lunedì 26 ottobre 2015

La fiscalità immobiliare é sacrosanta (e per nulla illiberale)

Secondo post per tornare un po' a disquisire sull'immobiliare, il grande motore dei cambiamenti vallari (che furono).
Lo facciamo affidandoci alle parole di chi d'economia se ne intende parecchio più di noi: Michele Boldrin, che insieme ad altro soggetto non meglio identificato, ha scritto questo pezzo su Noisefromamerika, un po' lungo ma di sicuro interesse per chiunque voglia approfondire il tema dell'imposizione fiscale sull'abitazione e, magari, scrollarsi da dosso un po' di luoghi comuni, specie quando si farnetica di "investimento immobiliare" da parte dei gonzi ingolositi dalla propaganda dei teleimbonitori del mattone, per arrivare alla classicissima "perla" che vorrebbe il settore delle costruzioni come volàno dell'economia.
Boldrin, in un linguaggio perfettamente accessibile ai più, smonta impietosamente queste solenni idiozie, seppellendo i falsi argomenti dei  No-IMU/No-TASI, e con essi i loro sostenitori, annidati anche nel Governo in carica.

3 commenti:

  1. Considerati i risultati ottenuti l'unica volta in cui il signor Boldrin ha provato a tradurre in qualcosa di pratico tutto l'insieme delle sue immense conoscenze economiche...beh prendiamo quel che ci vuole insegnare come un bell'esercizio teorico e godiamoci quel minimo di riduzione dell'imposizione fiscale sulle nostre abitazioni che, giustamente, non serve a nulla a chi ha redditi elevati, ma che per chi è più in difficoltà (persone che i signori come Boldrin sanno che esistono solo nelle statistiche) è comunque qualcosa.

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    1. Se si riferisce alla farsesca fine dell'esperienza di "FARE per fermare il declino", allorché Luigi Zingales si stracciò pubblicamente le vesti per l'inesistente laurea di Oscar Giannino, minando la credibilità di quest'ultimo, posso anche essere d'accordo. Ma quello é il Boldrin "politico". Sull'economista ritengo che il giudizio non possa basarsi su un inciampo, per quanto ridicolo esso sia stato.

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  2. Egregio sig. Paolo non voglio assolutamente sminuire la grande preparazione di Boldrin sulle tematiche economiche e nello specifico del pezzo in macroeconomia e scienza delle finanze, ma resta il fatto che si tratta di mere disquisizioni teoriche che non hanno nessuna garanzia di funzionamento se applicate al contesto reale. La storia dell'economia ci insegna che una cosa è la modellistica e un'altra sono le situazioni reali motivo per cui ritengo che alcuni tipi di scelte debbano essere fatte da chi ha maggior conoscenza del mondo reale rispetto ai ricercatori puri:tutto qui. Inoltre quando si fanno scelte di imposizione fiscale entrano in gioco altri fattori oltre quelli strettamente economici, cosa che i signori come Boldrin rifiutano di considerare e la loro continua ingerenza nelle scelte di governo la ritengo fuori luogo proprio per la fine farsesca del loro tentativo di proporsi per governare...Teniamo pur presente che da un punto di vista strettamente teorico la nuova cementificazione è un investimento produttivo (che non tiene conto dei costi espliciti ed impliciti che crea!) quindi attenzione che per gli economisti conviene tassare gli immobili esistenti e non farlo con le nuove costruzioni nel momento in cui si volesse creare sviluppo in un sistema economico: morale lasciamo le scelte politiche ai politici anche se, come il sottoscritto, non ne condividiamo le idee

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