La vicenda del progetto di rilancio turistico di Piazzatorre nasce tra la primavera e l'estate del 2007. L'informazione rimane un po' sottotraccia per diversi mesi, alcuni villeggianti apprendono frammenti di notizie da parte dei residenti più avvezzi a frequentare il Comune, ma nulla più.
E' di qualche mese più tardi la pubblicazione dei primi articoli che trattano della novità,
qui. Da qui in poi gli articoli, prevalentemente su web si moltiplicano, e si formano le prime opinioni sul progetto.
All'inizio della vicenda sembrano prevalere due "partiti", gli scettici e gli entusiasti "senza se e senza ma", poi, piuttosto rapidamente, questi ultimi sembrano prevalere, almeno stando al numero dei loro interventi nei forum che trattano l'argomento, in particolare
qui.
Proprio in questo forum qualcuno prova a proporre opinioni controcorrente (eravamo io e Paolo, sotto pseudonimi), e dopo pochi interventi veniamo censurati, i nostri post compaiono giusto per il tempo che qualche amministratore del forum se ne accorga e li cancelli, niente spazi ai dissenzienti, complimenti davvero.
Per nulla intimiditi né rassegnati, iniziamo a chiederci se si sia davvero solo in due ad essere increduli di fronte ad una proposta tanto impattante per un territorio così fragile ed allora diamo il via a contatti con altri villeggianti.
Lo si creda o meno, le opinioni non sono unanimi, anzi, per quanto il "campione" degli interpellati (non più di una trentina di persone) potrebbe far storcere il naso agli statistici di professione, secondo noi una certa attendibilità gliela si può concedere ed il risultato è che gli entusiasti, gli scettici ed i contrari, alla fine si equivalgono.
Gli entusiasti sono, fondamentalmente, legati alla convinzione che la contropartita offerta dagli immobiliaristi, la riapertura e la gestione degli impianti di risalita, sia il massimo per Piazzatorre e che da sola risollevi le sorti del paese.
Gli scettici, con varie sfumature, hanno poca fiducia sia nell'attuazione della proposta, sia nella sua capacità di aumentare l'appeal turistico del luogo.
I contrari, ai quali ci aggiungiamo, sono certi che ripercorrere strade già ampiamente esplorate in passato ed i cui risultati sono ben visibili, non porterà affatto ad un miglioramento complessivo dell'immagine di Piazzatorre e della sua capacità di rispondere alle richieste di servizi (che vanno oltre la possibilità di sciare per tre mesi l'anno, se va bene) da parte dei turisti.
L'espansione edilizia scriteriata, all'insegna del "più seconde case per tutti" è, a nostro modo di vedere, la principale responsabile degli attuali guai di molti paesi delle valli orobiche, non solo di Piazzatorre.
L'ostinata convinzione che lo sci possa costituire il pilastro principale su cui reggere l'economia turistica della valle è un ulteriore passo nella direzione sbagliata.
Studi indipendenti e
analisi svolte per la redazione del Programma Integrato di Sviluppo Locale della Comunità Montana Valle Brembana, evidenziano come quello dello sci sia un settore economico "maturo", non in grado di costituire il volano principale del comparto turistico.
Eppure, il "richiamo della foresta" sembra obnubilare le menti degli amministratori locali, a più livelli, e proprio la Comunità Montana a soli due anni di distanza dalla redazione del PISL, approva il
Programma di Sviluppo Turistico, che fa piazza pulita di dubbi e incertezze e punta dritto al potenziamento degli impianti di risalita e di innevamento artificiale. La concorrenza di località ben più solide e blasonate? Bazzeccole. Il clima sempre meno favorevole agli sport invernali? Propaganda disfattista. Sciare sciare sciare.
E se per sciare occorrono investire capitali privati che si fa? No problem, in tempi di magra per gli investimenti finanziari che cosa garantisce rendimenti e plusvalenze al riparo dagli scossoni delle borse e dalle bizze della BCE? Ovvio, il mattone, e prima ancora la cara vecchia rendita fondiaria, per la quale i terreni non edificabili, perché adibiti a standard (verde pubblico, parchi, giardini, ecc.) magicamente si trasformano in edificabilissimi, grazie al jolly urbanistico costituito dai Programmi Integrati di Intervento.
O caspita, che bella notizia. E però, accidenti, a Piazzatorre l'unica area cash and carry è in vincolo geologico! Embè, che ci vuole, con un bello studio "di dettaglio" che mamma Regione approva in poche settimane, il vincolo se ne va.
Però c'è anche un bosco d'alto fusto, e quindi vincolo paesaggistico. Uffa, che noiosi, non penserete mica che una Comunità Montana che in quattro anni non ha trovato il tempo di fare il Piano di Indirizzo Forestale si farà venire i patemi d'animo per tagliare a raso un bosco, con tutti quelli che ci sono in giro per la valle.
Ecco, toni canzonatori a parte, le cose stanno così come le abbiamo descritte in sintesi.
Se vi chiedete ancora perché l'operazione PII non ci convince affatto, tranquilli, nei prossimi post soddisferemo le vostra curiosità.
A presto.