto per decenni quando non per secoli, chi ci scrive libri.
Bambino, cos'è la montagna? Quante e quali risposte avremmo? E' dove vado a sciare. E' dove papà ha un'altra casa. E' dove la mamma vuole andare e il papà no. Non lo so, io vado al mare. Non mi piace la montagna. La montagna é dove ci sono tanti animali e tanti prati.
Sì, ma cosa é? Boh.
E in fondo, perché dovrebbe interessarci saperlo? Forse che ci spremiamo a capire cosa é il mare oltre la spiaggia, oltre le boe a 200 m, oltre la passeggiata e il porto con le barche che sembrano navi?
E' così importante?
E' così importante ostinarsi a sapere che il latte lo danno le mucche (o le pecore, le capre, le asine) e che non lo fanno in qualche fabbrica spremendo semi di qualche misteriosa pianta?
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