Vediamo oggi alcuni buoni motivi aggiuntivi che sbugiardano il pensiero mainstream secondo il quale dove arrivano case nuove si valorizzano quelle vecchie.
Al primo posto: per l’acquisto di una casa di nuova costruzione è spesso più facile ottenere il mutuo, anche se di importo rilevante. Su un immobile usato le banche, mediamente, finanziano una quota di poco superiore al 50% del valore. Sul nuovo la quota sale, sempre mediamente, anche oltre il 60%. La ragione è piuttsto semplice: se gli altri parametri (metratura, tipologia delle finiture, posizione, ecc.) restano pressoché uguali tra i due immobili, la casa nuova vale di più rispetto a quella usata proprio perché è nuova (incredibile eh?). E così, siccome il mercato non è scemo ma neppure troppo intelligente, si innesca il meccanismo per cui "vali di più perché è ovvio che sia così". Avete presente l'uomo sposato corteggiato proprio perché è spoasato? Stessa cosa.
Al secondo posto: quel che già dicevo nel post precedente. I costruttori mostrano maggiore propensione a concedere "sconti" sull’acquisto degli immobili nuovi, in quanto hanno una certa, come dire, urgenza, di monetizzare gli investimenti. Sull'usato, il privato che intende vendere non ha (o ha più raramente) tale necessità, sicché stabilita la cifra non molla l'osso nemmeno a menarlo. Il costruttore, che guadagna sulla quantità, è spinto a vendere il più in fretta possibile tutti gli immobili e può tranquillamente permettersi persino prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato, specialmente in tempi di crisi.
Al terzo posto: quello delle seconde case è un particolare mercato, che si distingue da quello degli altri immobili per una serie di fattori. Quando entra in crisi rivela una debolezza intrinseca superiore, in altri termini, la sua crisi è più persistente; al contraio in caso di "boom": i prezzi salgono con minor impeto rispetto a quelli delle abitazioni "prima casa", e per un periodo più breve. La casa di vacanza, insomma, va vista come un bel quadro: compralo se ti piace, lascia perdere la teoria dell'investimento, è roba da professionisti. Esistono, vanno certo fatte, le debite eccezioni: anche in periodi di "Toro", quando il mattone sonnecchia, a Cortina, Porto Cervo o Forte dei Marmi tutto sommato le cose vanno come prima, quando era l'"Orso" a farla da padrone (e comunque sia, la casa come bene rifugio è quella di città, ricordatevlo bene: oltre a poterla abitare, offre redditività più alta). E anche in questo caso, davvero non si comprende come l'usato possa trarre vantaggi dalla presenza del nuovo.
Al primo posto: per l’acquisto di una casa di nuova costruzione è spesso più facile ottenere il mutuo, anche se di importo rilevante. Su un immobile usato le banche, mediamente, finanziano una quota di poco superiore al 50% del valore. Sul nuovo la quota sale, sempre mediamente, anche oltre il 60%. La ragione è piuttsto semplice: se gli altri parametri (metratura, tipologia delle finiture, posizione, ecc.) restano pressoché uguali tra i due immobili, la casa nuova vale di più rispetto a quella usata proprio perché è nuova (incredibile eh?). E così, siccome il mercato non è scemo ma neppure troppo intelligente, si innesca il meccanismo per cui "vali di più perché è ovvio che sia così". Avete presente l'uomo sposato corteggiato proprio perché è spoasato? Stessa cosa.
Al secondo posto: quel che già dicevo nel post precedente. I costruttori mostrano maggiore propensione a concedere "sconti" sull’acquisto degli immobili nuovi, in quanto hanno una certa, come dire, urgenza, di monetizzare gli investimenti. Sull'usato, il privato che intende vendere non ha (o ha più raramente) tale necessità, sicché stabilita la cifra non molla l'osso nemmeno a menarlo. Il costruttore, che guadagna sulla quantità, è spinto a vendere il più in fretta possibile tutti gli immobili e può tranquillamente permettersi persino prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato, specialmente in tempi di crisi.
Al terzo posto: quello delle seconde case è un particolare mercato, che si distingue da quello degli altri immobili per una serie di fattori. Quando entra in crisi rivela una debolezza intrinseca superiore, in altri termini, la sua crisi è più persistente; al contraio in caso di "boom": i prezzi salgono con minor impeto rispetto a quelli delle abitazioni "prima casa", e per un periodo più breve. La casa di vacanza, insomma, va vista come un bel quadro: compralo se ti piace, lascia perdere la teoria dell'investimento, è roba da professionisti. Esistono, vanno certo fatte, le debite eccezioni: anche in periodi di "Toro", quando il mattone sonnecchia, a Cortina, Porto Cervo o Forte dei Marmi tutto sommato le cose vanno come prima, quando era l'"Orso" a farla da padrone (e comunque sia, la casa come bene rifugio è quella di città, ricordatevlo bene: oltre a poterla abitare, offre redditività più alta). E anche in questo caso, davvero non si comprende come l'usato possa trarre vantaggi dalla presenza del nuovo.
Oggigiorno colui che ha la disponibilità e la voglia di acquistare una seconda casa, ha disponibilità superiori e quindi non compra un usato ma va sul nuovo.
RispondiEliminaSi toglie uno sfizio con una casa bella (anche se solo all'apparenza).
Unica consolazione per i propietari di vecchie seconde case sarà quella che, contrariamente ad ora, qualcuno riuscirà a venderle (a prezzi di vecchie case) a qualcuno (pochi) che nonostante non abbia grosse disponibilità si vuol fare una seconda casa.
Se invece non ci saranno nuove costruzioni, potrebbe succedere che le esistenti vengano + ricercate anche dai signorotti.
Tutto dipende da cosa offre la località.....a Ponte di Legno o a Bormio la presenza di tantissime case nuove non ha certo fatto scendere il prezzo. Il vostro discorso ha senso se non si considerà il rilancio che dovrebbe accompagnare le nuove costruzioni.
RispondiElimina"Dovrebbe accompagnare".
RispondiEliminaCaro Anonimo, a me sembra un concetto illuminante: un condizionale (dovrebbe) conseguente a un evento prossimo (le nuove costruzioni).
Come dire: l'unica certezza (possibile) sono le case, sul resto si vedrà. Credo che Lei l'abbia azzeccata.
Su cosa si basa la teoria che vuole Piazzatorre all'altezza di essere paragonato a località come Bormio Ponte Di Legno eccetera?
RispondiEliminaIdeata da qualche millantatore?
oramai questo blog raccoglie, spiace dirlo, le persone che hanno il dente avvelenato con piazzatorre...
RispondiEliminaIl forum della valbrembana raccoglie solo quelli che ai tempi della scuola venivano chiamati "i lecchini"...
fate come me: salite alpaese tutti i fine settimana e godetevelo! a chi non piace il paese se ne vada! e chi lo trova bellissimo ci venga invece di parlare in continuazione (troppo spesso a vanvera) e salire solo a Natale e Ferragosto.
Leggetevi questo articolo...
RispondiEliminahttp://espresso.repubblica.it/dettaglio/labominevole-spreco-delle-nevi/2142845
Franz, ma secondo Lei, ci staremmo spendendo da due anni e mezzo se non fossimo affezionati a Piazzatorre? Suvvia!
RispondiEliminaAnonimo, il link merita un nuovo post, provvedo subito.