Un fatto del genere è politicamente molto rilevante e merita attenzione. Che l'amministrazione di Federica Arioli fosse allo sbando da almeno un anno e mezzo, si sapeva, ma il voto dell'altra sera ha drammaticamente evidenziato che la scelta più rilevante per una piccola comunità come quella di Piazzatorre l'hanno consentita coloro che gli abitanti non avevano voluto alla guida del paese.
Non parliamo di ribaltone perché la dimensione dell'ente è tale che un simile sostantivo, già di per sé abbastanza idiota, qui sarebbe del tutto ridicolo. Ma che il voto elettorale del 2004 sia stato gettato alle ortiche è fuor di dubbio.
Federica Arioli, se la decenza sta ancora di casa dalle sue parti, dovrebbe ora trarre le opportune conclusioni. Dopo aver ceduto all'oltraggioso ricatto dell'Alta Quota S.r.L. "o adottate il PII o noi non riapriamo gli impianti nella stagione 2008-2009", sfidando peraltro la legalità (e sarà interessante vedere, in caso di ricorso al TAR, se il procedimento utilizzato reggerà o se sarà travolto) ha recitato appieno la parte in cui si era maldestramente calata, quella di agnello da sacrificare sull'altare della rendita fondiaria.
Ora però prenda atto che la maggioranza alla quale è costretta a sostenersi ha cambiato colore (e sulla scelta più impegnativa per la comunità, mica sui contributi alla bocciofila), si dimetta e passi la palla ad un Commissario straordinario che guidi Piazzatorre sino alle prossime elezioni amministrative e chiuda l'infame partita del PII.
Se l'approvazione (Dio scampi noi e Piazzatorre) di quell'oscenità fosse confinata nell'atto dovuto di un burocrate dello Stato, tutto sommato la dottoressa Arioli, alla quale, umanamente, non è mai mancata la nostra stima, avrebbe ancora di che salvare la faccia.
Piazzatorre è un paese della Valle Brembana, in provincia di Bergamo. Era una località turistica parecchio in voga. Ora vive forti difficoltà e deve rinascere. Un progetto immobiliare di "rilancio turistico", secondo noi sbagliato, al momento sembra fermo, e non è detto che ciò sia un male, anzi. Per salvare gli impianti sciistici si può, si deve, fare dell'altro. Si può farlo uniti. MAIL: salviamopiazzatorre@gmail.com
mercoledì 29 ottobre 2008
Ribaltini orobici
martedì 28 ottobre 2008
8 - 4 - 1. Maggioranza sì, unanimità no.
sabato 25 ottobre 2008
Stazioni sciistiche e attenzione per l'ambiente
Al solito, la virtù sta nel mezzo, in questo caso nel cercare un equilibrio tra le ragioni dell'economia e quelle dell'ambiente, riflettendo a fondo sull'evidenza che quando la prima ritiene di poter fare a meno del secondo, il disastro è dietro l'angolo, non fosse altro perché, e proprio Piazzatorre lo insegna perfettamente (tranne ai suoi amministratori, pare), un ambiente svilito e impoverito dalla cupidigia di chi considera il denaro l'unico argomento degno di guidare le sue azioni, finisce per diventare motivo di ripulsa in coloro (turisti) che si pensava di attrarre e fidelizzare.
Oltreoceano, negli USA, c'è chi l'ha capito da tempo e, per tempo, si è dato da fare per costruire un sistema di gestione ambientale delle stazioni sciistiche, al fine di offrire ai suoi clienti qualche motivo in più per recarsi a sciare in un determinato luogo, che non fosse solo una pista più o meno bella ed impegnativa o uno skilift ultimo modello o un giornaliero / settimanale all inclusive.
Quegli "eccentrici" americani gestori di impianti sciistici, non avvezzi a difendere l'ambiente a forza di bla-bla, lo difendono perché sanno benissimo che da esso traggono il proprio sostentamento, e allora si preoccupano di pianificare urbanisticamente i loro impianti con raziocinio e non calcolando i metri cubi da vendere, si preoccupano che le costruzioni siano gradevoli e tali da non far pensare ad un newyorkese di essere partito da Manhattan convinto di andare in Oregon per ritrovarsi però al Queens solo con un po' di neve in più, prestano la massima attenzione ai consumi di acqua ed energia se devono ricorrere all'innevamento artificiale, gestiscono con attenzione il ciclo dei rifiuti, evitano di rompere le scatole alla fauna selvatica, considerano le foreste non come legna da ardere casualmente messa in verticale e ricoperta da foglie.
martedì 21 ottobre 2008
Black Monday
sabato 18 ottobre 2008
Mali comuni (senza gaudio per alcuno)
E' recente la pubblicazione di un articolo riguardante la realizzazione, già in corso, della strada "Plassa - Monte Arera" sui monti di Oltre il Colle.
- l'accessibilità alla montagna come elemento di supporto alla sua attrattività,
- la relazione tra fruizione e tutela, quando la garanzia di entrambe sia affidata ad un soggetto pubblico, ed in particolare ad un Parco regionale (Consorzio Parco delle Orobie Bergamasche).
Leggiamo:
Carlo scrive:
Se non riconosci più l’ambiente, e ti dispiace, dovevi nascere al tempo della clava.. di sicuro la Conca di Oltre il Colle era integra.. senza quelle orribili casettine di villeggianti che ci sono ora, altro che strada.
Mauro scrive:
Ma il Parco delle Orobie Bergamasche non “sembra”, “è” un fantasma. Come, non lo sapevate???
Fabio scrive:
Credo che si stia esagerando un po’ troppo con questa strada, credo invece che sia un buon biglietto da visita per tutte quelle persone che per svariati motivi nono possono raggiungere a piedi i vari rifugi, vedere il suggestivo sentiero dei fiori, anzi speriamo che ripristino anche una seggiovia che colleghi 1600 all’Arera e che dia slancio alla conca che al contrario sta morendo
Stefano scrive:
…le strade di montagna servono per farci arrivare di lì a poco le villette di cartone a 49.000 euro da usare 2 settimane all’anno, così come in pianura le nuove strade servono per fare arrivare i capannoni che restano prevalentemente vuoti perché l’economia non é più quella di qualche anno fa.
A.t. scrive:
Venite nel Parco dei divertimenti delle Orobie, qui potrete andare a caccia liberamente anche nelle zone di protezione speciale, qui potrete comprare una villetta con giardino di proprietà senza acqua potabile e senza scarichi fognari, qui potrete salire in cima le montagne con la macchina, col fuoristrada é meglio fa più tendenza, potrete fare il barbecue di fianco la strada, tagliare piante per accendere il fuoco, lasciare cumuli di immondizia la domenica nelle aree picnic prima o poi qualcuno le raccoglierà. L’unica cosa che é severamente vietata fotografare l’orso JJ5, dimenticare o lasciare cibo pena l’arresto, per il resto fate tutto ciò che vi pare e che vi passa nella mente……….Per il turismo e il rilancio della valle questo ed altro.
Ci sembra che i sentimenti espressi in questi commenti, al di là di qualche spunto sarcastico (peraltro ispirato alla realtà) siano, fondamentalmente, di smarrimento a fronte di azioni, od inerzie, non condivisibili o giustificabili a priori, i cui esiti hanno sino ad ora manifestato bilanci non sempre in attivo.
domenica 12 ottobre 2008
Ma un'alternativa esiste?
Qualche idea, magari sballata, l'abbiamo. Proviamo allora a "giocare" al brainstorming, pratica aziendale inventata negli USA e subito scopiazzata anche in Europa: ognuno provi a sparare la prima cosa che gli passa per la testa, una trovata intelligente in mezzo a novantanove scemenze ci sarà pure.
Prima però qualche pietruzza dalla scarpetta me la vorrei togliere: c'è un forum nel web (http://forum.valbrembanaweb.com/), di cui faccio il nome non per portargli immeritata pubblicità ma per denunciarne apertamente l'ipocrisia (ovvero la faccia di bronzo di chi muove da interessi di parte e non vuole o non sa ammetterlo apertamente), che tra i vari argomenti trattati vede un intero topic dedicato al cosiddetto progetto di rilancio di Piazzatorre. In quel forum, i cui amministratori sono smaccatamente a favore del PII, si leggono cose del tipo: "... ma queste sono valli da seconda casa...", "...senza sci e senza impianti non c'è sviluppo che tenga...", "...in Trentino sì che saprebbero come creare ricchezza e posti di lavoro...", ed altre amenità, tutte ampiamente smentite dai FATTI esposti nei nostri post dedicati, guarda caso, alle seconde case, all'esperienza trentina, alle difficoltà che gli impianti di risalita soffrono ovunque nell'arco alpino. Ecco, a quel forum, almeno per il topic che ho citato, auguro cordialmente di andare al diavolo, visto che "loro" non ci hanno pensato un secondo a cancellare l'account di chi ha osato dissentire rispetto alla linea che spacciano per verità dogmatica.
Veniamo alle proposte, o almeno al loro primo abbozzo (Sindaco Arioli, mi raccomando, siccome lo so che ci legge, prenda nota, magari anche solo per cestinare):
- quante abitazioni ci sono a Piazzatorre? in che condizioni sono? vengono utilizzate? Rispondere a queste domande è un punto di partenza da cui non si può prescindere.
- anche ammettendo di ricorrere ad un PII per pianificare un paese come Piazzatorre, non sta scritto nel Vangelo che si debba per forza ricorrere ad una massiccia nuova urbanizzazione (soprattutto perché quella esistente è tutt'altro che efficiente)
- le Politiche, con la "P" maiuscola, servono: incentivare attività imprenditoriali e punire le rendite parassitarie non è mica un peccato, anzi! Incoraggiare la ricettività familiare anziché l'affitto "alla garibaldina" si può e si deve.
- e se per una volta provassimo a dar ragione a chi sostiene che un apparente problema può essere un'opportunità? Fa così schifo impostare un sistema di ospitalità che magari si trasformi in qualcosa di più, a favore di particolari categorie di utenti quali sono gli anziani ed i bambini? Se invece di deprimersi al pensiero dei nonnetti che ciondolano dal Piè delle Rocce alla sorgente Santa Lucia, si cominciasse a pensare a loro come "clienti" prima e, magari, come possibili cittadini residenti poi, sarebbe così scandaloso? Tra l'altro, non a caso, vecchi e bambini spesso vanno molto più d'accordo tra loro che con i rispettivi figli e genitori, non è una novità.
- servizi, servizi, servizi: parola d'ordine a cui non si sfugge se si vogliono attirare (e fidelizzare) i turisti.
- qualità e quantità nell'offerta di intrattenimento: di mercatini e bancarelle, siamo sinceri, se n'ha fin sopra i capelli, soprattutto se son sempre quelle. O si ha voglia di prendere l'iniziativa e andare a cercare altrove merci e prodotti da proporre sulla piazza locale o è meglio lasciar perdere e organizzare tornei di bocce e tiro con l'arco. Non è una battuta, di società sportive poco conosciute e bisognose di pubblicità ce n'è a bizzeffe, se un paio d'albergatori s'ingegnassero ad ospitarne qualcuna a prezzo stracciato purché in cambio organizzi attività per il pubblico, un ritorno ci sarebbe per tutti.
- finanziamenti: l'ha ordinato il dottore che debbano essere reperiti attraverso iniziative edilizie? No. E se al privato non si può chiedere di investire senza un preciso ritorno in termini di profitto, si può anche sbattersi un po' per trovare sostegno da parte di enti che i soldini a disposizione li hanno. Regione e Provincia non saranno madri prodighe, ma di fronte ai buoni progetti non si tirano indietro, e non parliamo di edilizia, ovviamente, ma di progetti che mettono assieme ricettività, servizi alla persona, assistenza domiciliare, iniziative parascolastiche, tutta robetta che in termini di posti di lavoro ha un'incidenza elevata e non necessariamente gravante impieghi gestiti dal pubblico.
- impianti di risalita? Sì, grazie, ma non solo per sciare e non solo per un rifugietto. Gli eventi si possono organizzare anche non in Piazza AVIS - AIDO (i baristi se ne faranno una ragione), e anche quando non c'è neve: un concerto serio in cima al Torcola lo si ascolta più volentieri degli Aironi Neri (con tutto il rispetto) sotto l'anfiteatro.
Follie? Non crediamo. Fatica? Sì, certo, è senz'altro più faticoso che far costruire qualche centinaio di appartamenti in più, ma faticare è inevitabile se si vuol pensare al futuro proprio e dei propri figli piuttosto che al conto in banca di qualche immobiliare.
martedì 7 ottobre 2008
Siti che ci piacciono
Buone notizie
Fondamentali i pareri espressi da Comunità Montana e Provincia, entrambi particolarmente pesanti.
Scrive la Comunità Montana Valle Brembana: "[...] la trasformazione permanente di un'estesa superficie di bosco d'alto fusto, [...] avrà sicuramente effetti considerevoli dal punto di vista paesaggistico". Rincara la dose la Provincia: "L'intervento è posto in relazione alla prospettiva di sviluppo del turismo legato agli sport invernali. Tuttavia non si tiene conto delle problematiche connesse ai cambiamenti climatici e delle difficoltà crescenti delle stazioni invernali ubicate a quote non particolarmente elevate a disporre di un adeguato e duraturo innevamento".
Non commentiamo la serie di osservazioni riguardanti flora, fauna, servizi, risorse idriche. Ognuno può valutare da sé quanto siano pertinenti e sensate.
C'è però un punto particolarmente preoccupante: nel parere della Comunità Montana Valle Brembana, ente a tutt'oggi non dotato del Piano di Indirizzo Forestale (PIF), si parla di bosco "d'alto fusto": se la memoria è ancora buona, ci sembra che la legge forestale della Lombardia, in assenza del PIF, vieti la trasformazione dei boschi d'alto fusto salvo su autorizzazione della Giunta Regionale e limitatamente ad opere di pubblica utilità per realizzare le quali non esistano alternative.
Sindaco Arioli, ce lo dice una buona volta come pensa di scucire a Formigoni una simile autorizzazione per trasformare in palazzine il bosco della Tagliata???
p.s.: in tutta questa storia brilla per assenza e/o inconsistenza il Parco delle Orobie Bergamasche, pure annoverato tra le autorità competenti in materia ambientale, a dimostrazione che questo Ente (forse ancora commissariato) è un ectoplasma.