domenica 4 gennaio 2009

La neve, la neve!

Neve, tanta, bella. Il dicembre appena trascorso, e la sua coda a Capodanno (l'Epifania probabilmente ci metterà anche lei del suo), hanno regalato alle Alpi un innevamento come non se ne vedevano da anni. Neve vera, abbondante, di ottima qualità.

Siamo contenti, ci piace la neve sulle montagne; alla faccia di chi ci descrive come nemici dello "sviluppo" della montagna, noi replichiamo che le montagne senza neve e i ghiacciai senza ghiaccio ci deprimono. Pura questione estetica se volete, ma non solo. Neve e ghiaccio sono una riserva d'acqua per la pianura, ogni tanto è bene ricordarlo, visto che qualcuno sembra pensare che l'acqua si produce aprendo un rubinetto.

Siamo contenti per le nevicate, e anche per il buon afflusso, in alcuni casi ottimo, di sciatori ed appassionati di sport invernali nelle varie località. Non potrebbe essere altrimenti visto che c'eravamo anche noi.

Eh, già, abbiamo contribuito a raggiungere quel numero tanto sbandierato sulla cronaca locale, ottomila pass a Piazzatorre, che a qualcuno fa già immaginare un radioso futuro per il rinnovando comprensorio unificato (il fatto che non c'erano code per salire sulle quadriposto non scompone il lietopensante brembano).

Non si illuda. Questo inverno assomiglia sempre più ad un inverno vero, ma non è scontato che i prossimi avranno lo stesso aspetto. Ma, soprattutto, grattata via l'indoratura in superficie (cosa che i giornalisti nostrani non fanno più da tempo immemore), se si analizzano un po' più a fondo le cose, si arriva facilmente a leggere una realtà meno entusiasmante.

E' possibile, forse vero, che le seconde case di Piazzatorre fossero "piene" all'incirca per il 40% (vogliamo tenere buono il dato pubblicato da L'Eco di Bergamo), ma è altrettanto vero che l'afflusso maggiore di persone, in paese, lo s'è visto il 27-28 dicembre ed il 2 gennaio, segno, nel migliore dei casi, che Natale e San Silvestro tengono ancora banco in città, ma più probabilmente (il che è peggio), che il soggiorno "lungo" è sempre più un ricordo per la maggior parte di quella "classe media" di piccoli proprietari che un tempo faceva la settimana bianca, ora fa tre-quattro giorni quando va bene.

Inutile, quindi, e sbagliato, soprattutto, sbrodolarsi addosso per gli esiti della prima parte di questa stagione 2008-2009, basandosi sull'apertura di S. Ambrogio e sulle vacanze di fine anno. Rivediamo gli entusiasmi dopo lunedì 12 gennaio, quando a sciare a Piazzatorre ci saranno quattro fortunatissimi gatti pensionati o in ferie posticipate. E poi attendiamo l'andamento dei fine settimana successivi, fino a marzo, quando gli effetti della crisi economica, se tale è davvero, avranno iniziato a manifestarsi non solo sulle articolesse dei quotidiani, ma nei portafogli.

Forse allora si sarà costretti ad ammettere che nulla di nuovo è comparso sotto il sole che ha irradiato le piste innevate: lo sci è un complemento di un'offerta turistica montana, non la portata principale, e sbilanciare l'offerta su impianti di risalita e comprensori unificati (tra un po' qualcuno proporrà il Comprensorio Unico Alpino, se quello orobico o lombardo non bastassero), non risolve il problema dell'economia montana, lo rinvia.

A tutti i superficialoni lietopensanti, vorremmo infine far notare che, anche un afflusso limitato al pieno negli alberghi e ad un non stratosferico 40% di residenti in seconda casa, ha riportato alla luce problemi mai risolti di Piazzatorre, da ricondurre all'inadeguatezza delle sue infrastrutture: le strade malamente percorribili perché occupate da automobili in sosta, i pochi marciapiedi inutilizzabili in quanto usati per accumularvi la neve tolta dalla strada, i pochi parcheggi stracolmi. Lo sapete quanto sarà il contributo del PII a risolvere questi problemi? Uno strapuntino, ecco quanto. E quando, trascorsi i dieci anni della gestione convenzionata col Comune, gli ineffabili immobiliaristi spariranno dall'orizzonte dell'alta valle, Piazzatorre si ritroverà nuovamente a dover decidere sul "che fare" del suo futuro, con impianti ormai vecchiotti e con un po' di territorio in meno. A quel punto cosa si venderà, qualche dirupo?

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