Da ieri, sabato 14 marzo 2009, è entrata in vigore la legge regionale n. 5/2009, che modifica le Legge per il Governo del Territorio (l.r. 12/2005), e le novità sono rilevanti.
Quella meno gradita ai Comuni riguarda proprio i PII privi di rilevanza regionale (come quello di Piazzatorre), che da ieri NON POSSONO più essere approvati dai Comuni ancora privi di Piano di Governo del Territorio, a meno che non si tratti di PII che prevedano la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico di carattere strategico ed essenziali per la riqualificazione dell’ambito territoriale, da definirsi nel rispetto dei criteri e delle modalità stabiliti dalla Giunta Regionale, la quale ha sessanta giorni di tempo (fino al 13 maggio prossimo) per emettere il proprio provvedimento; in caso di inattività della Giunta Regionale, dopo i predetti sessanta giorni e fino all’emanazione di criteri e modalità, i Comuni potranno operare sulla base di un proprio documento di inquadramento (cioè come prima della riforma).
Insomma, Federica Arioli rischia di non potersi fregiare dell’onore di approvare il PII, e di dovere passare la mano al suo successore. Eh sì, perché se la Giunta Regionale non riuscirà ad emanare i criteri entro la metà di aprile, sarà troppo tardi. Bene che vada il 22 aprile saranno già stati pubblicati i bandi per i comizi elettorali, con la conseguenza che a Piazzatorre (dove il 6 e 7 giugno si voterà anche per le amministrative) il Consiglio Comunale potrà essere convocato solo (articolo 38, comma 5, del decreto legislativo n. 267/2000), per “adottare gli atti urgenti ed improrogabili”. Adottare (e non approvare, in urbanistica la distinzione è netta), atti urgenti (e dopo più di un anno dalla sua presentazione, per definire urgente il PII ci vorrebbe una grandissima faccia tosta) ed improrogabili, ovvero per questioni sulle quali sia impossibile decidere in futuro (e neanche questo è il caso del PII).
Intendiamoci, quanto sopra vale in un Paese dove le leggi vengono lette, osservate, rispettate. Qui però siamo in Italia, posto nel quale le leggi sono meri suggerimenti, e dunque niente di più probabile che l’azzeccagarbugli di turno confezionerà un bel parere per Sindaco e Giunta nel quale sosterrà, con sprezzo del ridicolo, che il PII si può approvare eccome.
Del resto chi se n’è impippato di sottoporre a VAS il PII, prima di adottarlo (violando anche le norme comunitarie oltre che quelle nazionali e regionali) e non dopo (e solo perché costretto praticamente a forza), dovrebbe fermarsi di fronte a “solo” due divieti? Suvvia, non scherziamo, la sfacciataggine a Piazzatorre non manca, è il buon senso che non c’è più. Ma quello, forse, è stato abrogato per legge.
Quella meno gradita ai Comuni riguarda proprio i PII privi di rilevanza regionale (come quello di Piazzatorre), che da ieri NON POSSONO più essere approvati dai Comuni ancora privi di Piano di Governo del Territorio, a meno che non si tratti di PII che prevedano la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico di carattere strategico ed essenziali per la riqualificazione dell’ambito territoriale, da definirsi nel rispetto dei criteri e delle modalità stabiliti dalla Giunta Regionale, la quale ha sessanta giorni di tempo (fino al 13 maggio prossimo) per emettere il proprio provvedimento; in caso di inattività della Giunta Regionale, dopo i predetti sessanta giorni e fino all’emanazione di criteri e modalità, i Comuni potranno operare sulla base di un proprio documento di inquadramento (cioè come prima della riforma).
Insomma, Federica Arioli rischia di non potersi fregiare dell’onore di approvare il PII, e di dovere passare la mano al suo successore. Eh sì, perché se la Giunta Regionale non riuscirà ad emanare i criteri entro la metà di aprile, sarà troppo tardi. Bene che vada il 22 aprile saranno già stati pubblicati i bandi per i comizi elettorali, con la conseguenza che a Piazzatorre (dove il 6 e 7 giugno si voterà anche per le amministrative) il Consiglio Comunale potrà essere convocato solo (articolo 38, comma 5, del decreto legislativo n. 267/2000), per “adottare gli atti urgenti ed improrogabili”. Adottare (e non approvare, in urbanistica la distinzione è netta), atti urgenti (e dopo più di un anno dalla sua presentazione, per definire urgente il PII ci vorrebbe una grandissima faccia tosta) ed improrogabili, ovvero per questioni sulle quali sia impossibile decidere in futuro (e neanche questo è il caso del PII).
Intendiamoci, quanto sopra vale in un Paese dove le leggi vengono lette, osservate, rispettate. Qui però siamo in Italia, posto nel quale le leggi sono meri suggerimenti, e dunque niente di più probabile che l’azzeccagarbugli di turno confezionerà un bel parere per Sindaco e Giunta nel quale sosterrà, con sprezzo del ridicolo, che il PII si può approvare eccome.
Del resto chi se n’è impippato di sottoporre a VAS il PII, prima di adottarlo (violando anche le norme comunitarie oltre che quelle nazionali e regionali) e non dopo (e solo perché costretto praticamente a forza), dovrebbe fermarsi di fronte a “solo” due divieti? Suvvia, non scherziamo, la sfacciataggine a Piazzatorre non manca, è il buon senso che non c’è più. Ma quello, forse, è stato abrogato per legge.
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 17,56: come immaginavo, sembra che il Consiglio comunale sia convocato per Venerdì 20 alle ore 20,30 e che tra i punti in discussione vi sia anche l'approvazione definitiva del PII. E la legge 5 vada a farsi friggere.
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