In primo luogo, ci permetta, non abbiamo armi da deporre. Non ci siamo mai sentiti in guerra con alcuno, in questa vicenda non abbiamo mai pensato di indicare nemici. Si può pensarla in modo opposto su qualsiasi tema, senza per questo doversi necessariamente accoppare, sia pure metaforicamente.
Lei ha ragione su un punto: i piccoli Comuni ed i loro amministratori sono pressoché abbandonati a sé stessi nel gestire il territorio e nel cercare di rendere la vita un po' meno grama ai loro cittadini. I Sindaci sono in trincea e le retrovie o sono vuote o molto, molto, lontane, distratte da altro.
Questa però non può essere la giustificazione per mettere pezze peggiori del buco.
Del PII abbiamo scritto e riscritto che, così come concepito, si dimostrerà una jattura, non è una convinzione o una sensazione, ma la trasposizione al caso piazzatorrese di numerosi esempi, magari definiti con altre sigle, già iscritti nella storia urbanistica di tanti paesi e paesini delle Alpi.
Di Federica Arioli abbiamo riconosciuto la buona volontà e la buona fede, la mala fede stava (e sta) altrove, ma non possiamo dimenticare che è stata lei a cambiare rotta senza essere obbligata a farlo: se non si condivide un'idea ci si dimette, se non lo si fa allora significa che quell'idea è condivisa.
Quanto alla capacità del PII di tradurre in sé la speranza di rinascita, ci consenta una domanda: quale speranza si può riporre in un qualcosa che non è ancora, a più di un anno di distanza, stata compresa sino in fondo? Non più tardi di ier l'altro, parlandone nel parcheggio di fronte a "L'Oca d'Oro", è emerso, chiaro come il sole, che alcune persone non hanno coscienza del fatto che anche dietro al palazzo comunale sorgeranno nuovi condomini di tre-quattro piani. Se questo è l'esito dell'informazione fornita, non possiamo che concludere che essa non è stata adeguata, oppure che, al contrario, ha perfettamente raggiunto lo scopo: confondere.
Secondo noi è stata operata una scelta netta, puntando esclusivamente sull'afflusso agli impianti di risalita, una scelta tesa a fare di Piazzatorre una specie di San Simone, non un borgo vivo ma una località per utilizzatori temporanei, che si trasforma in paese fantasma non appena la neve se ne va. Scelta legittima, beninteso, ma sciagurata e costosissima in termini ambientali, ed il tempo, sempre galantuomo, lo dimostrerà.
Come sempre abbiamo detto, però, ci auguriamo di sbagliare.
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