Da "Italians" (Corriere della Sera) del 4 settembre 2009.
"La bulimia edilizia, negli ultimi anni, sta cambiando la faccia di Santa Teresa Gallura, ed è un vero peccato: il luogo resta magico, non compromesso come Cala Gonone, Costa Rei o Costa Paradiso (sia pace all'anima sua). Ne ho accennato anche dal palco in Piazza Manna, durante "Musica sulle Bocche" (26-31 agosto, foto sotto). Mi risulta però che le grandi lottizzazioni siano state approvate dall'amministrazione precedente (Nicoli, centrosinistra), e l'attuale sindaco (Bardanzellu, centrodestra) abbia le mani legate. Sbaglio?Aggiungo: Santa Teresa e Aglientu possiedono la costa più spettacolare e intatta d'Italia (non ce n'è per nessuno: andate a Naracu Nieddu, sotto Montirussu, resterete a bocca aperta). E' giusto che queste tesoro produca redditi e benessere per la popolazione locale. Ma non è possibile che l'unico modo di produrli sia costruire-costruire-costruire, mangiandosi il territorio a poco a poco. Anche nei servizi c'è ricchezza. Qui punterei. Ma occorrono idee, iniziative e collaborazione civica - che in Sardegna spesso manca. In agosto sono tornato anche in Alta Val Badia, a mio giudizio la montagna più bella d'Italia, l'equivalente alpino della Gallura (come unicità, bellezza, varietà di clientela). I ladini proteggono le loro valli con le unghie e con i denti, e si aiutano tra loro; i galluresi molto meno. E questo, secondo me, spiega molte cose. Detto tutto ciò: la Gallura è casa loro, non casa nostra. In quell'angolo di Sardegna ho passato parte della mia vita, ho tanti ricordi e molti amici. Qualunque decisione prenderanno, io la rispetto".
Prima la domanda: i brembani, quanto proteggono le loro valli? Quanto si aiutano tra loro?
Poi la promessa: comunque finisca la vicenda del PII di Piazzatorre, accetteremo l'esito, rispettando la volontà dei Piazzatorresi.
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