Cosa manca in quel di Piazzatorre per risalire la china? Molto, ma nulla di irreperibile.
Manca fantasia, quella cosa che Federica Arioli aveva recuperato all'inizio del suo mandato per poi perdere la bussola nell'arco di un anno o poco più.
Manca coraggio, e non è vero quel che diceva Manzoni: anche chi non ce l'ha se lo può dare. Non l'ha ordinato Dio sul Monte Sinai di prostrarsi deferenti davanti al signor castellano, neppure se è proprietario di impianti a suo tempo "sequestrati" (termine improprio) dal Comune e per i quali fu innescato un contenzioso.
Manca armonia, Piazzatorre è da decenni una Bosnia in miniatura, tutti contro tutti. Se solo quel manipolo di famiglie che fa il bello e il cattivo tempo si decidesse una buona volta a smetterla di litigare, tre quarti dei problemi sarebbero risolti.
Manca consapevolezza: non siete a Calgary ragazzi, sforzatevi di capire che se la torta piazzatorrese è fatta di dieci fette, sci e sport invernali possono essere un paio di fette al massimo.
Manca umiltà: spiacente, NON siete dei geni al di sopra della media, siete perfettamente in media e anche un pochino sotto. O capite che le cose si fanno seguendo le regole, TUTTE le regole, o continuerete regolarmente a prendervela nel didietro. Prima di regalare proprietà all'amico dei (presunti) amici, la prossima volta fate una (seria) gara pubblica.
Mancano onestà e lungimiranza: i turisti si fanno incantare una volta, spremere la seconda, la terza vi mandano a fare in culo senza troppi complimenti. Fate i vostri conti, tre generazioni di turisti dagli anni '70 ad oggi, due cicli edilizi espansivi durante i quali avete spacciato appartamenti come fossero coca, vado avanti o ci arrivate da soli alla conclusione?
Manca quel che non dovrebbe mai mancare: la voglia di cambiare.
Datevi da fare, trovate tutto quel che vi manca e ripartite, oppure rassegnatevi a percorrere la 470 la mattina alle 5 e la sera alle 20 per il resto della vostra vita.
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