mercoledì 29 ottobre 2008

Ribaltini orobici

Nella posizione espressa lunedì 27 ottobre dal Consiglio comunale di Piazzatorre, in merito al PII, c'è un aspetto particolarmente interessante.
Se l'articolista de "L'Eco di Bergamo" non ha riportato dati errati, l'adozione del PII è intervenuta grazie al voto favorevole dell'opposizione. Tra i consiglieri della (fu) maggioranza si registrano, infatti, tre dei quattro voti contrari e l'astensione.

Un fatto del genere è politicamente molto rilevante e merita attenzione. Che l'amministrazione di Federica Arioli fosse allo sbando da almeno un anno e mezzo, si sapeva, ma il voto dell'altra sera ha drammaticamente evidenziato che la scelta più rilevante per una piccola comunità come quella di Piazzatorre l'hanno consentita coloro che gli abitanti non avevano voluto alla guida del paese.

Non parliamo di ribaltone perché la dimensione dell'ente è tale che un simile sostantivo, già di per sé abbastanza idiota, qui sarebbe del tutto ridicolo. Ma che il voto elettorale del 2004 sia stato gettato alle ortiche è fuor di dubbio.

Federica Arioli, se la decenza sta ancora di casa dalle sue parti, dovrebbe ora trarre le opportune conclusioni. Dopo aver ceduto all'oltraggioso ricatto dell'Alta Quota S.r.L. "o adottate il PII o noi non riapriamo gli impianti nella stagione 2008-2009", sfidando peraltro la legalità (e sarà interessante vedere, in caso di ricorso al TAR, se il procedimento utilizzato reggerà o se sarà travolto) ha recitato appieno la parte in cui si era maldestramente calata, quella di agnello da sacrificare sull'altare della rendita fondiaria.

Ora però prenda atto che la maggioranza alla quale è costretta a sostenersi ha cambiato colore (e sulla scelta più impegnativa per la comunità, mica sui contributi alla bocciofila), si dimetta e passi la palla ad un Commissario straordinario che guidi Piazzatorre sino alle prossime elezioni amministrative e chiuda l'infame partita del PII.

Se l'approvazione (Dio scampi noi e Piazzatorre) di quell'oscenità fosse confinata nell'atto dovuto di un burocrate dello Stato, tutto sommato la dottoressa Arioli, alla quale, umanamente, non è mai mancata la nostra stima, avrebbe ancora di che salvare la faccia.


Nessun commento:

Posta un commento