mercoledì 20 maggio 2009

Parallelismi

Il malato d' Europa ha il volto grave di Zapatero che comunica al Parlamento lo «stato della nazione»: oltre quattro milioni di disoccupati. [...] Ha il viso rabbuiato [...] della «prima generazione di spagnoli alti e biondi»: figli del benessere e della democrazia, chiamati ora dalla crisi alla prova della vita. Una crisi che atterrando all' aeroporto di Madrid-Barajas svela subito il suo simbolo: la gru. Decine, centinaia, migliaia di gru che dalla periferia della capitale si dipartono in ogni direzione: cantieri fermi, palazzi vuoti come quinte teatrali, sogni interrotti. Appena un anno e mezzo fa, Zapatero comunicava al mondo il sorpasso sull' Italia. Prodi contestò i dati. Poi lo affrontò a quattr'occhi: «Il vostro boom è drogato. Com'è possibile che in Spagna si costruiscano più case che in Italia, Francia e Germania messe assieme?». «Ma gli acquirenti sono stranieri», fu la risposta. «Appunto - replicò Prodi -. Alla prima sconfitta, i mercenari scappano». All' epoca la Spagna cresceva di oltre il 3% l' anno. Ora il pil diminuisce allo stesso ritmo del 3%. Le previsioni parlano di dieci trimestri consecutivi di recessione: quasi una maledizione biblica. Su tre milioni di posti di lavoro distrutti dalla crisi in Europa, la metà erano spagnoli. I disoccupati crescono al ritmo di 7 mila al giorno, e quando verrà il peggio, a fine anno, potrebbero essere cinque milioni.

E' un brano tratto da un recente articolo di Aldo Cazzullo, pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 17 maggio 2009.

La Spagna ha puntato, negli scorsi anni, sul mercato immobiliare quale motore dello sviluppo e dell'economia. I risultati sono arrivati. Ci hanno messo dieci anni, ma sono arrivati, inesorabili.

L'ennesima lezione inutile.

Nessun commento:

Posta un commento