La lettura di un commento ad un post che la sezione bergamasca di Legambiente ha dedicato all'articolo di Paolo Rumiz, qui citato da Mara, mi ha invitato a scrivere questo intervento.
Comincerei proprio riportando il commento di cui sopra, previa piccola premessa. E' un commento del signor Paolo Locatelli, membro di Legambiente, quindi è un commento di "parte". Con Legambiente, personalmente, non ho pressoché nulla da spartire, è un'associazione che non mi sta né simpatica né antipatica, fa il suo gioco ed è giusto che lo possa fare. Nel caso specifico devo dire che concordo su quasi tutto il contenuto del commento, ho più d'una perplessità sulla conclusione, quando Locatelli cita la "tropicalizzazione del clima", ma sul resto non ho rilievi da fare. Eccovi il testo:
"[...] nel versante dell’ALTA VALSERIANA-VAL DI SCALVE c’è in ballo il progetto del comprensorio sciistico Colere-Valbondione-Gromo su cui in questi mesi ci stiamo mobilitando e per cui abbiamo costituito il coordinamento “OrobieVive” coinvolgendo WWF, Italia Nostra, Mountain Wilderness, FAB (www.floralpinabergamasca.net su cui c’è tutta la documentazione) e vari cittadini e singole persone. Attualmente la Provincia di Bergamo ha avviato la VAS per rendere demanio sciabile l’area che sarà interessata ai progetti dei nuovi impianti e delle nuove piste. Tra le altre cose mi sono occupato di stilare una semplice tabellina in cui, rielaborando le visure camerali fornitemi da Roberto Moneta di OrobieVive, ho fatto uno schema dei bilanci delle singole stazioni sciistiche riportando anche la ragione sociale delle stesse. Ebbene si scopre che già da tempo risultava evidente alla prova dei fatti e cioè che gli impianti e i vari comprensori fungono da specchietto per le allodole per il vero business che è quello delle seconde case o villini (Per chi fosse interessato/a ci scriva e la faremo avere). A titolo esemplificativo il 25% della forza lavoro dell’alta valseriana è concentrata pensate un pò nel settore dell’edilizia. Quindi il quarantennale modello di sviluppo che ha caratterizzato le nostre valli è ancora imperante ed è quello sci-seconde case. Se non conoscete le zone, andatevi a vedere gli spiazzi di Gromo,
Lizzola e Colere stessi per vedere quali villaggi fantasma stanno diventando e con gru continuamente in azione! Siamo, dati alla mano, al 70-80 % di seconde case. Non si è mai voluto investire su altro che non su questo. Da sindaci geometri e presidenti di comunità montane architetti logicamente non possiamo aspettarci altro. Se si punta a questo modello, ed ancora le amministrazioni locali, le comunità montane e la provincia stanno facendo, si escludono altri modelli di sviluppo: ad esempio questo sistema ha causato, sempre in alta valseriana, la chiusura del 15% degli alberghi negli ultimi 15 anni. Se si fanno seconde case e lavora l’edilizia si penalizza l’accoglienza altra, cioè gli alberghi… figuriamoci se ci mettiamo a parlare di albergo diffuso, b&b, affitta camere…. ci ridono in faccia come stanno facendo!
Interessante poi è notare nella tabellina come nel caso di Valbondione e in piccola parte di Colere (ma ciò che conta è far rilevare che il comune è socio della società che gestisce gli impianti al di là della piccola quota) le amministrazioni comunali entrano direttamente nella gestione degli impianti: non sono queste forme di assistenzialismo con denaro pubblico? Chi e come ripiana le perdite? Quando poi si devono rilasciare autorizzazioni di qualsiasi tipo chi controlla quello che dovrebbe essere il controllore? esiste di fatto un conflitto di interessi per i comuni che fanno questo tipo di pratiche.
Comunque non voglio dilungarmi troppo e passo al secondo versante e cioè quello della conca della Presolana e cioè parlo di CASTIONE DELLA PRESOLANA e del MONTE PORA. Anche lì zitta zitta l’amministrazione comunale sta avviando dei Piani Integrati di Intervento (PII Fiat e PII Cabrini su http://www.comune.castione.bg.it)per far sì che le famose ex-colonie di cui questo paese è dotato (una dozzina) divengano appartamenti. Si parla di almeno 200 nuovi appartamenti. Già Castione della Presolana è al top nella classifica stilata dal dossier CIPRA relativo alle seconde case. Ma c’è di più. Il comune ha deciso di stanziare parte dell’avanzo di bilancio (qualche migliaio di euro) per comprare quote azionarie (diventando cioè imprenditore a sua volta in un settore rischioso come quello del turismo sciistico - delibera pora in allegato). Le abbondanti nevicate di queste settimane non devono farci perdere di vista il dato fondamentale: i cambiamenti climatici in atto si misurano sul medio lungo periodo e questo è un dato di fatto! C’è da considerare poi la questione della TROPICALIZZAZIONE del clima che causa comunque degli sbalzi termici anomali: in alta valseriana è capitato lo scorso anno a Novembre che 40 cm di neve si sciogliessero dopo 3 giorni a causa dell’innalzamento improvviso e inaspettato delle temperature. Questi episodi che ora sono sporadici aumenteranno sempre più nell’ambito dei cambiamenti climatici in corso. Teniamo inoltre presente la questione dell’impatto ambientale delle seconde case con problemi legati all’approvvigionamento idrico (c’è già stato un precedente in cui si era fatto ricorso alle autobotti per mancanza di acqua), della produzione e smaltimento dei rifiuti. Senza dimenticare l’innevamento artificiale. Nonostante questo il comune delibera di costruire nuove piste sotto i 1600 mt (Pista Scanapà)
Per il momento fermiamoci.".
Sì, fermiamoci, non per riposare, ma per cercare di capire qualcosa in più. Il tema cruciale, ovunque sulle Alpi, ma particolarmente in Italia e specialmente in Lombardia, è quello del ruolo giocato dall'edilizia a dai suoi attori (amministratori pubblici, imprese, progettisti, utenti finali) nella formazione del P.I.L. di un territorio.
Qui il riferimento va alla bergamasca in generale, non sono riuscito a costruire una relazione specifica per il solo territorio orobico, ma i dati che riporterò mi sembrano assai significativi. Fonte dei dati è la Camera di Commercio di Milano, dalla quale apprendiamo che, al terzo trimestre del 2008, in provincia di Bergamo erano registrate 85.929 imprese attive, delle quali 19.911 afferenti al settore delle costruzioni. Il "mattone" si piazza quindi al primo posto (nonostante un fortissimo aumento delle ore di cassa integrazione erogate dopo il Ferragosto 2008) tra i settori dell'economia bergamasca, seguito a breve distanza dal commercio (19.617 aziende) e poi, con notevole distacco, dalle attività manifatturiere (13.489 aziende). Giusto per fornire un dato ulteriore, piuttosto significativo direi, si pensi che il settore alberghiero e della ristorazione (includente quindi, oltre agli alberghi, pizzerie, tavole calde, bar) è al sesto posto con 4.172 aziende, alle spalle di "agricoltura, caccia e silvicoltura" (5.550 aziende).
Al prossimo post il seguito e le conclusioni.
Comincerei proprio riportando il commento di cui sopra, previa piccola premessa. E' un commento del signor Paolo Locatelli, membro di Legambiente, quindi è un commento di "parte". Con Legambiente, personalmente, non ho pressoché nulla da spartire, è un'associazione che non mi sta né simpatica né antipatica, fa il suo gioco ed è giusto che lo possa fare. Nel caso specifico devo dire che concordo su quasi tutto il contenuto del commento, ho più d'una perplessità sulla conclusione, quando Locatelli cita la "tropicalizzazione del clima", ma sul resto non ho rilievi da fare. Eccovi il testo:
"[...] nel versante dell’ALTA VALSERIANA-VAL DI SCALVE c’è in ballo il progetto del comprensorio sciistico Colere-Valbondione-Gromo su cui in questi mesi ci stiamo mobilitando e per cui abbiamo costituito il coordinamento “OrobieVive” coinvolgendo WWF, Italia Nostra, Mountain Wilderness, FAB (www.floralpinabergamasca.net su cui c’è tutta la documentazione) e vari cittadini e singole persone. Attualmente la Provincia di Bergamo ha avviato la VAS per rendere demanio sciabile l’area che sarà interessata ai progetti dei nuovi impianti e delle nuove piste. Tra le altre cose mi sono occupato di stilare una semplice tabellina in cui, rielaborando le visure camerali fornitemi da Roberto Moneta di OrobieVive, ho fatto uno schema dei bilanci delle singole stazioni sciistiche riportando anche la ragione sociale delle stesse. Ebbene si scopre che già da tempo risultava evidente alla prova dei fatti e cioè che gli impianti e i vari comprensori fungono da specchietto per le allodole per il vero business che è quello delle seconde case o villini (Per chi fosse interessato/a ci scriva e la faremo avere). A titolo esemplificativo il 25% della forza lavoro dell’alta valseriana è concentrata pensate un pò nel settore dell’edilizia. Quindi il quarantennale modello di sviluppo che ha caratterizzato le nostre valli è ancora imperante ed è quello sci-seconde case. Se non conoscete le zone, andatevi a vedere gli spiazzi di Gromo,
Lizzola e Colere stessi per vedere quali villaggi fantasma stanno diventando e con gru continuamente in azione! Siamo, dati alla mano, al 70-80 % di seconde case. Non si è mai voluto investire su altro che non su questo. Da sindaci geometri e presidenti di comunità montane architetti logicamente non possiamo aspettarci altro. Se si punta a questo modello, ed ancora le amministrazioni locali, le comunità montane e la provincia stanno facendo, si escludono altri modelli di sviluppo: ad esempio questo sistema ha causato, sempre in alta valseriana, la chiusura del 15% degli alberghi negli ultimi 15 anni. Se si fanno seconde case e lavora l’edilizia si penalizza l’accoglienza altra, cioè gli alberghi… figuriamoci se ci mettiamo a parlare di albergo diffuso, b&b, affitta camere…. ci ridono in faccia come stanno facendo!
Interessante poi è notare nella tabellina come nel caso di Valbondione e in piccola parte di Colere (ma ciò che conta è far rilevare che il comune è socio della società che gestisce gli impianti al di là della piccola quota) le amministrazioni comunali entrano direttamente nella gestione degli impianti: non sono queste forme di assistenzialismo con denaro pubblico? Chi e come ripiana le perdite? Quando poi si devono rilasciare autorizzazioni di qualsiasi tipo chi controlla quello che dovrebbe essere il controllore? esiste di fatto un conflitto di interessi per i comuni che fanno questo tipo di pratiche.
Comunque non voglio dilungarmi troppo e passo al secondo versante e cioè quello della conca della Presolana e cioè parlo di CASTIONE DELLA PRESOLANA e del MONTE PORA. Anche lì zitta zitta l’amministrazione comunale sta avviando dei Piani Integrati di Intervento (PII Fiat e PII Cabrini su http://www.comune.castione.bg.it)per far sì che le famose ex-colonie di cui questo paese è dotato (una dozzina) divengano appartamenti. Si parla di almeno 200 nuovi appartamenti. Già Castione della Presolana è al top nella classifica stilata dal dossier CIPRA relativo alle seconde case. Ma c’è di più. Il comune ha deciso di stanziare parte dell’avanzo di bilancio (qualche migliaio di euro) per comprare quote azionarie (diventando cioè imprenditore a sua volta in un settore rischioso come quello del turismo sciistico - delibera pora in allegato). Le abbondanti nevicate di queste settimane non devono farci perdere di vista il dato fondamentale: i cambiamenti climatici in atto si misurano sul medio lungo periodo e questo è un dato di fatto! C’è da considerare poi la questione della TROPICALIZZAZIONE del clima che causa comunque degli sbalzi termici anomali: in alta valseriana è capitato lo scorso anno a Novembre che 40 cm di neve si sciogliessero dopo 3 giorni a causa dell’innalzamento improvviso e inaspettato delle temperature. Questi episodi che ora sono sporadici aumenteranno sempre più nell’ambito dei cambiamenti climatici in corso. Teniamo inoltre presente la questione dell’impatto ambientale delle seconde case con problemi legati all’approvvigionamento idrico (c’è già stato un precedente in cui si era fatto ricorso alle autobotti per mancanza di acqua), della produzione e smaltimento dei rifiuti. Senza dimenticare l’innevamento artificiale. Nonostante questo il comune delibera di costruire nuove piste sotto i 1600 mt (Pista Scanapà)
Per il momento fermiamoci.".
Sì, fermiamoci, non per riposare, ma per cercare di capire qualcosa in più. Il tema cruciale, ovunque sulle Alpi, ma particolarmente in Italia e specialmente in Lombardia, è quello del ruolo giocato dall'edilizia a dai suoi attori (amministratori pubblici, imprese, progettisti, utenti finali) nella formazione del P.I.L. di un territorio.
Qui il riferimento va alla bergamasca in generale, non sono riuscito a costruire una relazione specifica per il solo territorio orobico, ma i dati che riporterò mi sembrano assai significativi. Fonte dei dati è la Camera di Commercio di Milano, dalla quale apprendiamo che, al terzo trimestre del 2008, in provincia di Bergamo erano registrate 85.929 imprese attive, delle quali 19.911 afferenti al settore delle costruzioni. Il "mattone" si piazza quindi al primo posto (nonostante un fortissimo aumento delle ore di cassa integrazione erogate dopo il Ferragosto 2008) tra i settori dell'economia bergamasca, seguito a breve distanza dal commercio (19.617 aziende) e poi, con notevole distacco, dalle attività manifatturiere (13.489 aziende). Giusto per fornire un dato ulteriore, piuttosto significativo direi, si pensi che il settore alberghiero e della ristorazione (includente quindi, oltre agli alberghi, pizzerie, tavole calde, bar) è al sesto posto con 4.172 aziende, alle spalle di "agricoltura, caccia e silvicoltura" (5.550 aziende).
Al prossimo post il seguito e le conclusioni.
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