domenica 17 agosto 2008

Andiamo subito al sodo

Buongiorno a tutti, e bene arrivati in questo blog.
Non perderemo troppo tempo in presentazioni, ma un accenno a chi siamo è doveroso farlo.
Iniziamo col dire quanti siamo: pochi, probabilmente troppo pochi. I classici quattro gatti che hanno deciso di fare qualcosa per non subire passivamente un'iniziativa in cui non credono.
Mara, legnanese, amministratrice del blog (si è già presentata nello spazio "Autori del Blog").
Poi ci sono: (io) Paolo, ingegnere, milanese, sposato, senza figli; Claudio, artigiano, varesotto (di Busto Arsizio), sposato, tre figli; Andrea, pensionato, bergamasco, sposato, un figlio, due nipotini; Carla, casalinga, milanese, sposata.
Non siamo amici, ci accomuna solo il fatto di trascorrere da anni una parte delle nostre vacanze a Piazzatorre.
Amiamo questo piccolo paese, per come è per l'ambiente che lo circonda e che ancora (forse per poco) riesce ad esserne parte fin nell'abitato.
Piazzatorre soffre, come altri piccoli centri di montagna, il suo relativo isolamento dai centri urbani, i suoi abitanti devono, in prevalenza, cercarsi un'occupazione altrove.
Il turismo costituisce quindi una voce importante nell'economia locale e per molti anni si è puntato ad incentivare la frequentazione di questa località sia durante la stagione invernale, grazie a due piste per sci, sia durante l'estate, contando sul clima più fresco rispetto alla città e sulla bellezza dell'ambiente.
Fino ai primi anni '80 le cose sembravano andare tutto sommato bene, poi è iniziato un declino che nel giro di un decennio si è mostrato in tutta la sua pesantezza: meno visitatori, sempre più insoddisfatti, attività commerciali che annaspavano per bassa redditività, fino alla chiusura di molte di esse.
Le cause, probabilmente, sono in parte riconducibili ad una minore attrattività "generale" delle piccole località di montagna, che con l'aprirsi al pubblico italiano di mete italiane ed estere prima meno abbordabili, hanno subito mostrato la loro scarsa capacità di reazione.
Ma nel caso di Piazzatorre c'è una causa tutta "locale", per quanto molto comune alla Valle Brembana: l'abnorme crescita edilizia centrata sulle "seconde case", un fenomeno iniziato sin dagli anni '60, ma sfuggito ad ogni controllo nei due decenni successivi.
Oggi, Piazzatorre, paese di poco meno di cinquecento anime, ha sul suo territorio abitazioni per circa ottomila persone!
Case che per la maggior parte dell'anno ormai restano disabitate, molte di loro portano da anni, su un muro o su un balcone, il cartello "vendesi", molte il cartello "affittasi", ma neppure in quest'ultimo caso il desiderio del proprietario trova realizzazione.
La speculazione edilizia che Calvino descrisse così bene per la Liguria, qui ha trovato terreno altrettanto fertile, assieme ad una capacità di governare la trasformazione del territorio ancora più infima di quella di certi comuni liguri.
Piazzatorre è un concentrato di condomini e ville a schiera, più o meno gradevoli secondo i gusti, in quantità tale da farla assomigliare ad un quartiere periferico di una qualsiasi media città di pianura, in compenso non esistono i servizi che le città offrono e quando, di solito nelle settimane centrali di agosto, il paese registra la massima affluenza turistica, il caos è palpabile (e l'irritazione dei turisti pure).
Nel 2007, di fronte ad una realtà da tristezza prossima alla depressione, l'amministrazione comunale, all'epoca era decisamente allo sbando causa lotte interne alla maggioranza, estrasse dal proprio cilindro il coniglio della riscossa: un progetto di "rilancio" basato su un "programma integrato di intervento" (PII).
Chi volesse sapere cosa è un PII, o meglio come viene disciplinato nella nostra regione, troverà il testo della legge regionale qui.
E quale è la soluzione proposta attraverso il PII? Una nuova edificazione di seconde case, per circa 65.000 metri cubi, capace di ospitare altri 455 abitanti.
Complimenti davvero.
La contropartita? Davvero modesta riteniamo, tant'è che se fossimo i due operatori immobiliari che si sono accaparrati questa ricca torta, ci fregheremmo le mani: un paio di giardinetti (da costruirsi sopra le autorimesse di qualcuno dei nuovi palazzi, sic) e, ecco la genialata, la ristrutturazione degli impianti da sci e la loro gestione per dieci anni.
Nei prossimi post daremo altre informazioni, qui chiudiamo rimandandovi a questo link, giusto per chiarire che il Comune è davvero intenzionato a giocare il tutto per tutto:
cronistoria.
Una prima edificante lettura che vi consigliamo è questa: il documento di sintesi predisposto (su incarico di chi? Non del Comune immaginiamo) per escludere dalla Valutazione Ambientale Strategica il PII (e certo, non vorremo mica perdere tempo in inutili valutazioni?).
A presto.

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