Troppi vincoli per i poveri Comuni a causa di quei cattivi Parchi Regionali che impedirebbero anche di tagliar le piante morte.
Ma a chi pensate di darla a bere?
Che i Parchi siano sempre stati sul gozzo a Comuni e, spesso, anche ai cittadini, non è una novità, ma le ragioni non stavano certo nelle piante morte da abbattere o nei boschi da pulire. Quando mai un parco ha negato interventi di questo tipo? Dai, non scherziamo, per favore.
I vincoli che danno fastidio sono ben altri, lo sappiamo, e riguardano sempre le solite cose: costruzioni, attività estrattive, piste da sci, impianti di risalita, caccia, pesca.
Ma che in provincia di Bergamo ci si esibisca in pianti greci per parchi come quello delle Orobie, fa solo pena. Se c'è un Parco che è non un Ente ma un'entità (astratta ed incorporea) questo è proprio il Parco delle Orobie Bergamasche. Mai visto nulla di più inoffensivo.
I presidenti dei Parchi che propongono di ridurre i perimetri delle aree protette, invocando come scusa la scarsità di risorse, hanno una cosa sola da fare: dimettersi.
Se ne tornino a casa ed evitino di farci fare con l'Unione Europea l'ennesima figura da cioccolatai.
Ma a chi pensate di darla a bere?
Che i Parchi siano sempre stati sul gozzo a Comuni e, spesso, anche ai cittadini, non è una novità, ma le ragioni non stavano certo nelle piante morte da abbattere o nei boschi da pulire. Quando mai un parco ha negato interventi di questo tipo? Dai, non scherziamo, per favore.
I vincoli che danno fastidio sono ben altri, lo sappiamo, e riguardano sempre le solite cose: costruzioni, attività estrattive, piste da sci, impianti di risalita, caccia, pesca.
Ma che in provincia di Bergamo ci si esibisca in pianti greci per parchi come quello delle Orobie, fa solo pena. Se c'è un Parco che è non un Ente ma un'entità (astratta ed incorporea) questo è proprio il Parco delle Orobie Bergamasche. Mai visto nulla di più inoffensivo.
I presidenti dei Parchi che propongono di ridurre i perimetri delle aree protette, invocando come scusa la scarsità di risorse, hanno una cosa sola da fare: dimettersi.
Se ne tornino a casa ed evitino di farci fare con l'Unione Europea l'ennesima figura da cioccolatai.
No di Orobievive ai progetti di sviluppo residenziale di Valtorta e Piazzatorre. Il coordinamento che riunisce le associazioni Flora alpina bergamasca, Legambiente, Mountain Wilderness, Seriana ambiente, Wwf e Italia Nostra, interviene sui previsti progetti di «valorizzazione» turistica delle Orobie. «Ci riferiamo al potenziamento degli impianti per lo sci a Valtorta e a Piazzatorre – dice un comunicato di Orobievive –. Così come è accaduto a Vilminore, Lizzola, Arera, Foppolo e San Simone, pare proprio che non si riesca a realizzare nuovi interventi senza una pesante ricaduta sull'ambiente. Ci vediamo costretti a ripetere: le caratteristiche geomorfologiche e ambientali delle Orobie non consentono di intervenire in questo modo sul loro ambiente. Considerando, soprattutto, che l'ammodernamento degli impianti e delle piste rappresenta il grimaldello per la realizzazione di complessi residenziali che, indici di mercato alla mano, sono sempre più difficili da piazzare e che comportano per contro un consumo di territorio e beni ambientali pesantissimo. A Piazzatorre annunciati 105 alloggi nell'ex colonia Genovese e 280 nuovi appartamenti in località Tagliata, a Castione prevista dal nuovo Pgt una colata di cemento, a Valtorta previsto un complesso alberghiero-residenziale che cementificherà la piana di Ceresola. Vogliamo considerare le condizioni della strada che sale a Ceresola, le code di ore nei fondovalle, la mancanza di alternative allo sci valide e non velleitarie? Vogliamo considerare la ricaduta occupazionale? Questa è data da un turismo di qualità rispettoso dell'ambiente non dalla speculazione delle seconde case».
RispondiElimina«Ci chiediamo inoltre - continua il comunicato - cosa serva aver istituito un'area di tutela quale il Parco delle Orobie se poi al suo interno si interviene con le vecchie logiche di sfruttamento. Ha ragione chi sostiene che le popolazioni che vivono in un'area protetta non devono "pagare" una sorta di pegno perché il loro territorio è tutelato. Si deve allora avere il coraggio da parte della politica di riconoscere a questi territori una sorta di riconoscimento per la funzione che svolgono quali riserve di naturalità, acqua, aria, foreste».
Fonte Eco Bg On line
Io mi chiedo che facce faranno a Bruxelles allorché ci presenteremo con pizza e mandolino a sostenere che quando proponemmo l'istituzione di determinate aree protette eravamo sotto l'effetto delle canzoni di Apicella, un po' rincoglioniti insomma, e non capivamo quel che stavamo facendo.
RispondiEliminaSai le risate.
Forse perche quesi rimbambiti di cittadini delle metropoli (la maggior parte) quando vogliono imporre limitazioni pensando in questo modo di salvaguardare l'ambiente altro nn fanno che favorirne l'abbandono e la definitiva rovina...
RispondiEliminaPadroni a casa nostra,a Busto Arsizio fate quello che volete,qui no!occhio che la pazienza finisce e i montanari se si arrabbiano si arrabbiano sul serio.
occhio impiccioni non scherziamo!
I mafiosetti di quint'ordine possono far paura solo ai loro simili.
RispondiEliminaCaro Percuotitore (finalmente uno un po' originale), si tolga la polenta taragna dalla scatola cranica e provi a infilarci un po' di cervello.
Ah, dimenticavo: che c'entra Busto Arsizio?
RispondiEliminaPercuotitore....di banane, vergognati!
RispondiEliminaAbbiamo letto la vostra denuncia in Bergamonews.it e vi trasmettiamo la nostra solidarietà. Non conoscevamo i vostro blog, che si sta battendo per una causa che condividiamo: linkarlo nel nostro sito è pertanto un dovere!
RispondiEliminaL'Alternativa - San Paolo d'Argon
@ Alternainsieme
RispondiEliminaRagazzi, ringrazio per la solidarietà, anche a nome dei miei due baldi compagni di merende.
Però dopo aver dato un'occhiata al vostro sito mi corre obbligo di informarvi che, salvo per la lotta agli scempi urbanistici e l'odio verso le mafie, credo proprio che noi su altri argomenti non la si pensi esattamente allo stesso modo.
Qui comunque ospitiamo tutte le opinioni, come credo facciate anche voi, perché checché se dica, democrazia e libertà non si vantano, si praticano.
Cordiali saluti, quindi, e grazie ancora.
... però quando a noi arriva la solidarietà di qualcuno, non ci corre mai l'obbligo dei distinguo...
RispondiEliminaTouché. Chiedo scusa.
RispondiEliminaMara, non imparerai M-A-I!
RispondiEliminaSolidarietà a voi tutti da parte di Orobievive. Stiamo pensando di cominciare ad occuparci anche di Piazzatorre. Il problema sono le energie da investire su un fronte che per noi è molto ampio. Per cui sarebbe importante riuscire a coordinarci con voi perché si affermi uno sviluppo a misura d'uomo (e non del conto in banca di qualche Percuotitore). E' possibile un incontro con qualcuno di voi? Fino a che punto volete spingervi nella vostra lotta? Vi serve un supporto tecnico di qualsiasi genere? Germano (FAB - associazione coordinata in Orobievive)
RispondiEliminaGrazie Orobievive.
RispondiEliminaRisposte alle vostre domande via mail al vostro indirizzo su Gmail.
Ho letto (e a volte scritto, anche in questa sede) tutto riguardo all'argomento. Anch'io ho sofferto e soffro per il taglio della Tagliata e ho sperato sino alla fine che non avvenisse.
RispondiEliminaDevo però dire che dopo aver passato una estate (a Piazzatorre) nel nulla più totale devo dire che se il prezzo da pagare per un rilancio, anche se non il migliore possibile, è il bosco....personalemnte lo accetto.
Fanno arrabbiare e non poco certe persone e l'atteggiamento di molti, ma non di tutti, nel paese, ma io ho deciso di dire stop e di cercare di godere di un comprensorio finalmente unito (che i miei figli apprezzeranno ben di + di un bosco).
Credo abbiate fatto una cosa ottima con questo sito, ma ritengo sarebbe ora molto meglio fermarsi e guardare sperando che non proprio tutto sia male e speculazione.
Un saluto
Anonimo ha ragione ragazzi.
RispondiEliminaGrazie per quello che avete sostenuto ma effettiamente ora è meglio fermarsi,vigliare ma lasciare che i progetti vadano avanti.
Cordialità