mercoledì 3 settembre 2008

Piazzatorre, cosa va e cosa non va

Senza riempirci la bocca di concetti e sigle cari ad urbanisti e sociologi, proviamo ad esprimere in poche righe cosa, secondo noi, c'è di buono e di cattivo a Piazzatorre.
Partiamo dagli aspetti "buoni":
  • ambiente naturale ancora in gran parte conservato
  • inserimento in un Parco Regionale
  • microclima non soggetto ad oscillazioni "estreme" durante le singole stagioni
  • bassi livelli di inquinamento dell'aria (non in agosto, però)
  • tranquillità (idem come sopra: non in agosto).

Ora veniamo agli aspetti "cattivi":

  • bassa qualità dell'edificato e degli arredi urbani
  • poca propensione ad ascoltare la voce dei turisti
  • amministrazione non sempre all'altezza dei temi da affrontare
  • presenza eccessiva di seconde case
  • incapacità di programmazione a lungo termine
  • gestione degli affitti non professionale.

Sarà un caso, ma a pesare positivamente sulla bilancia sono i fattori intrinseci al territorio, mentre a deprimere il bilancio complessivo pesano soprattutto le azioni di chi, nel corso degli ultimi decenni, è stato chiamato ad amministrare il territorio medesimo.

Ci si dovrebbe augurare che gli sforzi di un'amministrazione che volesse ridare lustro al paese fossero indirizzati a cercare nuovi modelli di sviluppo, non mutuati da modelli urbani di pianura, preconfezionati, bensì a seguire strade nuove ed originali, facendo da precursori per altri territori di montagna, con la responsabilità di lasciare un futuro anche a chi verrà dopo di noi, sulle stesse montagne che da sempre ospitano la comunità di Piazzatorre.

Ma per far ciò occorre la consapevolezza che:

  • la montagna è un luogo "speciale"
  • non serve incrementare la quantità, bensì la qualità
  • si deve puntare ad un corretto rapporto, quantitativo e comunicativo, residenti/turisti
  • serve un forte investimento in professionalità
  • altrettanto, serve un forte investimento in "cultura del territorio".

Un Programma Integrato di Intervento, che è, lo anticipiamo (ci sarà prossimamente un post specifico), uno strumento urbanistico pensato dal legislatore regionale per realtà e scopi che con paesi come Piazzatorre non hanno nulla a che spartire, può aiutare a migliorare quel bilancio "cose buone vs cose cattive" che abbiamo sintetizzato più sopra? Può consentire di migliorare il rapporto tra residenti e turisti, tra operatori "dell'accoglienza" e turisti? Può far conseguire una maggiore professionalità a chi è chiamato a costruire e gestire l'attrattività di un luogo come Piazzatorre?

Ne dubitiamo, non in assoluto ma ne dubitiamo, ma per meglio rispondere a queste domande, sarà necessario quel post sui Programmi Integrati di Intervento, che stiamo ancora preparando.

A presto.

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