martedì 25 novembre 2008

Parole parole parole...

... ma non d'amore.
Ieri sera mi ha chiamato la mia amica Carla, una vispa signora milanese, ormai bergamasca d'adozione.

"Mara, sapessi quei ... di Valbrembananews! Mi hanno cancellato un commento, ma come si permettono..." eccetera. Non trascrivo. Erano più gli insulti dei concetti.

E vabbè Carla, te la sei cercata, lo sapevi che quel sito è blindato su posizioni non svelate ma, comunque, piuttosto chiare.

Congedata l'ancora furente sciura (me lo passi il sciura, vero?) vado a leggermi la notizia incriminata, questa.

Non di una notizia si tratta, in realtà, ma di una lettera al Direttore de "L'Eco di Bergamo", scritta da Gianantonio Arnoldi, ex deputato, eletto nel 2001 con Forza Italia.

Devo dire che i contenuti non mi sembrano stratosferici, è un po' il solito refrain sul taumaturgico Expo 2015 (ormai assurto a miracolistica panacea per tutte le sfighe del Belpaese, o almeno del Nord, o al limite della Lombardia, vabbé famo de Milano che nun se sbaglia).

Arnoldi ben si guarda dall'indicare a quali fonti di finanziamento pensa per raggiungere gli obiettivi che lascia intravedere nel suo scritto, salvo un residuale riferimento alle banche, che temo abbiano altri pensieri di questi tempi; però, dettagli trascurabili (ça va sans dire) a parte, alcuni spunti interessanti la sua lettera li offre:

  1. la politica dei grandi comprensori sciistici forse non è azzeccatissima;
  2. la priorità va data all'ammodernamento degli impianti;
  3. la domanda prevalente da soddisfare probabilmente sarà di tipo "mordi e fuggi";
  4. senza viabilità adeguata (e parcheggi, anche di scambio con navette, aggiungo io) ogni ipotesi di sostegno dell'economia rischia di essere velleitaria.

Sommessamente, sottoscrivo tutto quanto, almeno in linea generale. Con ciò non voglio dire che sposerei senza condizioni quanto esposto dall'ex parlamentare, anche perché la declinazione nel particolare delle azioni da mettere in campo per dare corpo ad una politica di rinascita socio economica delle valli bergamasche potrebbe scoprire nervi dolenti. Sapete a cosa mi riferisco.

Il punto più interessante mi sembra il terzo: premesso che lo condivido appieno, da esso discende una indicazione fortissima rispetto al tema dell'accoglienza, della ricettività. Il turista da fine settimana o da giornata singola non ha bisogno di una seconda casa pronta a ristorarne le stracche articolazioni dopo ore ed ore sugli sci, mi sembra lapalissiano.

Molto più probabilmente, con buona pace dei semplicioni lietopensanti, buoni alberghi a costi decenti, pensioni, B&B, affittacamere, sarebbero una soluzione infinitamente più razionale e sostenibile.

E' così sovversivo spingere in questa direzione?

2 commenti:

  1. ora però sono curioso ...
    quale era il commento?

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  2. Carla sostiene di essersi limitata a evidenziare che, sotto sotto, si finisse per scomodare le casse pubbliche o, in alternativa, la coltivazione "a seconde case" delle valli. Ogni riferimento a Piazzatorre ere assolutamente voluto. Da lì la cancellazione del suo commento.

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